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Omicidio alla Vucciria di Palermo, Cosia e Cogi: “Il rischio è una nuova guerra di mafia”

31 maggio 2021 | 15:52
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Omicidio alla Vucciria di Palermo, Cosia e Cogi: “Il rischio è una nuova guerra di mafia”

Tirrito e D’Agati: “Solo tutelando l’economia sana si potrà sconfiggere la criminalità”

“L’ultimo omicidio nel popolare mercato della Vucciria (leggi qui), a Palermo, che ha visto vittima uno dei figli di Filippo Burgio, condannato per mafia, cassiere della famiglia di Palermo centro durante la reggenza di Gianni Nicchi, del mandamento di Pagliarelli, apre uno squarcio inquietante sulla realtà palermitana“. A parlare sono Domenico D’Agati e Maricetta Tirrito, rispettivamente presidente del Cosia (Comitato degli imprenditori che si sono ribellati alla corruzione, al pizzo e all’usura), e portavoce del Cogi (Comitato collaboratori di giustizia).

“La Vucciria – spiega Maricetta Tirrito, Cogi – è il cuore di Palermo, ed è un luogo simbolico, dove la criminalità si muove; essere uccisi lì, assume un significato che rende la vicenda decisamente più inquietante. Non vorremmo fosse il preludio di una nuova guerra di mafia“.

“Sono segnali che aprono brutti scenari – sottolinea D’Agati, Cosia – che testimoniano come la mafia stia lottando per riorganizzarsi sul territorio. Un territorio dove le attività imprenditoriali in prevalenza sono svolte sotto l’ombrello della criminalità, dove cresce l’usura, e dove si assiste alla desertificazione delle imprese sane, quelle che si sono schierate apertamente contro la mafia”.

“Qui – prosegue Tirrito – c’è una grave assenza da parte dello Stato, che non ha messo in pratica tutte le procedure a salvaguardia delle imprese sane, per garantire lavoro e dignità agli uomini. La mafia si può contrastare solo col lavoro legale, quello che viene prodotto dagli imprenditori onesti. Oggi si assiste alla fuga di imprenditori (commercianti, ristoratori, impresari) di qualunque settore, che scappano da Palermo perché non si sentono tutelati”.

“Lo Stato – conclude D’Agati – non può assistere inerme, e non basta solo il pur valoroso impegno degli inquirenti, ma serve quello della politica, che si deve occupare di creare le condizioni per aiutare, proteggere e valorizzare l’economia sana. Prima che sparisca del tutto”.
(Il Faro online)