Amazon, ex lavoratori in protesta davanti alla sede di Colleferro per i contratti non rinnovati

10 maggio 2021 | 15:40
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Amazon, ex lavoratori in protesta davanti alla sede di Colleferro per i contratti non rinnovati

Il Coordinatore del comitato: “Più di 2mila persone a casa, promesse non mantenute”

Roma – ‘Siamo persone non pacchi da buttare’, ‘Amazon, Adecco. Create lavoro non illusioni!’, ‘Amazon azienda di successo o di precariato’. Si legge così sui cartelli degli ex lavoratori somministrati Adecco del polo Amazon di Colleferro, che stamattina in pettorina arancione, tipica degli occupati della logistica, si sono dati appuntamento alle 8.30 davanti allo stabilimento sorto in pochi mesi alle porte di Roma per protestare contro i mancati rinnovi dei contratti scaduti tra dicembre e gennaio e denunciare “un chiaro metodo di sfruttamentodel lavoroprecario locale”, riguardante in particolar modo la categoria dei “lavoratori svantaggiati”.

Sicuramente “più di un migliaio, alcuni ci dicono anche che siano più di 2mila quelli mandati a casa a scadenza di contratto secondo il coordinatore del Comitato ex lavoratori Amazon/Adecco di Colleferro Luca Vizzaccaro, mentre i numeri ufficiali ancora non sono stati diffusi dall’azienda che “dopo che la maggior parte delle persone a fine gennaio veniva praticamente cacciata via – spiega Vizzaccaro – ha continuato ad assumere, sempre tramite somministrazione di Adecco, nuovo personale precario per un mese, due mesi, tre mesi. Si parla di 400-500 persone somministrate che l’azienda ha provveduto a sostituire – fa sapere l’ex lavoratore – È durato più il corso di formazione di Adecco che il lavoro”.

Gli ex dipendenti puntano il dito proprio contro il datore di lavoro, l’agenzia Adecco, che “ci diceva che il magazzino era appena stato aperto, che c’era bisogno di personale e ci sarebbe stata l’opportunità di continuare, almeno per le persone che meritavano di più – denuncia – Tutto questo però non si è verificato e non conosco quali siano stati i criteri di scelta per le persone confermate, che penso siano comunque meno di un centinaio”.

Sono stata assunta alla fine di novembre e alla fine di dicembre, il 28, mi hanno chiamato per dirmi che il mio contratto non era stato rinnovato– racconta alla Dire Irmavis, ex lavoratrice del magazzino di Colleferro residente sul territorio e ora disoccupata- Adecco mi aveva proposto due contratti, il mog (monte ore garantito, ndr) e il full time.

La ragazza che mi ha chiamato mi ha detto che con il full time sarei andata sicura perché ci sarebbero stati i rinnovi al 100%, che era un nuovo magazzino e che non stavamo rimpiazzando nessuno. Se mi avessero detto che dovevo fare tutti questi corsi per andare a lavorare solo nel periodo di picco natalizio, per un mese e mezzo, non sarei venuta”, confessa.

Il 17 gennaio a ricevere la notizia del mancato rinnovo dopo un paio di mesi di lavoro è Sara, addetta al controllo qualità e conteggio oggetti, oggi occupata altrove, sempre con contratto precario: “Io sono stata assunta il 9 novembre – racconta -. Mi era stato chiesto quale tipo di contratto volessi, avevo scelto tutte e tre le tipologie e mi hanno reclutata per un full time. Facevo mattine, pomeriggi, notti, stavo benissimo, ero in un gruppo fantastico, venivo a lavorare col sorriso.

Era una realtà che mi piaceva tanto e avrei continuato molto volentieri. Ci avevano detto che avrebbero tranquillamente rinnovato i contratti, ma mi hanno rinnovato solo per un mese e poi mi hanno lasciata a casa”. Su una trentina di lavoratori del turno di Sara “ne avranno tenuti due, tre, al massimo quattro”. “Quando abbiamo fatto il corso eravamo una trentina – aggiunge Irmavis – Ne è rimasto solo uno dentro”.

Ci siamo stancati di questo turn over che adoperano l’Adecco e agenzie come l’Adecco per assumere noi in questo stabilimento, inaugurato il 5 ottobre, per lavorare inutilmente per tre mesi – racconta Gianluca, 27enne di Colleferro tra gli ex somministrati Amazon -. Sono stato assunto il 25 ottobre 2020 e sono uscito il 31 gennaio 2021, Adecco si è preoccupata due giorni dopo la scadenza del mio contratto di informarmi che era concluso.

