Mobilità docenti, Anief: “Chiediamo al Ministero di agire in sintonia con il Parlamento”

17 giugno 2021 | 09:00
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Mobilità docenti, Anief: “Chiediamo al Ministero di agire in sintonia con il Parlamento”

Pacifico: “I deputati devono prendere coscienza della situazione e cancellare l’ingiusto blocco quinquennale”

Scuola – Sono giorni decisivi per il destino professionale di un alto numero di docenti in servizio in sedi lontane dalla propria residenza e dai propria affetti: il ministero dell’Istruzione vuole giungere ad una conclusione sulle modalità di svolgimento delle assegnazioni provvisorie del prossimo anno scolastico. Si tratta di un diritto basilare, che chiedono di espletare decine e decine di migliaia di insegnanti, molti dei quali con figli piccoli o anziani che necessitano di assistenza ma sebbene in presenza di queste motivazioni, ritenute plausibili dal contratto, non possono nemmeno chiedere lo spostamento annuale per via dell’assurda Legge 159/19 che, fatta eccezione per due particolari categoria di insegnanti, vincola a rimanere nella provincia di assunzione tutti coloro che sono stati immessi in ruolo nell’ultimo quinquennio. Nella versione del decreto Sostegni-bis approvata dal Governo, ora all’esame delle commissioni della Camera, il legislatore non è riuscito ad andare oltre alla riduzione tra 5 a 3 anni del vincolo, segnale inequivocabile di ammissione del problema ma non certo risolutivo. Ecco perché il sindacato si appella ai deputati, come ha già fatto mercoledì scorso in Piazza Montecitorio (leggi qui), perché nel dare seguito agli emendamenti, tra cui quelli dell’Anief, provvedano ad eliminare il vincolo. Nel frattempo è bene che il ministero dell’Istruzione non proceda per una strada diversa.

“I deputati devono prendere coscienza della situazione – ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e cancellare l’ingiusto blocco quinquennale, già incostituzionale di suo ma che in piena pandemia diventa ancora più assurdo. Nel frattempo, riteniamo che il ministero dell’Istruzione non debba attuare nessuna fuga in avanti, evitando di accelerare in tempi per la presentazione delle domande ed attenersi a quanto stabilirà il legislatore.

Perché è chiaro che se dovessero sovrapporsi le due procedure, quella ministeriale rispetto alla parlamentare, quest’ultima avrebbe il sopravvento, ma a rimetterci sarebbe il sistema scolastico: le operazioni di avvio del nuovo anno, infatti, subirebbero un imperdonabile rallentamento, con conseguente compromissione della tempistica che si sono date le istituzioni e la stessa politica. L’accavallamento delle operazioni vanificherebbe l’obiettivo di concludere le immissioni in ruolo entro un mese e mezzo, il prossimo 31 luglio, e le assunzioni a tempo determinato entro il 31 agosto, in modo da avere tutte le oltre 200mila cattedre, di cui 113 mila in organico di diritto, coperte dal 1° settembre 2021. È già un progetto di difficile attuazione, ma che diventerebbe impossibile qualora il vincolo sulle assegnazioni provvisorie dovesse necessitare di diverse applicazioni”.

Sulle assegnazioni provvisorie “il Ministero vuole “correre” e punta ad aprire le operazioni per i docenti già dal 15 giugno”, anche a seguito delle informazioni che i sindacati hanno recepito nell’incontro tenuto con l’amministrazione scolastica centrale giovedì scorso sulla medesima tematica. A segnalarlo è Orizzonte Scuola, che fa anche osservare come questa data strida “con le richieste da parte dei lavoratori con vincolo quinquennale di richiedere l’assegnazione provvisoria in modo tale da poter ricongiungersi con il proprio nucleo familiare. Su questo, è la novità delle ultime ore, c’è da segnalare un pressing della politica per spostare le date di qualche settimana (probabilmente alla fine di giugno)”. Sempre secondo la rivista specializzata probabilmente, a breve, forse già nelle prossime ore, verrà “ufficializzata la data di avvio delle operazioni che, a meno di clamorosi ripensamenti, è fissata” già per “martedì 15 giugno”.

Continua, nel frattempo, l’opera del giovane sindacato per mettere mano al decreto Sostegni-bis già approvato dal Consiglio dei ministri, atteso dall’iter di conversione in legge dello Stato: attraverso una serie di emendamenti, diversi dei quali recepiti dai partiti e giunti alla V commissione Bilancio della Camera, Anief intende cancellare i vincoli di permanenza sulle sedi con la contrattazione collettiva, proprio per lasciare spazio all’assegnazione provvisoria annuale derivante da comprovate esigenze di famiglia. Oltre che di far cadere lo stop triennale in caso di soddisfazione ‘puntuale’, nella scuola indicata dal richiedente.

L’obiettivo dell’organizzazione sindacale è quello di accordare l’assegnazione provvisoria a “tutto il personale scolastico che abbia presentato relativa domanda”, in modo da “consentire la contemplazione del diritto al lavoro e del diritto alla famiglia, ad invarianza finanziaria, nel rispetto delle norme contrattuali”, in “deroga ai vincoli introdotti dalla sulle domande di assegnazione provvisoria per i neo-assunti degli ultimi due anni”. Una disposizione che risponde anche “al divieto di spostamento tra le regioni durante la pandemia”. In attesa degli sviluppi politico-sindacali, Anief continua a raccogliere ricorsi per la mancata mobilità del personale scolastico, che negano il ricongiungimento alla famiglia, tra cui quello specifico per chiedere subito l’assegnazione temporanea per i docenti con almeno un figlio con meno di tre anni”.
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