il fatto

Pomezia, 50 lavoratori in nero in una palestra: maxi multa da 300mila euro

3 maggio 2021 | 11:14
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Pomezia, 50 lavoratori in nero in una palestra: maxi multa da 300mila euro

L’attività è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Pomezia a partire dalle indagini su una concessionaria di autovetture del territorio

Pomezia – Maxi multa di 300mila euro per una palestra di Pomezia che teneva 50 lavoratori in nero. L’attività è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Pomezia a seguito di indagini su una concessionaria di autovetture del territorio avviata al fallimento dopo aver accumulato oltre 25 milioni di euro di debiti verso il Fisco.

Le indagini

Sotto la direzione della Procura della Repubblica di Velletri e il coordinamento del II Gruppo di Ostia, le Fiamme Gialle della Compagnia di Pomezia hanno appurato che per sottrarsi al pagamento delle imposte, il titolare della rivendita di autovetture aveva prelevato dai conti correnti della società oltre un milione di euro, sia in contanti, sia mediante bonifici disposti a favore di una palestra a lui stesso riconducibile.

Gli accertamenti, estesi anche alla struttura sportiva, hanno permesso di riscontrare, oltre alla mancata presentazione delle dichiarazioni fiscali, l’impiego senza alcuna comunicazione al sistema informativo del Ministero del Lavoro, di receptionist, addetti di sala, istruttori, addetti alle pulizie, impiegati di segreteria ed esperti di marketing e di social communication.

Maxi multa al proprietario

L’amministratore della società che gestisce la palestra, oltre ad essere stato segnalato all’Ispettorato del Lavoro per l’impiego delle maestranze “in nero” con l’irrogazione di una maxi-sanzione per euro 300.000, dovrà vedersela con l’Agenzia delle Entrate, avendo occultato ricavi per oltre 350.000 euro dal 2017 al 2019.

Gli elementi raccolti hanno permesso all’Autorità Giudiziaria veliterna di emettere l’avviso di conclusione delle indagini nei confronti di 3 persone – l’amministratore di diritto della società, quello di fatto e un complice di quest’ultimo che si era occupato dei prelevamenti dalla società poi “decotta”, indagati per i reati di bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

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