Papa Francesco rivoluziona il Sinodo dei Vescovi: più spazio ai fedeli

21 maggio 2021 | 12:56
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Si comincia dalle Chiese locali, il cardinal Grech: “I tempi sono maturi per la partecipazione di tutti”

Città del Vaticano – Nuova rivoluzione Oltretevere: Papa Francesco trasforma il Sinodo dei Vescovi per dare più spazio al popolo di Dio così che ogni fedele possa far sentire la propria voce, coinvolgendo prima dell’incontro che si celebra in Vaticano le Chiese locali. Queste le novità introdotte nel processo sinodale da Papa Francesco che, si legge in una nota della Segreteria del Sinodo dei Vescovi, “il 24 aprile 2021 ha approvato un nuovo itinerario sinodale per la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, inizialmente prevista per il mese di ottobre del 2022, sul tema: ‘Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione’. La Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, con l’assenso del Consiglio Ordinario, ha proposto le inedite modalità per il cammino verso l’Assise”.

Il percorso per la celebrazione del Sinodo, dunque, come spiega la nota del Sinodo, “si articolerà in tre fasi, tra l’ottobre del 2021 e l’ottobre del 2023, passando per una fase diocesana e una continentale, che daranno vita a due differenti Instrumentum Laboris, fino a quella conclusiva a livello di Chiesa Universale”.

Il nuovo cammino si aprirà il prossimo ottobre: “L’apertura del Sinodo avrà luogo tanto in Vaticano quanto in ciascuna diocesi. Il cammino sarà inaugurato dal Santo Padre in Vaticano: il 9-10 ottobre. Con le medesime modalità, domenica 17 ottobre, si aprirà nelle diocesi, sotto la presidenza del rispettivo vescovo”. Ci sarà quindi una fase diocesana dal prossimo ottobre all’ottobre del 2022. “L’obiettivo di questa fase – spiega il documento- è la consultazione del Popolo di Dio affinché il processo sinodale si realizzi nell’ascolto della totalità dei battezzati, soggetto del sensus fidei infallibile in credendo”. Per facilitare la consultazione e la partecipazione di tutti, la Segreteria Generale del Sinodo invierà un documento preparatorio, accompagnato da un questionario e da un vademecum con proposte per realizzare la consultazione in ciascuna diocesi.

Il documento sarà poi “inviato anche ai Dicasteri della Curia Romana, alle Unioni di Superiori / Superiore Maggiori ad altre unioni / federazioni della vita consacrata, ai movimenti internazionali dei laici e alle Università / Facoltà di Teologia. Ogni vescovo nominerà un responsabile (eventualmente un’equipe) diocesano della consultazione sinodale, che possa fungere da punto di riferimento e di collegamento con la Conferenza Episcopale e che accompagni la consultazione nella Chiesa particolare in tutti i suoi passi (prima di ottobre 2021). Ogni Conferenza Episcopale nominerà a sua volta un responsabile (eventualmente un’equipe) che possa fungere da referente e da collegamento tanto con i responsabili diocesani quanto con la Segreteria Generale del Sinodo (prima di ottobre 2021)”, spiega la nota.

Quindi, la consultazione nelle diocesi: “Si svolgerà attraverso gli organi di partecipazione previsti dal diritto, senza escludere le altre modalità che si giudichino opportune perché la consultazione stessa sia reale ed efficace. La consultazione del Popolo di Dio in ciascuna diocesi si concluderà con una riunione pre-sinodale, che sarà il momento culminante del discernimento diocesano. Dopo la chiusura della fase diocesana, ogni diocesi invierà i suoi contributi alla Conferenza Episcopale entro la data stabilita dalla propria Conferenza episcopale. Nelle Chiese orientali i contributi saranno inviati agli organismi corrispondenti”.

