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Formia2021 e quella tensione alle stelle nel centrosinistra

4 giugno 2021 | 20:19
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Formia2021 e quella tensione alle stelle nel centrosinistra

Scoppia la polemica sul possibile veto, per il Pd, sull’uso del simbolo del partito all’interno della coalizione di centrosinistra

Formia – Tensione alle stelle nel centrosinistra locale, dove, negli ultimi giorni, i protagonisti del campo progressista hanno svelato le proprie carte, prendendo direzioni completamente opposte.

Quel campo largo che c’è e crea scompiglio

Il primo momento di tensione si è registrato quando, quel campo largo democratico tanto auspicato dal coordinatore locale del Pd, Luca Magliozzi, ha dimostrato non solo di esserci, ma di essere compatto, annunciando la nascita di una coalizione che comprendeva, oltre ai dem, anche Demos, Formia città in comune (che già aveva annunciato una propria coalizione), l’associazione “Incontri e confronti”, Sinistra italiana e Articolo 1.

Un annuncio che, fin da subito, ha creato scompiglio, considerato che, da tempo ormai, all’interno del Pd, vigevano due “scuole di pensiero” praticamente agli antipodi e che questa coalizione era il frutto di una sola di queste correnti, che faceva capo, appunto, al già nominato coordinatore locale Luca Magliozzi (l’altra metà del partito, che fa capo all’ex sindaco di Formia Bartolomeo, invece, ha sempre voluto scendere in campo al fianco di Amato La Mura e della sua maxi coalizione civica, con la condizione che nessuno usasse il simbolo del proprio partito, di cui fanno già parte Lega, Udc, e la lista “Ripartiamo con voi”).

Ma perché scompiglio? Perché secondo alcune voci, al momento smentite dallo stesso Magliozzi, c’è il rischio che il Pd non possa usare il simbolo del partito all’interno di quel campo largo democratico tanto agognato. Cosa che ha generato una polemica social che ha investito il Pd provinciale e regionale, per via di un mancato rispetto dello Statuto (il motivo è che la votazione sulla direzione da prendere in vista delle comunali non sarebbe passata con una larga maggioranza, come prevede, invece, lo Statuto).

Gallinaro: “Non è una questione di mancato rispetto dello Statuto, bensì di schieramenti”

Tra i primi a intervenire sono stati Beniamino Gallinaro e Maria Rita Manzo di Articolo Uno, che hanno polemizzato sulla possibilità di mettere il veto all’uso del simbolo del Partito e anche sulla possibilità di sfiduciare lo stesso Magliozzi proprio per il suddetto mancato rispetto dello statuto (ci sarebbe un’avvenuta surroga in maniera irregolare, ancora da verificare).

La decisione del segretario regionale del PD di vietare l’utilizzo del simbolo alle prossime amministrative – ha spiegato Gallinaro – non è una questione di forma, di non rispetto dello Statuto ma è, nei fatti, uno schierarsi, non dicendolo, dalla parte della coalizione dei ” migliori” (di chi poi?) tra parte del Pd e la Lega salviniana degli eredi della vecchia democrazia cristiana di osservanza maranolese.”

“Il Pd a Formia non c’è più! Si vieta l’uso del simbolo, si fa appello allo statuto. Si sfiducia il suo giovane coordinatore Luca Magliozzi! Non è affar di chi al Pd non appartiene?

Ma la cosa è grave e risulta politicamente intollerabile – prosegue la Manzo – è il conseguente ed implicito attacco alla coalizone scesa in campo nella nostra città. Il gesto non riguarda solo il Pd. E’ palesemente schierarsi contro un progetto che ci vede naturalmente coinvolti, a favore evidentemente della cosiddetta trasversalità, battezzata “dei migliori”. C’è anche una Formia che non si lega!!”

Magliozzi: “Dagli organi sovracomunali del Pd nessuna comunicazione ufficiale”

A sedare gli animi, almeno momentaneamente, è intervenuto proprio lo stesso Magliozzi spiegando: “Non ci è arrivata nessuna comunicazione ufficiale dagli organi sovracomunali del Pd, non sappiamo se arriverà nei prossimi giorni.

Abbiamo sempre rispettato le regole e – prosegue Magliozzi – continueremo a farlo, se ci vengono mosse contestazioni non avremo problemi a discuterle in tutte le sedi opportune con la serietà e la serenità che ci ha sempre contraddistinto.

Non voglio entrare in tecnicismi e formalismi tutti interni che lasciamo nelle stanze romane (in cui siamo convinti di dimostrare la nullità dell’eventuale diffida): alla nostra città e alla nostra comunità politica interessa altro.

Se una minoranza del partito prendeva parte in maniera diretta ad altre proposte politiche, incoerenti con la storia recente del centrosinistra formiano, noi abbiamo scelto di schierare il Partito nella sua area naturale: un campo largo progressista che offra una nuova visione di futuro e di speranza alla città. Una piattaforma politica aperta al civismo e a tutte quelle realtà che condividono i valori e le istanze che da sempre hanno contraddistinto anche le nostre amministrazioni.

Il Partito Democratico di Formia è e sarà in campo con la sua comunità, le sue idee ed i propri valori. Andiamo avanti – ha concluso Magliozzi – con il coraggio, con il rispetto e con il sorriso, come abbiamo fatto fino ad oggi.”

Intanto, nell’altra ala del Pd formiano…

Ma, polemiche o no, Magliozzi non è stato l’unico a fare la sua mossa. Nei giorni scorsi, infatti, c’è stata anche l’apertura del point elettorale dell’infettivologo Amato La Mura. Cerimonia a cui a preso parte, tra gli ospiti di primo piano, anche l’ex sindaco dei dem Sandro Bartolomeo, ufficializzando, così, la sua posizione e aprendo un ulteriore dubbio: che farà il Pd? Con o senza simbolo, saprà resistere a questo strappo? Quale direzione prenderà? Lascerà, forse, che il suo peso politico finisca per “aiutare” la coalizione della Villa a prendere dei voti in più?

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