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Ostia, 19enne costretta a prostituirsi senza protezioni per pagare i debiti del fidanzato

I due aguzzini fermati dalla Polizia si descrivevano con frasi del tipo "Spada e Fasciani a confronto mio non sono nulla...sono io il capo di Ostia"

Ostia – Nelle prime ore di ieri, gli uomini della Polizia Giudiziaria del X Distretto Lido di Roma, diretto da Antonino Mendolia, hanno dato esecuzione al decreto di fermo di indiziato di delitto, a carico di due persone per sfruttamento della prostituzione e tentata estorsione, nonché denunciato per favoreggiamento 3x di persone – due donne romene ed un italiano – . Il provvedimento è stato emesso al termine di una rapida ma intensa attività coordinata dalla Procura di Roma.

violenza donne

I due soggetti sottoposti al fermo, uno di 32 e uno di 21 anni, entrambi romeni, in concorso tra loro costringevano anche mediante la violenza, una ragazza di 19 anni, a prostituirsi e a subire rapporti sessuali contro la sua volontà, limitandone la libertà di movimento e controllandone i contatti con l’esterno, stabilendo il tipo di prestazione da offrire ai clienti e il rispettivo prezzo.

Le attività di meretricio si svolgevano all’interno di un affittacamere ubicato al centro di Ostia, mentre gli appuntamenti venivano presi attraverso la piattaforma di un noto sito online di incontri. L’attività di indagine ha consentito di riscontrare la presenza costante di numerosi clienti all’interno dell’affittacamere nonché la violenza fisica e verbale dei due fermati che in diverse occasioni si descrivevano con frasi del tipo “Spada e Fasciani a confronto mio non sono nulla…sono io il capo di Ostia”.

Le indagini hanno avuto origine a seguito di una segnalazione anonima giunta ai poliziotti del Distretto Lido di Roma dalla quale emergeva che una ragazza era costretta a svolgere l’attività meretricia per sanare un debito contratto dal fidanzato con uno degli indagati affinché quest’ultimo gli procurasse una patente di guida falsa. Nella circostanza, l’uomo approfittando della debolezza della ragazza data la sua giovane età, l’aveva privata dell’uso del cellulare rispondendo direttamente ai clienti, concordando con questi il tipo di prestazione con relativo compenso e offrendo nel mercanteggiamento prestazioni sessuali senza l’uso del preservativo in quanto più remunerative.

Gli investigatori riuscivano ad estrapolare dal sito on line anche le foto della ragazza dalle quali si notavano chiaramente evidenti segni di lesioni sulle gambe come prova di precedenti aggressioni pestaggi ad opera dei protettori. Durante l’esecuzione del fermo di indiziato di delitto, la vittima veniva condotta presso gli Uffici del X Distretto e, attraverso l’aiuto di un interprete, confermava tutte le minacce e violenze da lei subite nel corso di questi ultimi mesi.

Durante le fasi del fermo venivano sequestrate all’interno del domicilio degli indagati, delle scritture private redatte da questi e fatte sottoscrivere contro la propria volontà alla vittima. Sottoscrivendo i “predetti contratti” la ragazza si impegnava a svolgere l’attività di prostituta fino al saldo del debito. La giovane donna è stata temporaneamente collocata presso una casa rifugio che fornisce un alloggio sicuro e tutela alle donne vittime di violenza.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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