Abusi sessuali, il cardinal Marx scrive al Papa e si dimette: “La Chiesa è a un punto morto”

4 giugno 2021 | 15:09
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Abusi sessuali, il cardinal Marx scrive al Papa e si dimette: “La Chiesa è a un punto morto”

“Per me si tratta di condividere la responsabilità per la catastrofe degli abusi sessuali da parte degli esponenti della Chiesa nei decenni scorsi”

Città del Vaticano – Il cardinale tedesco Reinhard Marx ha offerto le sue dimissioni a Papa Francesco affermando che la Chiesa cattolica è “a un punto morto” a seguito della “catastrofe degli abusi sessuali”. “In sostanza, per me si tratta di condividere la responsabilità per la catastrofe degli abusi sessuali da parte degli esponenti della Chiesa nei decenni scorsi”, ha scritto il cardinale in una lettera al Papa.

Una missiva che arriva a pochi giorni dalla modifica del Codice di Diritto Canonico, voluta proprio da Bergoglio che inasprisce le pene per tutti gli uomini di Chiesa – anche laici – che commettono abusi sessuali (leggi qui) e dalla decisione – sempre del Pontefice argentino – di inviare una visita apostolica nell’Arcidiocesi di Colonia, in Germania, per avere un quadro completo della questione degli abusi.

Il porporato tedesco, nella lettera, ha anche detto che le inchieste e i rapporti degli esperti degli ultimi 10 anni hanno mostrato in modo consistente che vi sono stati “molti errori personali ed amministrativi” ma anche “errori sistemici ed istituzionali”.

Il cardinale Marx ha offerto le dimissioni da arcivescovo di Monaco e Frisinga, incarico a cui era stato nominato nel 2007 da Papa Benedetto XVI, in una lettera datata 21 maggio. Secondo quanto ha reso noto oggi l’arcidiocesi, il cardinale, che a settembre compirà 68 anni, ha chiesto al Papa di “accettare le sue dimissioni” e di “decidere” sul suo futuro.

Nella lettera il cardinale afferma che la Chiesa cattolica è arrivata ad “un punto morto” e che la sua rinuncia all’incarico potrebbe servire come segnale per dare un nuovo inizio, un nuovo impulso. “Voglio mostrare che non è l’incarico la cosa che è in primo piano, ma la missione evangelica”, ha scritto ancora.

“Sono disposto ad assumermi la responsabilità personale non solo per i miei errori, ma per quelle dell’istituzione della Chiesa che ho aiutato a modellare e formare nel corso di decenni”, conclude il prelato che è stato presidente della conferenza episcopale tedesca fino al 2020.

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