La sentenza |
Interni
/

Omicidio Cerciello Rega, la sentenza: ergastolo per i due giovani americani

6 maggio 2021 | 00:02
Share0
Omicidio Cerciello Rega, la sentenza: ergastolo per i due giovani americani

Il verdetto nel processo per l’assassinio del vicebrigadiere dei carabinieri dopo oltre 13 ore di camera di consiglio

Roma – Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth condannati all’ergastolo nel processo per l’omicidio di Mario Cerciello Rega. E’ la sentenza dei giudici della prima corte d’Assise di Roma, presieduta da Marina Finiti, nel processo sull’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri ucciso con undici coltellate il 26 luglio del 2019.

La decisione è arrivata dopo oltre tredici ore di camera di consiglio. Per i due imputati, accusati di concorso in omicidio, il pm Maria Sabina Calabretta aveva chiesto la condanna all’ergastolo. Nell’aula bunker di Rebibbia alla lettura del dispositivo sono presenti i familiari del vicebrigadiere e la vedova Rosa Maria Esilio.

Rosa Maria Esilio, vedova di Mario Cerciello Rega, è scoppiata in lacrime alla lettura della sentenza. La donna, che è stata presente a tutte le udienze del processo, dopo la lettura del dispositivo ha abbracciato piangendo il suo avvocato e i familiari del marito.

“Questo non mi riporterà Mario”

“E stato un lungo e doloroso processo. Questo non mi riporterà Mario. Non lo riporterà in vita, non ci ridarà la nostra vita insieme”. Così Rosa Maria Esilio, vedova del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega dopo la sentenza che ha condannato all’ergastolo Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth. “Oggi è stata messa la prima pietra per una giustizia nuova – ha poi sottolineato la donna che alla lettura della sentenza è scoppiata in lacrime – La sua integrità è stata difesa e dimostrata, nonostante da morto abbia dovuto subire tante insinuazioni”.

“Arrivare qui oggi è stato come arrivare in quell’ospedale. Non possiamo che ringraziare il complicato lavoro dei giudici, degli avvocati e di tutte le persone che sono state vicine a Mario perché lo conoscevano, perché era figlio e carabiniere di tutti. Ringrazio tutte le persone che hanno creduto nel suo essere un marito e un uomo meraviglioso e un servitore dello Stato che merita soltanto rispetto e onore che lui stesso da martire ha dimostrato”, ha concluso. (fonte Adnkronos)