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Capitan Findus a Gaeta per la tutela dei mari

11 maggio 2021 | 06:00
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Capitan Findus a Gaeta per la tutela dei mari

Un ulteriore passo in avanti nel cammino di sostenibilità di Findus che garantirà il corretto funzionamento di questo moderno cestino “mangia plastica”.

Gaeta – Findus, azienda leader nel settore dei surgelati, segna un ulteriore passo in avanti nel cammino di sostenibilità, di cui Capitan Findus si fa promotore: dopo l’installazione di un Seabin – cestino “mangia rifiuti” capace di catturare circa 1,5 kg di detriti galleggianti al giorno –  nelle acque di Portoferraio ad ottobre dello scorso anno, ha lanciato una speciale operazione di ‘adozione’ di 10 Seabin lungo le coste italiane in 10 diverse località, prendendo così parte alla campagna “Un mare di idee per le nostre acque” promossa da Coop.

L’obiettivo? installare, in collaborazione con LifeGate PlasticLess®, centinaia di Seabin in Italia nei prossimi anni. Nel porto Antico Santamaria di Gaeta, in provincia di Latina, è stato attivato oggi il moderno e tecnologico cestino raccogli-plastica per il quale Findus contribuirà al suo corretto funzionamento e alla sua manutenzione, in collaborazione con LifeGate.

Nei giorni scorsi erano già stati attivati tre Seabin in Romagna, nei porti di Ravenna, Cattolica e Cesenatico.

Ma come funziona Seabin?

Come detto, è in grado di catturare circa 1,5 kg di detriti galleggianti al giorno, ovvero oltre 500 Kg di rifiuti all’anno (a seconda del meteo e dei volumi dei detriti), comprese le microplastiche da 5 a 2 mm di diametro e le microfibre da 0,3 mm, invisibili all’occhio umano. Il Seabin può inoltre catturare molti rifiuti comuni che finiscono nei mari come i mozziconi di sigaretta, purtroppo anch’essi molto presenti nelle acque.

Grazie all’azione spontanea del vento, delle correnti e alla posizione strategica del cestino, i detriti vengono convogliati direttamente all’interno del dispositivo. I rifiuti vengono catturati nel filtro, che può contenere fino a un massimo di 20kg, mentre l’acqua scorre attraverso la pompa e torna in mare; quando il filtro è pieno, viene svuotato e pulito. Può funzionare 24 ore al giorno e quindi è in grado di rimuovere molta più spazzatura di una persona dotata di una rete per la raccolta. Il dispositivo risulta straordinariamente efficace in aree come i porti, darsene e anse fluviali poiché sono naturali “punti di accumulo”, in cui convergono la maggior parte dei rifiuti in mare.

Dal Porto Antico di Gaeta dichiarano: “L’approdo turistico Santamaria è situato nel borgo medievale di Gaeta nel cuore del centro storico e offre servizi di ormeggio e assistenza alla nautica da diporto da oltre 50 anni. Il nostro impegno, su cui crediamo pienamente, è quello di fornire servizi per la nautica da diporto nel rispetto dell’ambiente e della sostenibilità, quest’ultimo fattore imprescindibile per l’intera umanità”.

“L’adozione di questi 10 seabin – racconta Nicola Pasciuto, Marketing Manager Fish & Poultry di Findus –segna un ulteriore passo in avanti nell’ ampio percorso di sostenibilità ambientale intrapreso da Findus. Per noi la salute e la salvaguardia dei mari e degli oceani sono un valore fondamentale, per questo ci impegniamo quotidianamente per preservarli. Adottiamo metodi di pesca sostenibile e di acquacoltura responsabile che minimizzino l’impatto sulla flora e sulla fauna marina e sempre più organizziamo e partecipiamo attivamente ad iniziative come questa – in partnership con Coop – che hanno un impatto positivo sull’ambiente e sul territorio italiano”.

“Rimuovere plastiche e microplastiche dai nostri mari è fondamentale per preservare l’ecosistema marino, patrimonio di biodiversità e fonte essenziale per la salute del nostro pianeta – dichiara Enea Roveda, CEO LifeGate – siamo felici che sempre più aziende vogliano diventare parte attiva del cambiamento e ringraziamo Findus che, in collaborazione con Coop, ci permetterà di togliere in un anno oltre cinque mila chilogrammi di rifiuti dai nostri mari”.

Findus ha a cuore la tutela dei mari: una recente ricerca della Commonwealth Industrial and Scientific Organization (Csiro)* parla di 14,4 milioni di tonnellate di microplastiche sedimentate sui fondali di tutto il mondo. Reti da pesca, cassette di polistirolo, tappi, bottiglie monouso e centinaia di altri prodotti di plastica che danno vita al marine litter, fenomeno di inquinamento soprattutto da plastica. Il Mediterraneo, inoltre, essendo un mare semichiuso, è particolarmente esposto al problema della plastica: si pensa che siano almeno 250 miliardi i frammenti di plastica al suo interno. Nel Tirreno il 95% dei rifiuti galleggianti avvistati, più grandi di venticinque centimetri, sono di plastica, il 41% di questi sono buste e frammenti.

Il piano di adozione dei Seabin ha preso il via lo scorso 30 marzo e, oltre a Gaeta e le città citate in precedenza, interesserà anche Capri, Varazze, Lucca, Livorno, Venezia e Gallipoli, dove i Seabin verranno accesi nelle prossime settimane.
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