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Mafia pontina, il boss si pente e inizia a parlare: trema la cupola

Anche il genero di Ferdinando Ciarelli ha deciso di collaborare con la giustizia

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Latina – E’ un duro colpo quello inferto a una delle famiglie rom più note del capoluogo pontino e proprio da uno dei suoi boss più noti:  il 58enne Ferdinando Ciarelli detto il Furt che da qualche tempo ha deciso di collaborare con la giustizia. Scelta nella quale è stato seguito dal genero, il 31enne Andrea Prassitto che sta facendo tremare una struttura consolidata: il clan nomade di Latina ritenuto coinvolto dagli inquirenti in associazioni di stampo mafioso.

Il boss sta rendendo informazioni agli investigatori della Direzione distrettuale antimafia circa organizzazione, gestione, gregari e collegamenti esistenti all’interno di un gruppo conosciuto per le sue attività criminali e non solo nel capoluogo pontino, ma anche in centri della Ciociaria e nella periferia capitolina.

La consolidata struttura malavitosa di natura familiare con questa “nuova” collaborazione ha iniziato a vacillare provocando reazioni al suo interno. C’è chi ha preso posizione e lo ha fatto contro il capo-famiglia, è il figlio del Furt che si è dissociato dal padre e a differenza degli altri familiari più stretti che sono entrati nel programma di protezione ha deciso di restare a Latina.

Evidentemente la scelta di Ferdinando Ciarelli ha fatto saltare equilibri consolidati. Occorrerà vedere adesso quali saranno le conseguenze sia nell’organizzazione del gruppo, sia nelle indagini, in quest’ultimo caso quali saranno le conseguenze che le rivelazioni del pentito avranno sull’azione della Dda.

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