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Ddl Zan, il testo arriva in Aula al Senato il 13 luglio

6 luglio 2021 | 20:14
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Ddl Zan, il testo arriva in Aula al Senato il 13 luglio

Bocciato il rinvio del testo della legge alla settimana del 22 luglio. Letta: “I voti ci sono, approviamolo”

Roma – Il Ddl Zan sarà in Aula al Senato il 13 luglio. Palazzo Madama ha bocciato il rinvio del testo del ddl Zan alla settimana del 22 luglio, come chiesto da Lega e Forza Italia. No anche alla richiesta di Fratelli d’Italia di non portare in Aula la legge. A questo punto, come previsto dalla capigruppo dello scorso 23 giugno, il ddl Zan sarà in Aula il 13 luglio, come chiesto dalle forze della ex maggioranza giallorossa, M5s-Pd-Italia Viva e Leu.

Sul tema, dopo gli interventi dei senatori, la presidente Casellati aveva chiesto una ulteriore riflessione, visto che “al di là di quanto chiesto da Fratelli d’Italia, le altre forze politiche si differenziavano per la richiesta di portare in Aula il testo con una settimana di differenza”.

Rischio ostruzionismo

La legge, che ha già ricevuto l’ok da Montecitorio lo scorso novembre, continua a dividere le forze politiche, che ora sono tutte all’interno della stessa maggioranza, a sostegno del governo Draghi.

“Adesso il Senato potrà discutere in modo trasparente questa legge di civiltà e ognuno si assumerà le proprie responsabilità”, plaude in serata la capogruppo dem Simona Malpezzi. Non nasconde il suo disappunto il collega leghista Massimiliano Romeo: “Vi state assumendo la responsabilità di avvelenare il clima della maggioranza, quel testo è divisivo”. Tutti si danno ora appuntamento al 13, una data che – visto anche il ricorso previsto al voto segreto – si annuncia come la giornata della lotta all’ultimo voto, con colpi di scena e alleanze ‘segrete’ che potrebbero far deflagrare le forze di maggioranza.

Da una parte restano Lega, Fi e Fdi, da sempre critiche con la norma Zan, accusata di essere una misura di legge liberticida, che penalizzerebbe i reati di opinione, dall’altra l’ex maggioranza giallorossa, con l’asse M5S-Pd saldo, che ora punta a trovare i voti in Senato, per approvare definitivamente la legge. Oggi in scia Iv e Autonomie, che nonostante dubbi sulle norme, soprattutto espressi dai renziani, hanno scelto di percorrere la strada dell’Aula, invocata da dem e pentastellati. Ma sui cui voti pro o contro gli emendamenti attesi, nessuno è pronto a giurare.

Questa mattina il presidente della Commissione Giustizia Andrea Ostellari ha presentato la sua proposta di mediazione: “Siamo intervenuti – aveva spiegato – sull’articolo 1 con una sintesi tra le varie proposte, è stato tolto qualcosa che dava un po’ di tensione, e riteniamo che questa sia la soluzione migliore anche dal punto di vista giuridico. Togliamo le definizioni ma indichiamo delle finalità”.

Nel testo Zan saltava dunque il riferimento all’identità di genere. Poi si prevedeva anche una modifica sull’articolo 4, relativo alla libertà di opinione “specialmente sull’ultima parte, quella più contestata”, ha ricordato Ostellari, saltando il comma che recita “purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”, e sull’articolo 7 che riguarda la libertà di educazione.

Modifiche apprezzate dai renziani, con Davide Faraone che ha invitato più volte dem e cinquestelle a prendere in considerazione le modifiche e anche dalla senatrice Giulia Unterberger, delle Autonomie. Proposte che a fine giornata sono rimaste sul tavolo, visto che M5S e Pd hanno deciso di arrivare in ogni caso all’obiettivo di portare il ddl Zan, con i suoi dieci articoli immutati, in Senato, dove il 13 luglio ad attendere la norma di ci sarà l’ostruzionismo degli emendamenti leghisti e il voto segreto.

Letta

“Calendarizzato il Ddl Zan. Quindi vuol dire che #iVotiCiSono. Allora, in trasparenza e assumendosi ognuno le sue responsabilità, andiamo avanti e approviamolo”, scrive su Twitter il segretario del Pd, Enrico Letta.

Ostellari

In precedenza, era stata registrata la fumata nera al tavolo dei capigruppo, senza accordo sulle modifiche proposte dal relatore Andrea Ostellari. “Continuerò a fare il presidente, senza farmi tirare dalla giacca da nessuno, vogliono andare in Aula? Si assumeranno la loro responsabilità”, ha detto Ostellari al termine del tavolo dei capigruppo. “Ho fatto una proposta di sintesi – ricorda – che aveva raccolto l’ok di Lega, Fi, autonomie, Iv, l’assoluta maggioranza del tavolo, ma si è voluto fare altro, noi eravamo per il dialogo, qualcuno ha detto di no”.

“Noi non abbiamo voluto forzare, avremmo avuto i mezzi, noi chiediamo un percorso ordinato per la legge Zan, non possiamo certo dare in questa sede via libera a articoli che snaturano la legge”. Sarebbero state le parole della capogruppo del Pd, Simona Malpezzi al tavolo dei capigruppo del Senato, al lavoro sul testo Zan. “Non sono d’accordo con la senatrice Unterberger – avrebbe aggiunto la dem – che parla di articoli che mediano”. “Noi – ricorda – abbiamo accolto l’idea tavolo subordinandola ad una data certa per l’arrivo in Aula”. (fonte Adnkronos)