Il Caso

Infernetto, “mio figlio 12enne aggredito e deriso perché indossa smalto e eyeliner”

19 giugno 2021 | 13:26
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Infernetto, “mio figlio 12enne aggredito e deriso perché indossa smalto e eyeliner”

Il racconto della madre del dodicenne aggredito l’ultimo giorno di scuola: “Nessuno dovrebbe avere paura di essere se stesso, è inaccettabile”

Ostia – Gli hanno lanciato contro delle uova e lo hanno riempito di insulti omofobi, senza risparmiare neppure le amiche intervenute in suo aiuto.

E’ successo lo scorso 8 giugno ai Parchi della Colombo – teatro di un’altra aggressione nei giorni scorsi (leggi qui) –, nel quartiere Infernetto: lì un dodicenne è stato aggredito da un branco di coetanei perché, racconta la mamma a ilfaroonline.it, “non ha paura di essere se stesso”.

I fatti

“I Parchi della Colombo – ci spiega – sono l’unico punto di ritrovo ‘sicuro’ per i ragazzi del quartiere, l’unico che – essendo recintato – fa stare tranquilli noi genitori. E così, in occasione dell’ultimo giorno di scuola, mio figlio è andato lì a pranzo con quattro amiche di classe per festeggiare la fine delle lezioni. Mai ci saremmo immaginati che una cosa del genere potesse accadere”.

“Mentre erano sul prato a mangiare un gruppo di 20-25 ragazzini li ha circondati: prima li hanno presi in giro, poi hanno iniziato ad insultare pesantemente mio figlio, dandogli del ‘f****o di m***a’ e del ‘gay schifoso’. E, a quel punto, è partito il lancio della uova: una ha colpito violentemente la gamba di mio figlio, procurandogli un livido”.

“Lui, spaventato, si è allontanato, e ha chiamato il padre, che è subito venuto a prenderlo. Le amiche, però, hanno risposto alle minacce del branco, e sono state apostrofate con ogni genere di insulto sessista. Una di loro è stata persino presa a calci”.

I genitori del dodicenne, però, non hanno saputo subito come fossero andate veramente le cose. “All’inizio – racconta – nostro figlio non ci ha raccontato degli insulti omofobi ricevuti, forse perché troppo scosso. Ho pensato che si trattasse di una ragazzata, di un ‘gavettone’ andato un po’ troppo oltre, e sono andata lì per incontrare il branco di ragazzini che li aveva aggrediti, convinta che fossero più grandi di lui, magari dei sedicenni. Invece, mi sono trovata di fronte dei bambini, forse persino più piccoli di mio figlio e delle sue amiche. Poi, più tardi, le madri dei compagni di scuola di mio figlio mi hanno contattata e sono venuta a sapere la verità: inutile dire che a me e mio marito è preso un colpo, quando abbiamo saputo il reale motivo per cui mio figlio era stato aggredito”.

La mamma e il papà del dodicenne, infatti, non hanno mai posto limiti alla sua libertà d’espressione. “Mio figlio non ha mai avuto paura di esprimere se stesso, neppure quando era più piccolo: porta i capelli leggermente lunghi, indossa lo smalto, l’eyeliner, porta con sé una borsetta arcobaleno. E’ molto affascinato dal mondo Lgbt, pur avendo solo 12 anni. E’ in un’età delicata, in cui naturalmente c’è ancora molta confusione, ma quello che gli è successo è semplicemente inaccettabile: nessuno dovrebbe aver paura di essere chi vuole essere“.

E proprio per questo motivo i genitori, convinti di non potersi voltare dall’altra parte, hanno deciso di rivolgersi alle autorità. “All’inizio abbiamo presentato un esposto contro ignoti ai carabinieri di Casal Palocco e ci siamo messi in contatto con le presidi dei rispettivi istituti (i ragazzi che hanno aggredito mio figlio, infatti, non frequentano la sua stessa scuola media) chiedendo un intervento educativo nelle scuole del territorio. Poi, però, grazie a delle ricerche su internet, le amiche di mio figlio sono riuscite ad individuare i nomi dei principali responsabili, e l’esposto si è trasformato in una denuncia”, spiega la mamma.

Il flash mob

Subito è arrivata la solidarietà della scuola e dell’intero quartiere: i cittadini, infatti, hanno organizzato per oggi, sabato 19 giugno, alle ore 18.30, proprio ai Parchi della Colombo, un flash mob dal titolo “Tutti uniti sotto lo stesso arcobaleno”. L’intento, si legge nella locandina dell’evento, è promuovere “gioia, inclusione e tolleranza”, per “essere tutti liberi di esprimere chi vogliamo essere”.

“La risposta della comunità – racconta la madre del dodicenne – è stata immediata e fortissima: i residenti hanno deciso di organizzare una manifestazione e la scuola ha realizzato uno striscione per l’occasione. E mio figlio, inizialmente molto scosso e turbato da quanto accaduto, ha ritrovato la forza di combattere“.

Ai partecipanti è richiesto d’indossare una maglietta o un accessorio color arcobaleno. “Vogliamo dare un segnale forte, inequivocabile: è necessario lavorare sul rispetto, sull’inclusione, e noi adulti dobbiamo farci carico della responsabilità di costruire un mondo migliore per i nostri figli, che saranno gli adulti di domani”.
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