Covid-19, variante Delta, contagi e vaccini: cosa sta succedendo nel mondo

Preoccupa la diffusione in ogni parte del mondo della variante indiana. Dal 1 luglio Green Pass europeo per viaggiare da e per tutti i Paesi dell’Ue e dell’area Schengen
Variante Delta: cosa dicono gli esperti
Dare il Green Pass dopo la prima dose, come fa l’Italia, è un errore ”perché sappiamo che una dose sola copre meno in assoluto, e ancora meno contro la variante” ha detto in un’intervista a ‘La Repubblica’ Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e primario al policlinico Tor Vergata. ”Ad esempio sappiamo che la protezione di una dose di AstraZeneca contro la variante Delta è del 33% – ha spiegato – Dare un Green Pass a chi ha una copertura di un terzo sinceramente mi sembra tecnicamente non condivisibile. E infatti l’Europa consegna quel documento dopo la seconda”.
”Johnson&Johnson e AstraZeneca, i vaccini a vettore virale, coprono dalla Delta al 69%, anche se sul primo vaccino ci sono meno studi – ha sottolineato – I vaccini a Rna messaggero, Pfizer e Moderna sono al 79%”. Comunque tutti i vaccini, se si conclude il ciclo, proteggono dalle forme gravi di malattia, ha aggiunto Andreoni. ”Nel nostro ospedale – ha spiegato – abbiamo avuto due casi di variante Delta. Il primo era un uomo non vaccinato che ha avuto una forma semplice di malattia. La seconda è una novantenne che aveva fatto le due dosi di Pfizer di cui la seconda una settimana prima di infettarsi. È ancora ricoverata ed è più grave, a causa di un’insufficienza respiratoria. Probabilmente, essendo una novantenne, avrebbe avuto una evoluzione sfavorevole se non fosse stata vaccinata”.
Per chi ha fatto solo la prima dose ”l’appello è di stare attenti, anche se hanno il Green Pass. Israele, ad esempio, ci ha messo poco a veder peggiorare la situazione. La variante Delta si sta diffondendo in modo preoccupante, bisogna che le persone se ne rendano conto”. Mi preoccupa, ha spiegato, ”il rallentamento della vaccinazione soprattutto nelle categorie fragili, visto che sono scoperti ancora 2,6 milioni di ultrasessantenni. E poi sui vaccini c’è stata troppa confusione”.
“La situazione epidemiologica è più che buona, quindi era difficile mantenere questo obbligo, anche per il fattore caldo. Rimane però, l’esigenza di una certa attenzione, perché la variante Delta è inquieta e c’è il rischio che ci sia un colpo di coda del virus. C’è di buono che andando avanti così con le vaccinazioni, non ci sarà la proporzionalità tra l’incremento dei casi e l’incremento dei casi gravi”. Così Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi, virologo e docente dell’Università degli studi di Milano, ai microfoni di iNews24.it sulle possibili conseguenze negative del via all’obbligo delle mascherine all’aperto quando non ci sono assembramenti.
“Negli altri Stati abbiamo molti esempi sbagliati che evidenziano come comportamenti libertini possano portare a delle complicanze – ha sottolineato Pregliasco – Quindi andrei con cautela, raccomandando di portare sempre la mascherina con noi e usarla quando è necessaria in situazioni di affollamento, quando serve. Un po’ come si fa con gli occhiali da sole”. Per il virologo, “si sta rischiando un abbassamento di attenzione che già per molti era basso prima. Il rischio all’aperto, come si sa, è meno evidente, però bisogna stare attenti”. Ed ha aggiunto: “La Delta plus è sotto osservazione perché comprende anche una variazione tipica della Beta (vecchia sudafricana, ndr). È quindi un mix e sono arrivate in modo del tutto casuale. Però sono elementi evidentemente importanti per studiare le modifiche del Sars-CoV-2. I sintomi sono uguali. Ultimamente comunque si nota di meno la riduzione dell’olfatto e del gusto, ma la malattia è la stessa. Il virus è però più contagioso”. Ed ha spiegato che i vaccini disponibili sono efficaci anche su questa variante: “Con una dose al 30% e con due, invece, all’80-85%”. (fonte Adnkronos)