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Un centro culturale nel cuore dell’Infernetto: il futuro dell’ex chiesa San Tommaso

Sarà gestito dalla associazioni locali e ospiterà attività culturali e sociali rivolte a cittadini di tutte le età: ecco i dettagli del progetto che il X Municipio ha in serbo per l'ex parrocchia

Ostia – Un centro polifunzionale, multigenerazionale e rigorosamente pubblico. E’ il progetto che il Municipio X ha in serbo per l’ex chiesa San Tommaso Apostolo, all’Infernetto.

Grazie ad una delibera approvata lo scorso 22 aprile (leggi qui), infatti, la struttura di via Lino Liviabella si prepara ad accogliere al suo interno attività culturali pensate per ragazzi, adulti ed anziani. A deciderlo, un’assemblea pubblica svoltasi il 20 luglio 2020, e a cui hanno preso parte le associazioni del territorio e i singoli cittadini.

“Le proposte – racconta a ilfaroonline.it la consigliera Sabrina D’Alessio, presidente della commissione Attività Produttive del Municipio X – sono state numerose: un pronto soccorso, un commissariato, una sede della Asl Roma 3… I cittadini avevano molte idee per l’ex San Tommaso, tutte molto valide e interessanti. Alla fine, però, ha prevalso tra i residenti la necessità di un centro polifunzionale che potesse rivolgersi a più generazioni, a giovani e meno giovani, dal momento che, nel quartiere, non esiste ancora nulla di simile”.

E proprio gli stessi cittadini dell’Infernetto hanno chiesto che la struttura venisse intitolata a Mattia Roperto – il 15enne investito e ucciso a giugno 2020 in via Francesco Cilea (leggi qui) -, incontrando il consenso dell’Amministrazione municipale: “Un atto di grande valenza simbolica“, ha spiegato D’Alessio.

Dopo essere passata dal Vicariato al Comune di Roma, il 21 dicembre 2020 l’ex parrocchia San Tommaso è quindi divenuta di proprietà del Municipio X. “E’ stato un lavoro lungo e difficoltoso, il cui risultato è stato possibile solo grazie all’impegno e alla dedizione dei miei colleghi Vittorio Allegrini (presidente della commissione Politiche Giovanili), Agnese Manuelli – presidente della commissione Patrimonio e Bilancio – e, naturalmente, della presidente del Municipio X Giuliana di Pillo”, precisa la consigliera.

“E proprio Allegrini ha redatto un documento che sarà votato nei prossimi giorni e con cui chiederemo al Comune i fondi necessari per ristrutturare l’immobile di via Lino Liviabella, così da renderlo sicuro, agibile e funzionale al nostro scopo”.

Un ulteriore passo nella direzione della realizzazione del centro polifunzionale, dunque, il cui regolamento è ora in fase di elaborazione. “Per il momento – continua D’Alessio -, sappiamo con certezza che il regolamento prevedrà l’istituzione di un direttivo di cui faranno parte le associazioni del territorio iscritte all’albo municipale e almeno un delegato del Municipio X”.

Le iniziative culturali e sociali che si svolgeranno all’interno dell’ex chiesa saranno organizzate e gestite dalle associazioni, che dovranno trarne un profitto sufficiente all’autogestione della struttura. “I prezzi delle attività – che comprenderanno corsi di teatro, d’informatica, e non solo – saranno naturalmente ‘popolari’, ma serviranno a finanziare il progetto”, spiega la consigliera.

“La peculiarità di questo progetto – ha aggiunto Antonino Di Giovanni, capogruppo del Movimento 5 Stelle in X Municipio – è il fatto che l’idea sia partita proprio dai cittadini, e che l’Amministrazione abbia ascoltato le esigenze del territorio e di chi ci abita, riuscendo finalmente a mettere d’accordo tutte le parti interessate”.

“E’ indubbio che il Municipio X e i suoi 280mila abitanti abbiano bisogno di almeno un altro commissariato di Polizia, soprattutto nell’entroterra”, chiarisce il consigliere, riferendosi al disappunto di quanti avrebbero preferito un nuovo presidio delle forze dell’ordine. “Al momento, però, la ministra Lamorgese ha ribadito l’attuale distribuzione dei commissariati, prevedendone soltanto uno sul nostro territorio. Naturalmente, continueremo a lavorare perché si riesca ad istituirne un altro”.

“Per quel che riguarda l’idea di farne una sede dell’Asl Roma 3, è importante sottolineare che, seppur coinvolta nel processo, la Asl non ha mai realmente manifestato l’intenzione di sfruttare i locali dell’ex San Tommaso. Per questo – ha concluso Di Giovanni -, si è deciso di dare ascolto al desiderio dei cittadini di creare un polo sociale e culturale che di certo contribuirà al benessere dell’intera comunità”.
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