il caso

Quando l’Aeronautica Militare Italiana non ce la racconta giusta sugli Ufo

15 maggio 2021 | 10:00
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Quando l’Aeronautica Militare Italiana non ce la racconta giusta sugli Ufo
Quando l’Aeronautica Militare Italiana non ce la racconta giusta sugli Ufo
Quando l’Aeronautica Militare Italiana non ce la racconta giusta sugli Ufo

Ufo inseguito dai caccia militari nel Canavese? L’avvistamento di Corio che non c’è sulla lista ufficiale

Misteri – Riprendiamo quanto avevamo scritto nell’articolo precedente (leggi qui) in relazione agli avvistamenti catalogati dall’Aeronautica Militare. Avevamo ironizzato sul fatto che per i nostri militari risultano “non identificati” tutti quei fenomeni che non corrispondevano ad aerei o palloni sonda. Al contrario, c’è almeno un caso di quello che noi consideriamo per ora un vero e proprio Ufo, che però non è stato ritenuto tale nell’elenco degli avvistamenti pervenuti all’A.M.

Era la sera di mercoledì 6 giugno 2018. Poco prima delle ore 23:00, centinaia di residenti nei comuni di Rocca, Levone e soprattutto Corio (in una valle montana della provincia di Torino) furono allarmati da un forte e lungo boato che fece tremare i vetri, facendo pensare che un aereo stesse per cadere sulle case. Molti di loro, usciti di casa o già all’aperto, osservarono il passaggio a bassissima quota di due aerei militari, ed almeno una dozzina di abitanti nelle varie frazioni di Corio riferirono che, prima dell’arrivo degli aerei, avevano visto in cielo una forte luce bianca che era risalita lungo la valle per poi fermarsi sopra il crinale della montagna e infine allontanarsi all’arrivo degli aerei, che sembravano inseguirla.

Come d’abitudine, le testimonianze si riversarono sui social network già a partire dalla mattina seguente, ma per i primi giorni furono riprese solo dai giornali locali, ai cui giornalisti i portavoce “Ufficio Pubblica Informazione” dell’Aeronautica Militare smentirono la presenza di aerei in volo, tranne “un Tornado in addestramento ad altissima quota, addirittura superiore a quella usuale. Nessun nostro aereo ha sorvolato la zona di Corio a bassa quota ed escludiamo che potesse trattarsi di velivoli sperimentali”. E ancora: “L’unico mezzo in addestramento nel Torinese, a circa 5 mila metri di quota, era un Tornado, ed è stato verificato sui radar. Quindi non è sicuramente passato poco sopra i tetti delle case”.

Ne erano seguite facili, quanto ingiustificate ironie, sulle centinaia di persone che invece avevano testimoniato di aver sentito un forte e crescente rombo scuotere finestre e perfino pareti delle case, e delle decine che (trovandosi all’aperto o avendo avuto il tempo di correre fuori da casa) avevano riferito di aver visto passare a bassissima quota quelli che tutti avevano preso per due aerei militari.

Nel frattempo, il Centro Italiano Studi Ufologici aveva aperto un fascicolo di inchiesta, lanciando un appello ai testimoni, rintracciando e intervistando sul posto diversi di quei testimoni che, avevano osservato l’oggetto luminoso in cielo.
Poi la notizia è deflagrata anche sulle agenzie di stampa e sui quotidiani nazionali, due parlamentari piemontesi preannunciano un’interrogazione in Parlamento, interrogazione poi presentata il 18 giugno da parte degli onorevoli Francesca Bonomo e Davide Gariglio, che merita riportare testualmente (errori compresi):

“Il 6 giugno 2018, intorno alle ore 21, nell’area di pertinenza del comune di Corio, in provincia di Torino, si è registrato il passaggio di n. 2 velivoli, verosimilmente caccia militari a bassissima quota, sentiti e visti da gran parte della popolazione del comune sopracitato e dei comuni confinanti; tale evento ha enormemente allarmato la popolazione per il forte rumore e per l’onda d’urto che si è propagata sul territorio, ma soprattutto per il timore che i due velivoli fossero diretti ad intercettare un terzo velivolo potenzialmente pericoloso, che alcune testimonianze dicono di aver scorto; a causa dell’apprensione generata negli abitanti della zona per la loro sicurezza, le forze
dell’ordine sono state chiamate numerose volte e le istituzioni sollecitate a comprendere meglio cosa sia accaduto; successivamente all’evento è stata interpellata l’Aeronautica militare, la cui risposta è stata a giudizio degli interroganti evasiva e lacunosa, cosa che ha ulteriormente alimentato dubbi e inquietudini –: [per sapere] se il boato avvertito nelle circostanze richiamate in premessa sia da attribuire allo svolgimento di voli militari e, nel caso di risposta affermativa, quale fosse la ragione di tale volo, se vi sia stata una qualche situazione di pericolo per gli abitanti della zona, e quali iniziative intendano adottare le autorità militari al fine di informare preventivamente le popolazioni locali dello svolgimento di eventuali esercitazioni, evitando di creare paura e preoccupazione tra gli abitanti”.

