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Gaeta, Salone: “Abbiamo perso un altro finanziamento contro l’erosione delle coste”

Il candidato a sindaco evidenzia come "Fondi, Sperlonga, Sabaudia, Ladispoli e Montalto di Castro hanno ottenuto invece 200mila euro"

Gaeta – “La corsa al cemento, al consumo del suolo, all’erosione della costa e al depauperamento del patrimonio ambientale – denunciano Antonio Salone, candidato a sindaco nella prossima tornata elettorale, e Luigi Zazzaro – sono le politiche principali della città di Gaeta che sta ormai scomparendo a colpi di cantieri e interessi privati.

Gaeta è una città che guarda indietro, che va all’indietro, che perde cittadini ma costruisce appartamenti, che abbatte piccoli edifici per costruire centri commerciali o impianti crematori. Chissà per chi e nell’interesse di chi. Un ulteriore inequivocabile segnale arriva dalla determina regionale datata 12 maggio scorso firmata dall’Area ‘Tutela del Territorio’, con la quale la direzione lavori pubblici di via Cristoforo Colombo stanzia un milione di euro per le aree di quelle città maggiormente colpite dal fenomeno dell’erosione costiera lungo le coste laziali.

Naturalmente ci aspettavamo di trovare anche il litorale della nostra città, Gaeta, colpita duramente anche quest’anno, per l’ennesima volta, dal fenomeno delle mareggiate, dalla riduzione della superficie di arenile e, come se non bastasse, pure dalla conseguente distruzione di alcuni gazebo e strutture per le attività turistiche estive. Insomma un disastro, accentuato dai problemi dovuti alla pandemia.

Ma leggiamo: Fondi con 200mila euro, Sperlonga altri 200mila euro, Sabaudia 200mila, Ladispoli 200mila, Montalto di Castro 200mila e di Gaeta non c’è traccia. Ora, tralasciando per un attimo un sistema del tutto anacronistico e che non approviamo affatto, come abbiamo già avuto modo di far osservare, ovvero quello dei cosiddetti interventi spot che non servono assolutamente a nulla se non a buttare soldi pubblici per poi attendersi l’anno prossimo la stessa situazione che anzi peggiora di anno in anno, certo non possiamo tralasciare il comportamento totalmente assurdo e capovolto del Comune di Gaeta.

Abbiamo infatti ancora davanti agli occhi – proseguono i due ex assessori – l’ignobile figura fatta da questa amministrazione comunale con la vicenda Pontone, dove, nonostante le morti, gli allagamenti, le devastazioni, i danni e i cittadini disperati, la politica, il sindaco e i dirigenti di Gaeta non sono stati in grado di redigere correttamente nemmeno la domanda da presentare in Regione per ottenere i necessari finanziamenti per la messa in sicurezza del corso d’acqua costantemente a rischio esondazione, perdendo giusto un paio di milioni di euro. Aggiungendo vergogna all’incredibile lunga storia della questione Pontone a causa di allerte meteo non considerate, soldi spesi in progettazione letteralmente buttati e lavori perfettamente inutili. Inversamente non si è perso tempo e determinazione per andare in Regione a chiedere la variante urbanistica per il centro commerciale alla Piaja o chiudere la Conferenza dei Servizi sul crematorio. Insomma per colare cemento tutti preparati, per difendere il nostro suolo, i nostri cittadini e le nostre attività commerciali, chissenefrega. Non è questo il futuro, non è questa la Gaeta che vogliamo. Dobbiamo fermare questo scempio!

E Sant’Agostino è l’altra grande vergogna di un’amministrazione comunale guidata da un sindaco che è stato messo in passato pure a fare il commissario del Parco regionale Riviera di Ulisse. Eppure Massimo Magliozzi da candidato a sindaco scriveva nel suo programma che “sarebbe stato dato mandato ad un professionista di redigere un piano di riqualificazione per Sant’Agostino”. Insomma le solite bugie, intanto i nostri litorali – concludono – muoiono”.

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