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Roma, al via le operazioni di sgombero del campo rom La Monachina

Raggi: "Altro importante obiettivo raggiunto nel percorso di superamento e chiusura dei campi rom presenti a Roma"

Roma – Da oggi il campo rom La Monachina chiude. Prosegue così, a pieno ritmo, il percorso di superamento e chiusura dei campi rom presenti a Roma. Questa mattina gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale hanno iniziato le operazioni per l’uscita dal campo delle ultime persone rimaste all’interno. Seguiranno poi le operazioni di pulizia e smantellamento dell’area.

Delle 105 persone presenti all’inizio del percorso, 9 nuclei familiari (33 persone) sono usciti dal campo spontaneamente; 14 nuclei (48 persone), invece, hanno firmato il Patto di Responsabilità Solidale con il Comune di Roma. Di questi, alcuni hanno fatto ricorso al mercato privato con un affitto, altri sono stati trasferiti temporaneamente in alloggi popolari destinati all’emergenza abitativa come prevede il progetto di cohousing del Comune di Roma “Dal campo al condominio”.

“Dopo Shiavonetti, Camping River, Foro Italico e l’Area F del campo rom di Castel Romano, oggi chiudiamo anche il campo di Monachina. È un altro obiettivo che abbiamo raggiunto e che conferma l’impegno dell’Amministrazione nel chiudere gli insediamenti presenti in città, mettendo fine a un sistema che favorisce la ghettizzazione, che fa spendere milioni di euro ogni anno alla città e che crea disagi per i cittadini. Pugno duro, quindi, contro chi delinque e assistenza per chi, invece, ha bisogno di aiuto. È il nostro modello, la ‘terza via’ basata su inclusione e rispetto della legalità, sulla tutela dei diritti e sul rispetto dei doveri”, dichiara la Sindaca di Roma, Virginia Raggi.

Né assistenzialismo fine a se stesso, né la chiusura dei campi senza reali alternative. A Roma non spostiamo il problema di qualche centimetro ma mettiamo in campo una metodologia precisa, una progettualità, un sistema che porti a una reale inclusione per chi si impegna in un percorso di autonomia. Durante il percorso di superamento del campo di Monachina sono stati 370 i colloqui effettuati dai funzionari dell’Ufficio Rom Sinti e Caminanti, oltre a quelli portati avanti dall’ente gestore, secondo la metodologia prevista dal Piano Rom che si basa sull’approccio uno a uno, come strumento motivazionale e di riflessione per un gruppo di persone che per anni ha subito solo interventi di contenimento, puramente assistenziali”, dichiara la delegata all’inclusione, Monica Rossi.

Politi (Lega): “Lo sgombero del campo rom è solo uno spot pubblicitario”

Lo sgombero del campo rom la Monachina è un mero spot pubblicitario. Dopo aver regalato case popolari e finanziamenti a pioggia e aver consentito illegalità diffusa in tutti i campi della Capitale, a fine mandato il Sindaco si sveglia e chiude un campo nomadi per gettare fumo negli occhi ai cittadini. Non è con queste meschinità che si garantisce sicurezza in una città come Roma. Fortunatamente a ottobre volteremo pagina e i campi nomadi li chiuderemo tutti”. Lo dichiara in una nota, Maurizio Politi capogruppo Lega in Assemblea Capitolina.

Giuseppetti: “Bambine e famiglie rischiano di rimanere in strada”

“Esprimiamo la nostra totale contrarietà sulle modalità di sgombero del campo nomadi de La Monachina con operazioni di smantellamento in assenza di un piano condiviso, senza trovare una soluzione sensata per le famiglie presenti e con ricollocamenti massicci in altre zone della città senza tener conto delle esigenze di bambini e minori”. Così in una nota la candidata ufficiale del centrosinistra per la Presidenza del Municipio XIII, Sabrina Giuseppetti, commenta le operazioni di sgombero del campo rom in zona Casal Lumbroso condotte questa mattina dagli agenti della polizia locale del Gruppo XIII Aurelio.

“Nonostante ci sia chi ha già lasciato il campo in autonomia – si legge nella nota di Giuseppetti -, sono 24 le persone che rischiano di rimanere in strada, senza un’alternativa valida. Il piano alloggiativo riguarda, infatti, solo chi è in possesso di un documento di identità e senza nessuna forma di tutela per chi ne è privo. Questa non è la sola emergenza, tra i punti contestati anche il reinsediamento forzato dei residenti de La Monachina senza alcuna continuità con lo sradicamento in quartieri e aree della città in assoluta mancanza di considerazione delle relazioni umane instaurate sul territorio, dei rapporti lavorativi in essere e dei processi di scolarizzazione dei minori realizzati nel corso degli anni.

Sottovalutato l’aspetto della salute pubblica tra le conseguenze più gravi dello sgombero forzato, vista la presenza di soggetti fragili tra i residenti del campo – prosegue la nota -, e che andrà a cancellare l’inserimento dei cittadini rom de La Monachina in progetti di percorsi sanitari come nel caso dei programmi per la vaccinazione da Covid-19. Un tema, quello della salute dell’area, messo a più riprese al centro dell’attenzione degli abitanti del quartiere su cui, però, non si sono registrati da parte dell’amministrazione comunale e municipale interventi di riqualificazione della zona invasa da tonnellate di rifiuti: vera emergenza per contrastare il degrado ambientale e sanitario.

Siamo dalla parte della legalità ma esprimiamo il nostro disappunto su un intervento che, per tempistiche e modalità di esecuzione, sembra soltanto una mossa in vista delle votazioni imminenti – le parole di Giuseppetti, recente vincitrice delle Primarie del Partito Democratico per il la presidenza del Municipio Aurelio e da sempre in prima linea sul campo con alle spalle esperienze come Assessore ai Servizi Sociali –. Non a caso già nella giornata di ieri si sono registrati i commenti trionfalistici della sindaca di Roma, Virginia Raggi, e della Presidente del Municipio Aurelio, Giuseppina Castagnetta, secondo cui lo sgombero de La Monachina rappresenta un successo nel percorso di superamento e chiusura dei campi rom presenti a Roma”.

“Da parte nostra crediamo – conclude Giuseppetti -, invece, che ci sia in gioco la vita delle persone e quindi che tematiche come queste non possano essere spot elettorali ma vadano affrontate con serietà, con azioni efficaci sul piano dell’inclusione e nel rispetto assoluto dei diritti umani e civili, considerando la dignità delle persone”.

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