Nel frattempo, aveva preso avvio un’indagine da parte del Procuratore della Repubblica di Ivrea, Giuseppe Ferrando, che il 12 giugno aveva annunciato di aver aperto un fascicolo (senza indagati e senza ipotesi di reato per il momento), affidando ai Carabinieri della stazione di Venaria l’incarico di interpellare i vertici dell’A.M. “al solo scopo di chiarire, se necessario, tutta la vicenda”.

Il 21 luglio la Procura della Repubblica eporediese faceva sapere che l’Aeronautica Militare aveva risposto cambiando versione e smentendo se stessa, per ammettere che sì, su Corio quella sera c’erano stati non più uno ma due aerei militari, per la precisione due Tornado impegnati in un’esercitazione, che anche il boato era reale ed era stato causato da un non meglio precisato “guasto tecnico” che avrebbe procurato “un rumore anomalo”. Nessun riferimento invece alla forte luce bianca, prima in movimento lento, poi ferma sopra il crinale, infine scomparsa all’arrivo dei caccia.

Di conseguenza, sui giornali e siti internet si pubblicano titoli come “Spiegato il mistero dell’ufo”, “Niente ufo, quelli sono Tornado” o addirittura “l’Aeronautica smentisce la presenza di Ufo”, quando in realtà della prima luce bianca (l’Ufo in senso stretto di questa storia) i militari nulla hanno detto e, se l’Aeronautica aveva smentito qualcosa, ha smentito le proprie dichiarazioni di un mese prima.
Passano altre due settimane e il 2 agosto alla Camera dei Deputati arriva la risposta all’interrogazione, tramite il Sottosegretario alla Difesa Raffaele Volpi: “Lo Stato Maggiore dell’Aeronautica, a seguito dei dovuti accertamenti, ha escluso la presenza di velivoli all’orario e nell’area indicata; tuttavia, ha comunicato che lo scorso 6 giugno, intorno alle 23 locali, nell’area del Comune di Corio è transitato un velivolo Tornado, in missione addestrativa notturna regolarmente pianificata che prevedeva un avvicinamento all’aeroporto di Torino-Caselle. Il bagliore e il boato percepiti dalla popolazione potrebbero ricondursi alla manovra di normale avvicinamento alla pista eseguita dal velivolo e, più in particolare, alla ‘ri-partenza’ che prevede, per poter effettuare la salita in totale sicurezza, l’uso della massima potenza del motore, incluso l’impiego del postbruciatore. È il caso di sottolineare che tali manovre sono state condotte nel totale rispetto della normativa vigente e delle limitazioni in materia, così come tutte le attività addestrative ed esercitative sono compiutamente disciplinate e regolamentate da specifiche direttive di Forza armata, finalizzate a minimizzare i disagi agli abitanti. L’utilizzo degli spazi aerei è programmato dall’Aeronautica militare giornalmente e ogni pianificazione è comunicata anche alle competenti autorità dell’aviazione civile che devono conoscere l’entità del traffico aereo militare e i dettagli del piano di volo, sia per esigenze organizzative che di sicurezza.[…] Nel caso in esame, si è trattato di una missione addestrativa di un singolo velivolo che ha utilizzato le normali traiettorie di volo che non ricade nelle casistiche sopra esposte”.

Anche senza entrare nel merito di questa nuova risposta e della sua compatibilità con quanto descritto dai testimoni circa la rotta (da valle a monte lungo la Val Malone, quindi in direzione opposta rispetto all’aeroporto di Caselle), la quota (bassissima), gli effetti non solo sonori, merita evidenziare le tre diverse dichiarazioni, in parte contraddittorie, come ognuno potrà rendersi conto: un solo aereo, no due, no: uno solo; alta quota, no: bassa quota; tutto normale, no c’è stato problema tecnico, no: tutto normale…

Ma continua a restare fuori dalle “spiegazioni” proprio quello che interessa noi ufologi: il terzo oggetto luminoso, quello che secondo diversi testimoni aveva preceduto l’arrivo dei caccia, i quali sembravano al suo inseguimento. Almeno su questo punto, le varie dichiarazioni dei militari sono coerenti: silenzio assoluto.

E di questo “vero avvistamento Ufo”, tuttora senza una spiegazione, cosa si dice nell’elenco dei casi di Oggetti Volanti Non Identificati, raccolti e catalogati dal Reparto Generale Sicurezza dell’Aeronautica Militare Italiana?

Nella scheda del mese di giugno non c’è proprio. Ma una manina premurosa l’ha aggiunto in fondo all’elenco annuale, come ultima paginetta intitolata “Avvistamento non classificato come Ovni” poiché “dall’analisi dei dati registrati dagli enti della difesa aerea, è stata evidenziata la presenza di una traccia corrispondente ad un velivolo militare, in transito per una missione addestrativa”.

Quindi, se viene segnalata una meteora, il radar non vede nulla, non risultano attività di volo o di radiosondaggio, l’Aeronautica conclude: Ovni. Se invece un Ufo passa sui tetti delle case inseguito da due aerei, il radar vede almeno un aereo e conclude: velivolo militare. 

Se osservate una luce o un qualcosa in cielo che, in tutta coscienza, non riuscite a spiegarvi, inviate una mail a misteri@ilfaroonline.it e mettetevi in contatto con il Cisu, al sito www.cisu.org oppure all’indirizzo www.ufotuscia.it

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