Folli manovre per Roma sul monopattino: in mano aveva centinaia di pasticche di extasy

10 maggio 2021 | 13:03
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Folli manovre per Roma sul monopattino: in mano aveva centinaia di pasticche di extasy

Dopo essere stato scoperto dai poliziotti ha tentato la fuga e li ha aggrediti, facendoli finire in ospedale

Roma – E’ stato notato su via Tiburtina incrocio con via di Ponte Mammolo dagli agenti della Polizia di Stato della Sezione Volanti mentre, a bordo di un monopattino e con una busta in mano, stava effettuando delle manovre improvvise.

Fermato per un controllo, il giovane di nazionalità gambiana spontaneamente ha consegnato agli agenti la busta ed il suo contenuto: un recipiente recante la scritta ” Yogurt ICE Box” ma, una volta aperto, al suo interno hanno rinvenuto pasticche di vari colori: 127 pasticche a forma di “Bomba a Mano” di colore grigio – 82 con la scritta “Audi” di colore rosa e 94 a forma esagonale con un’effige di un teschio da un lato e con una doppia P dall’altro di colore celeste.

Invitato ad entrare all’interno della volante per procedere ai primi accertamenti sulle pasticche, quando il giovane si è reso conto che gli agenti avevano scoperto tutto, la prima cosa che ha fatto è stata quella di tentare di scappare fino ad avere una colluttazione durante la quale ha morso la mano ad un agente e li ha colpiti con calci e pugni.

Con non poca difficoltà e grazie all’aiuto di un cittadino di passaggio, i poliziotti sono riusciti ad assicurare il giovane sulla macchina di servizio e portato negli uffici del IV Distretto San Basilio, è stato identificato il 25enne del Gambia, con precedenti di polizia anche specifici.

Arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, resistenza lesioni a Pubblico Ufficiale e danneggiamento ai beni della Stato su disposizione dell’Autorità Giudiziaria è stato accompagnato presso le camere di sicurezza della Questura in attesa della direttissima.

I due Agenti della Polizia di Stato sono stati accompagnati in ospedale e refertati con 7 giorni di prognosi.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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