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I proprietari dei casali di Maccarese chiedono la tutela del Codice dei beni culturali

Il Comitato FuoriPista ha consegnato alla Soprintendenza le richieste dei proprietari dei casali di Maccarese affinché venga estesa anche a loro la tutela dell'art. 136.

Fiumicino – Il Comitato FuoriPista ha consegnato nei giorni scorsi alla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale e al Comune di Fiumicino le richieste dei proprietari dei casali di Maccarese affinché venga estesa anche alle loro proprietà, e ai centri agricoli di cui fanno parte, la tutela dell’art. 136 del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (Dlsg 42/2004).

“A differenza di tutti gli altri immobili rurali – afferma il Comitato – costruiti durante la Bonifica integrale del bacino idrico 26 (Maccarese-Torlonia) – così come quelli delle aree collinari più interne – che sono riconosciuti e tutelati ai sensi dell’art. 136, comma 1 c) del dlsg. 42/2004 in quanto  “complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici”, è successo che un certo numero di casali e centri agricoli, situati a sud del borgo di Maccarese ne sono rimasti esclusi.

Già nel maggio 2019, in occasione della Petizione promossa dalla Rete Art. 136 – Ambiente e Paesaggio, che riunisce 36 realtà associative del territorio, e firmata da circa 3500 cittadini avevamo avanzata la richiesta al Mibac che tutti i centri agricoli di bonifica della Piana di Maccarese fossero tutelati dall’art. 136, tanto più che già nel 1997 il Ministero dei beni culturali ed Ambientali in occasione dello sviluppo aeroportuale aveva prescritto che le costruzioni rurali tipiche del paesaggio agrario  dovevano essere salvaguardate in applicazione della Legge 139/1939 in quanto “costruzioni rurali tipiche del paesaggio agrario”.

Tale estensione della tutela ai centri agricoli porrebbe quindi fine a una evidente disparità tra immobili uguali, posti nel medesimo territorio e non giustificata da differenze di sorta (né architettoniche, né storiche, né estetiche), inseriti nello stesso contesto agrario e paesaggistico e tutti ricadenti all’interno della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, ovviando così a ciò che riteniamo essere un errore.

Lo stesso Comune di Fiumicino del resto con Delibera di Giunta n.101/2019, inoltrata il 10 luglio 2019 con prot. n. 111890 rilevava tale errore materiale.

Ci aspettiamo quindi che al termine di questo processo avviato ormai da due anni, le autorità competenti procedano al riconoscimento richiesto, ponendo fine a eccezioni ingiustificate”.
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