Gaeta e la questione Monte Orlando, la Salcri: “Nessun abuso da parte nostra, il Comune non può vendere”

5 maggio 2021 | 13:52
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Gaeta e la questione Monte Orlando, la Salcri: “Nessun abuso da parte nostra, il Comune non può vendere”

L’avvocato Vannicelli: “La Salcri ingaggerà una nuova battaglia legale contro il Comune per aver effettuato la demolizione”

Gaeta – Il Comune può o non può vendere il terreno sito in via Munazio Planco, zona Monte Orlando, un’area a confine con il Parco regionale omonimo? E’ questa la domanda che sta tenendo banco tra i gaetani.

Una domanda a cui dà una risposta netta l’architetto Sergio Ludovici, rappresentato dall’avvocato Francesco Vannicelli, che è intervenuto dichiarando: “Il Comune non può vendere il terreno perché, sullo stesso, pende un giudizio di rivendica.”

Ma chi è l’architetto Ludovici? E perché su quel terrendo pende un giudizio di rivendica? Per trovare una risposta a queste domande è necessario fare un passo indietro che ci permetta di ripercorrere la storia di quel terreno fino ai giorni nostri.

La storia del terreno

E’ il 1968, quando, l’allora proprietario del terreno, il signor Mario Testa, decise di realizzarvi un complesso residenziale, che doveva comprendere 4 villini plurifamiliari, per un totale di 22 unità abitative.

21 anni più tardi, però, il signor Testa decide di vendere il terreno con i relativi rustici alla società Salcri srl, amministrata dall’architetto Sergio Ludovici.

Sebbene le costruzioni in questioni fossero legittime, inserite nella sagoma del piano regolatore, edificate sulla base di un’originaria concessione edilizia del 1968, e sanate per successive difformità con un provvedimento del Ministero dei Beni Culturali del 1977 – spiega l’avvocato Vannicelli –, da allora, per l’architetto Ludovici è iniziata una lunga battaglia legale proprio per dimostrate tale legittimità e per procedere, quindi, alla realizzazione stessa del complesso.

Le vicende giudiziarie – spiega ancora l’avvocato Vannicelli – si sono protratte, a fasi alterne, per circa un decennio, ovvero, fino a quando, nella primavera del 2001, l’allora amministrazione D’Amante, acquisì l’area e i relativi rustici, che poi fece demolire nonostante il progetto approvato con parete favorevole del 23/07/1998 da parte della Sovrintendenza per i beni ambientali e architettonici del Lazio con n°8844.”

A questo punto, una domanda sorge spontanea: se era tutto regolare, perché l’allora amministrazione D’Amante fece demolire i rustici? L’avvocato Vannicelli spiega la versione del suo assistito: “La demolizione sarebbe figlia di dissapori tra il Comune e la società sulla cessione gratuita di una parte di queste cubature.

Per questo motivo, il Comune, dopo il 1977, ha contestato alla Salcri di aver realizzato ulteriori volumi abusivi, circostanza non vera – dice l’avvocato – e, soprattutto, mai accertata da nessun tecnico, anzi espressamente smentita dallo stesso Ministero per i Beni Culturali che aveva concesso numerosi nulla osta.”

Eppure, oltre a rivendicare l’assenza di abusi, la Salcri sottolinea come, da progetto (come si legge nella perizia tecnica estimativa), i villini fossero distribuiti nella proprietà in modo tale da mitigare al massimo l’impatto visivo da valle “anche attraverso la realizzazione di terrazzamenti, rampe e l’inserimento di numerose aree fortemente verdi.”

Insomma, non solo tutto era regolare, secondo la società, ma anche studiato fin nei minimi dettagli, in modo che le costruzioni apparissero armoniose all’interno dell’area in cui sarebbero state edificate.

Ludovici: “Il Comune non può vendere”

Sono passati ormai vent’anni da quando, in quella primavera del 2001, il Comune di Gaeta, a sue spese, demolì quei rustici. E dopo vent’anni passati alla ricerca di chiarezza su quanto accaduto, l’architetto Ludovici ha scoperto il danno e la beffa: quel terreno rischia di essere rivenduto. A un privato.

“Da parte nostra – sottolinea l’architetto Ludovici – nessun abuso. Sulla questione, però, pendono ovviamente numerosi giudizi civili e amministrativi, che mirano alla restituzione del bene alla Salcri; il Comune, quindi, non può disporre di un bene sul quale pende un giudizio di rivendica.”

“Ribadiamo con forza – afferma l’avvocato – che il terreno che il Comune di Gaeta vorrebbe vendere alla Fondazione Nicola Dal Roscio, che attualmente lo ha in affitto, è stato confiscato alla Sacri, legittima proprietaria, dopo che il 23 aprile 2001 erano state demolite le quattro costruzioni realizzate.

Ora più che mai – conclude Vannicelli -, considerato che la questione è tornata alla ribalta, con atti alla mano, dimostreremo quello che abbiamo sempre sostenuto: non c’è mai stato nessun abuso. E, per farlo, la Salcri ingaggerà una nuova battaglia legale contro il Comune per aver effettuato la demolizione.”

In foto: Sergio Ludovici e Francesco Vannicelli

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