Tra malumori e tensioni… è Paola Graziano il nuovo Presidente del Consiglio di Minturno

8 giugno 2021 | 19:50
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Tra malumori e tensioni… è Paola Graziano il nuovo Presidente del Consiglio di Minturno

Il gruppo consiliare dei dem ha scelto di proporre in autonomia il nome della Graziano, andando incontro a una possibile spaccatura interna

Minturno – “Ringrazio Giuseppe Tomao per la dedizione con cui in questi anni ha ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio comunale. Da parte sua, decidere di fare un passo indietro è stato quanto di più opportuno nei confronti delle istituzioni e dei cittadini.

Lavoriamo per gestire nel modo più adeguato un periodo importante per tutta la comunità.”

Sono le parole con cui il sindaco di Minturno, Gerardo Stefanelli, nei giorni scorsi, ha commentato la scelta dell’allora presidente del consiglio Tomao (eletto all’unanimità) di dimettersi, dopo che il suo nome è finito nel registro degli indagati all’interno delle indagini sui concorsi truccati nella Asl di Latina.

Paola Graziano nuovo Presidente del Consiglio

Dimissioni che arrivano in un periodo caldo per Minturno, considerato che il prossimo autunno per i cittadini arriverà la chiamata alle urne (le elezioni sono previste tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre) e, che, per questo, rischiano di avere un peso specifico all’interno della coalizione che sostiene l’attuale maggioranza (Stefanelli si prepara a un bis, con il Pd come principale alleato).

Ma nonostante qualcuno avesse chiesto di lasciare questi ultimi mesi prima delle elezioni in mano alla vice presidente vicaria, Maria Di Girolamo, proprio per evitare tensioni prima del voto, alla fine, la strada scelta è stata quella naturale, sebbene più insidiosa. L’elezione del nuovo presidente è avvenuta.

Ed è avvenuta anche come l’aveva chiesta il Primo cittadino: con la votazione all’unanimità della maggioranza, che, nonostante le tensioni registrate negli ultimi giorni in merito ai nomi da proporre, è riuscita a mostrarsi compatta (ricordiamo che, alla votazione, erano assenti tre consiglieri di minoranza, Massimo Moni della Lega, Tommaso Iossa e Fausto La Rocca di FdI) sulla linea da seguire.

Eppure… Eppure non tutto è andato come doveva. Perché Paola Graziano è si un’esponente dei dem, il partito chiamato a esprimere il successore di Tomao, ma non è il nome espresso dal direttivo del partito (loro avevano lanciato la candidatura del giovane Matteo Marcaccio, già consigliere comunale).

Il gruppo consiliare dei dem, infatti, ha scelto di proporre in autonomia il nome della Graziano, andando incontro a una possibile spaccatura interna che potrebbe influire anche sul peso specifico che il partito stesso ha all’interno della coalizione.

Il Pd minturnese verso la spaccatura interna?

A questo punto, una domanda sorge spontanea: perché il gruppo consiliare ha scelto di non seguire la linea dettata dal direttivo locale? Il motivo sta tutto nelle correnti interne allo stesso Pd. La Graziano, infatti, sarebbe la vera “erede” di Tomao, in quanto anch’ella legata alla “scuola di pensiero” di Moscardelli. “Scuola” di cui, invece, non farebbe parte Marcaccio, molto più vicino a quella di Enrico Forte.

In questo senso, appare emblematico che a proporre la candidatura della Graziano siano stati propri i due consiglieri che, come lei, provengono dalla stessa “scuola” (parliamo, rispettivamente, di Americo Zasa e Francesco Sparagna).

Ma questo gesto potrebbe davvero concretizzarsi in una spaccatura interna al partito? Difficile dirlo. Certo è che il Primo cittadino è rimasto a guardare questa “crisi” da spettatore esterno. A lui, ormai renziano, la cosa riguarda solo in vista della tornata elettorale. E una spaccatura interna ai dem, potrebbe tornargli utile.

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