il caso

Castelporziano, quando l’Ufo “mancò” il Presidente

19 giugno 2021 | 09:30
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Castelporziano, quando l’Ufo “mancò” il Presidente
Castelporziano, quando l’Ufo “mancò” il Presidente
Castelporziano, quando l’Ufo “mancò” il Presidente

Un vero e proprio disco volante che compiva evoluzioni sopra la tenuta di caccia del Presidente della Repubblica italiana durante il mandato di Segni, nel 1963

Misteri – Mentre in questi giorni il mondo intero sembra in attesa delle rivelazioni dal Pentagono sugli Uap (Unidentified Aerial Phenomena), andiamo indietro nel tempo a ripescare nei loro archivi un caso italiano storico, uno dei più importanti mai capitati e non solo in Italia. Dai microfilm degli archivi un tempo segreti del Blue Book (il progetto di raccolta e analisi degli avvistamenti Ufo da parte dell’Aeronautica Militare Statunitense, tra il 1952 ed il 1970), spiccano le pagine relative ad un vero e proprio incontro ravvicinato ante litteram: avvistamento di un disco volante classico, con tanto di cupola ed oblò avvenuto alle ore 21:32 del 20 agosto di quell’anno, a soli 25 km dal Colosseo, addirittura all’interno della Tenuta Presidenziale di Castelporziano, che si estende tra Roma ed Ostia su una superficie di 6000 ettari delimitati dalle vie Cristoforo Colombo, Pontina e litoranea Ostia-Torvaianica.

Questo incontro ravvicinato del secondo tipo (ovvero accompagnato da effetti fisici) è l’avvistamento più interessante arrivato dall’Italia all’U.S. Air Force, ed ha avuto come fonte diretta l’Aeronautica Militare Italiana ed i relativi servizi di intelligence. Sul modulo segnaletico all’epoca già in uso alle Forze Armate italiane (traduzione proprio di quello dell’USAF) vennero descritte tutte le fasi dell’avvistamento, che qui riassumiamo.

Mentre stava guidando una Fiat 2300 a circa 75-80 km/h, l’autista (uno degli addetti al parco macchine del Presidente) si trovò davanti il misterioso oggetto volante dalla più classica forma di un disco con cupola. Istintivamente frenò, mentre il disco continuava ad avanzare e sorvolò l’auto per una prima volta, facendola vibrare, poi invertì la rotta e ripassò ancora sopra l’auto, facendola nuovamente vibrare. Dopo questi 15 secondi di passaggi, il velivolo sembrava tornato al punto di partenza, ovvero all’altezza di due alti alberi alla fine di un prato ma, superati di pochi metri gli alberi, di colpo cambiò assetto da orizzontale (con il piatto parallelo al terreno) a verticale (perpendicolare al suolo), mostrando per intero il “tetto” della torretta, una cupola, quindi, a velocità fulminea si allontanò verso sinistra, in direzione di Ostia. Durante lo spostamento del disco le piante sottostanti e circostanti non si muovevano minimamente, come se non ci fosse alcuna corrente d’aria dovuta allo spostamento. La luce tenue, fosforescente ed incostante propria dell’oggetto scaturiva solo da tre oblò ellittici.

I fari abbaglianti dell’auto mostravano una sua colorazione grigiastra. La dimensione del piatto inferiore poteva avere un diametro non inferiore a 12 metri, mentre la torretta sembrava essere di poco più grande dell’abitacolo dell’auto. Dopo la brusca frenata, il motore della 2300 si era spento, così che l’autista poté sentire un sibilo sommesso, come quello di un lontano aereo a reazione, che accompagnava le evoluzioni dell’oggetto.

Al di là del luogo in cui si svolse l’avvistamento, è interessante la modalità d’interazione tra l’Ufo ed il veicolo. Innanzitutto, la forte vibrazione, lo scuotimento avvenuto senza spostamento d’aria, come dovuto ad un forte campo magnetico, che però non lasciò (quando misurata qualche settimana dopo) una magnetizzazione della carrozzeria. Poi ci sarebbe da ragionare sulla mancata riaccensione del motore dell’auto. Sappiamo che si spense dopo la brusca frenata, probabilmente per non aver spinto la frizione, e che l’autista non riuscì a riaccenderlo, probabilmente per l’eccitazione del momento e non per un effetto elettromagnetico, considerando che i fari continuarono a funzionare, cosa rarissima in casi simili.

In base alle indagini e alle verifiche eseguite, il testimone è risultato preciso nelle affermazioni, considerato più che attendibile dai vari inquirenti che si sono succeduti (e visto il luogo dell’avvistamento ce ne sono stati da parte di organismi relativi alla sicurezza).
Questo infatti è un punto che si è sviluppato nel seguito della vicenda, quando sono entrati in campo i servizi di intelligence italiani. Di questi sviluppi parleremo nella seconda parte dell’articolo, ma posso da subito dire che il caso è rimasto senza una spiegazione: un autentico Oggetto Volante Non Identificato (Ovni come ancora adesso li chiamano i militari italiani).

Se osservate una luce o un qualcosa in cielo che, in tutta coscienza, non riuscite a spiegarvi, inviate una mail a misteri@ilfaroonline.it e mettetevi in contatto con il Cisu, al sito www.cisu.org oppure all’indirizzo www.ufotuscia.it

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