Il Fatto

Ostia, si rifiuta di pagare il parcheggiatore abusivo e lui le squarcia una ruota

9 giugno 2021 | 11:37
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Ostia, si rifiuta di pagare il parcheggiatore abusivo e lui le squarcia una ruota

A raccontare l’accaduto, con un post su Facebook, è un cittadino che ha assistito alla scena e soccorso la donna. Sul posto anche i carabinieri

Ostia – Si è rifiutata di pagare il parcheggiatore abusivo e, al suo ritorno, ha scoperto che lui le aveva una delle ruote dell’auto. E’ accaduto nel pomeriggio di ieri, martedì 8 giugno, in piazza della Stazione Vecchia, a Ostia.

A raccontare l’accaduto, con un post su Facebook, è un cittadino che ha assistito alla scena e soccorso la donna. “Davanti alla sede del Municipio, in piazza della Stazione Vecchia, si alternano parcheggiatori abusivi, che il giorno chiedono soldi e la notte dormono nel parco antistante il palazzo del Governatorato, scavalcando la recinzione che delimita la proprietà della ferrovia e il parco giochi”, spiega.

“Oggi pomeriggio, uno dei parcheggiatori ha minacciato una ragazza che aveva parcheggiato lì la sua auto per farsi dare dei soldi, ma la ragazza non ha ceduto, non ha dato soldi e si è allontanata. Dopo qualche ora la ragazza ha trovato la sua auto danneggiata, e lo stesso parcheggiatore abusivo che la aspettava, sempre lì, con atteggiamento minatorio. Tutto è accaduto – racconta il testimone – sotto le finestre del mio studio. La ragazza mi ha visto affacciato e ha chiesto il mio aiuto”.

“Dopo aver dissuaso il parcheggiatore, ed avergli evidenziato la necessità di non allontanarsi, abbiamo fatto intervenire una pattuglia dei carabinieri, che ha provveduto a fermare il questuante e portarlo presso la centrale operativa (è stato fermato per varie ipotesi di reato, mancanza del permesso di soggiorno e di ogni documentazione). Una triste storia – conclude – di tanti irregolari, che ogni giorno passa sotto alle nostre finestre e davanti al Municipio”.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove di formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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