Non c’è stata lealtà da parte del nostro datore di lavoro, ci hanno presi in giro – denuncia -. Ci sono state fatte tante promesse, che lavorando con un sistema meritocratico, scanner nominativo alla mano, avremmo avuto un rinnovo futuro che poi non c’è stato e ora stanno assumendo altre persone. Speravamo fosse un’azienda seria – dice – ma non è stato così: ci siamo ritrovati da un momento all’altro senza lavoro”.

A portare solidarietà alla protesta degli ex lavoratori somministrate, che nelle prossime ore si sposterà davanti all’Adecco di via Petrarca e nella piazza antistante il palazzo comunale in piazza Italia, anche Ina Camilli, rappresentante del Comitato residenti Colleferro, Stefano Pollari, sindacalista dell’Usb Frosinone, e Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista.

“Siamo venuti qui per avere un dialogo con Amazon“, conclude Vizzaccaro. “I nostri diritti devono valere qualcosa – rilancia Sara -. Non possiamo essere scatole da buttare come fanno loro coi pacchetti”. (Fonte: Agenzia Dire)

La nota di Amazon

“Amazon è oggi uno maggiori datori di lavoro in Italia. In 10 anni ha creato oltre 9.500 posti di lavoro a tempo indeterminato, a cui se ne aggiungeranno oltre 2000 nei prossimi tre anni solo per le attività di magazzino”, così in una nota lo stabilimento Amazon di Colleferro chiarisce la sua posizione in merito alle accuse degli ex lavoratori.

“Come tante aziende – prosegue – con andamento dei volumi variabile, facciamo ricorso a lavoratori temporanei per supportarci nei periodi in cui registriamo incrementi del numero di ordini dei clienti. I lavoratori con contratti a tempo determinato ricevono il medesimo salario dei lavoratori a tempo indeterminato inquadrati allo stesso livello. Appena abbiamo la possibilità di assumere nuovo personale a tempo indeterminato ci rivolgiamo prioritariamente ai lavoratori che hanno già lavorato con noi”.

“Il sito di Colleferro – si legge nella nota – è operativo dal mese di ottobre del 2020. Al momento del lancio del sito abbiamo annunciato la creazione di 500 posti di lavoro a tempo indeterminato entro tre anni dall’apertura. A sette mesi dall’apertura abbiamo assunto oltre 350 lavoratori a tempo indeterminato, in anticipo sugli obiettivi annunciati in fase di lancio. Siamo impegnati ad offrire ai nostri dipendenti la continuità lavorativa all’interno dell’azienda offrendo contratti a tempo indeterminato quando ricorrono i presupposti necessari.

“Il ricorso al lavoro in somministrazione non è dettato esclusivamente dall’andamento dei volumi nel breve e lungo termine, ma anche dalle necessità connesse al lancio di nuovi siti. Durante la fase di lancio di nuovi siti delle dimensioni e della complessità dei centri di distribuzione Amazon, come ad esempio quello di Colleferro aperto circa 7 mesi fa, è necessaria una fase di organizzazione iniziale delle attività che deve essere necessariamente supportata dall’uso di personale temporaneo.

Riguardo all’andamento dei volumi, il netto aumento degli ordini del periodo natalizio si riflette in un numero di contratti in somministrazione decisamente superiore rispetto a tutto il resto dell’anno. Inoltre, essendo Amazon a tutti gli effetti un negozio aperto 24/7hr è costantemente soggetto alla variabilità del mercato e pertanto ci avvaliamo di personale in somministrazione anche negli altri periodi dell’anno”.

Mattia: “Presto tavolo permanente con la Regione”

“Sono al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici ex somministrati Amazon che oggi hanno manifestato davanti allo stabilimento di Colleferro. Il tema sollevato, quello della stabilità del lavoro, è serio e non riguarda solo la città di Colleferro, ma tutta la Regione”, dichiara Eleonora Mattia, Presidente IX Commissione lavoro Regione Lazio –

“Anche per questo dopo lo sciopero del 22 marzo, il primo in Italia, ho presentato una mozione per istituire un tavolo di confronto permanente tra Regione, sindacati, Amazon e Comuni in cui sono ubicati gli stabilimenti per monitorare le varie realtà e per costruire un dialogo tra le parti che si inserisca nel sistema di relazioni industriali che caratterizza il sistema italiano. Come sempre mi metto a disposizione per portare la vicenda all’attenzione della Commissione lavoro in Consiglio Regionale“.