Non solo: il nuovo cammino sinodale prevede anche “un periodo di discernimento dei pastori riuniti in assemblea (Conferenza Episcopale), ai quali si chiede di ascoltare ciò che lo Spirito ha suscitato nelle Chiese loro affidate. Al processo di redazione della sintesi parteciperanno anche il responsabile della Conferenza Episcopale per ciò che si riferisce al processo sinodale e la sua equipe, come pure i rappresentanti eletti per partecipare all’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo a Roma, una volta ratificati dal Santo Padre. La sintesi sarà inviata alla Segreteria Generale del Sinodo. Si invieranno pure i contributi di ogni Chiesa particolare (prima di aprile 2022)”.

Si riceveranno anche i contributi inviati dai Dicasteri della Curia Romana, dalle Università / Facoltà di Teologia, dalle Unione di Superiori / Superiore Generali (USG / UISG), dalle altre unioni / federazioni di Vita Consacrata, e dai movimenti internazionali dei laici (prima di aprile 2022). Segreteria Generale del Sinodo. “La Segreteria Generale del Sinodo procederà alla redazione del primo Instrumentum Laboris (prima di settembre 2022)”.

E dopo la fase diocesana ci sarà la fase continentale (settembre 2022 – marzo 2023): “La finalità di questa fase è di dialogare a livello continentale sul testo del primo Instrumentum Laboris, realizzando un ulteriore atto di discernimento alla luce delle particolarità culturali specifiche di ogni continente”, spiega il documento. La Segreteria Generale del Sinodo pubblicherà e invierà quindi il primo Instrumentum Laboris (nel settembre 2022). Ci saranno poi incontri internazionali di Conferenze Episcopali: “Ogni Riunione internazionale di Conferenze Episcopali – ragguaglia il documento- nominerà a sua volta un responsabile che possa fungere da referente e da collegamento tanto con le Conferenze Episcopali quanto con la Segreteria Generale del Sinodo (prima di settembre 2022)”.

E ancora, si prevede il discernimento pre-sinodale nelle Assemblee continentali: “Si stabiliranno i criteri di partecipazione dei vescovi residenziali e degli altri membri del Popolo di Dio. Le Assemblee termineranno con la redazione di un documento finale, che sarà inviato alla Segreteria Generale del Sinodo (marzo 2023)”.

Contemporaneamente alle riunioni pre-sinodali a livello continentale, il documento “raccomanda che si svolgano anche assemblee internazionali di specialisti, che possano inviare i loro contributi alla Segreteria Generale del
Sinodo (marzo 2023). La Segreteria Generale del Sinodo procederà alla redazione del secondo”. Si arriverà alla stesura dell’ Instrumentum Laboris prima di giugno 2023. La fase finale sarà quella della Chiesa Universale (ottobre 2023): “La Segreteria Generale del Sinodo invierà il secondo Instrumentum Laboris ai partecipanti all’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Quindi la celebrazione del Sinodo dei Vescovi a Roma, secondo le procedure stabilite nella Costituzione Apostolica Episcopalis Communio (ottobre 2023)”.

“Tempi maturi per il coinvolgimento di tutti”

“La storia del Sinodo illustra quanto bene queste Assemblee hanno arrecato alla Chiesa, ma anche come fossero maturi i tempi per una più larga partecipazione del Popolo di Dio a un processo decisionale che riguarda tutta la Chiesa e tutti nella Chiesa”, dice il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, in un’intervista a Vatican News commentando le decisioni del Papa.

“La prima e più grande novità – spiega – è la trasformazione del Sinodo da evento in processo. Mentre prima il
Sinodo si esauriva nella celebrazione dell’Assemblea, ora ogni Assemblea del Sinodo si sviluppa secondo fasi successive”, fase preparatoria, fase celebrativa, fase attuativa.

“Senza questa consultazione” di tutti i cattolici, partendo dal basso nella fase preparatoria, “non ci sarebbe processo sinodale, perché il discernimento dei Pastori, che costituisce la seconda fase, si fa su ciò che è emerso dall’ascolto del Popolo di Dio”. “Come non sperare grandi frutti da un cammino sinodale così ampio e partecipativo? E come non sperare che le indicazioni emerse dal Sinodo diventino, attraverso la terza fase, quella dell’attuazione, vettore di rinnovamento e di riforma della Chiesa?”, conclude Grech.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
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