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Orte-Civitavecchia, il ricorso al Tar delle associazioni entra alla fase finale del giudizio

27 maggio 2021 | 17:57
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Orte-Civitavecchia, il ricorso al Tar delle associazioni entra alla fase finale del giudizio

Il ricorso al Tar è stato presentato ormai 4 anni fa dalle Associazioni Ambientaliste Italia Nostra, WWF, LIPU, GRIG e Forum Ambientalista

Tarquinia – “Si è svolta ieri l’udienza telematica presso il Tar della Regione Lazio per la decisione sulla vertenza relativa al completamento della SS 675 Orte – Civitavecchia”. Lo rendono noto in un comunicato stampa Italia Nostra Onlus Sezione Etruria, il Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia, il Comitato per la difesa della Valle del Mignone e il Comitato 100% Farnesiana.

“Il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale è stato presentato ormai 4 anni fa dalle Associazioni Ambientaliste Italia Nostra, WWF, LIPU, GRIG, Forum Ambientalista e da diversi cittadini del comprensorio per opporsi ad un progetto già bocciato 2 volte dal Ministero dell’Ambiente per incompatibilità ambientale e vagliato con severità dalla Corte di Giustizia Europea su richiesta dello stesso Tar.

Il progetto vorrebbe localizzare gli ultimi 18 km del percorso nella Valle del Mignone insistendo per oltre 14 km su un sito di Rete Natura 2000, una rete di aree tutelate dalla Direttiva europea “Habitat” per la conservazione degli habitat e della biodiversità.

La Commissione del Ministero dell’Ambiente aveva concluso il proprio parere affermando che “l’intervento modificherà in modo sostanziale, permanente e irreversibile il paesaggio dell’area distruggendone la naturalità attuale.] ] L’infrastruttura nel suo complesso – così come essa è stata proposta – […] presenta caratteristiche immitigabili andando a tagliare in due una continuità naturale, territoriale e storico culturale che invece deve essere conservata come bene di alto valore ambientale”.

In un periodo storico in cui le normative che il Governo sta predisponendo tendono pericolosamente a “semplificare” le procedure di valutazione ambientale ritenendo ormai la tutela degli ecosistemi, del paesaggio, dei beni archeologici e naturalistici svendibile in nome di un falso progresso, le associazioni ed i cittadini, unici fattivi e reali antagonisti di questa opera scellerata attendono ora la sentenza e continuano a vigilare con attenzione e rigore, con le procedure democratiche che ancora sono loro concesse (fino a quando?) sulla tutela di luoghi sempre più rari e sempre più preziosi”.

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