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“E’ giunto il momento di fare”, Annalisa Muzio scende in campo per Latina2021

8 luglio 2021 | 19:58
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“E’ giunto il momento di fare”, Annalisa Muzio scende in campo per Latina2021

Muzio: “Chi sceglie “Fare Latina” lo fa con convinzione e mai per un proprio tornaconto. La nostra è un’unione di intenti, un progetto trasversale. Siamo centrali, centristi e liberali”

Latina – “E’ giunto il momento di fare”. E’ con questo slogan che, stamattina, Annalisa Muzio è scesa in campo per Latina 2021 con il movimento civico “Fare Latina”. Una candidatura che era nell’aria da tempo e a cui, ormai, mancava solo l’ufficialità.

Ecco chi è Annalisa Muzio

Ma chi è Annalisa Muzio? A spiegarlo, in conferenza stampa, dopo i ringraziamenti di rito, è stata proprio lei: “Sono un avvocato e sono la portavoce del movimento “Fare Latina”. Sono presidente della Consulta per i Borghi, dell’associazione “Minerva” e dell’Osservatorio per lo sport e il turismo sportivo.

Anche se il movimento è nato solo lo scorso gennaio, sono 3 anni, ormai, che siamo in mezzo alla gente, che ascoltiamo le esigenze dei latinensi. E proprio perché ascoltiamo sappiamo che questa per noi sarà una maratona, per usare un termine sportivo, lunga e complessa, ma che sappiamo di poter correre, proprio in virtù di quanto costruito in questi anni.”

Ma perché proprio “Fare Latina”? “Chi sceglie noi – sottolinea la Muzio – lo fa con convinzione e mai per un proprio tornaconto.Mai perché conviene, sempre e solo con e per amore, mettendosi al servizio dei cittadini. Chi si avvicina a noi sa cosa fare e, soprattutto, da che parte stare.

La nostra è un’unione di intenti, un progetto trasversale, perché noi vogliamo essere centrali, centristi e liberali. Perché siamo civici, ma fortemente politici, e questo, non è negoziabile per nessuno di noi.

Il nostro progetto nasce dalla volontà del fare, fare concretamente per il bene di Latina, di cui io mi dichiaro orgogliosamente cittadina, e dalla volontà di lasciarci alle spalle personalismi, veti incrociati e diktat.”

“Fare Latina”: un percorso che parte da lontano

Annalisa Muzio è il volto che ha raccolto una scommessa: quella di creare un terzo polo in una città, una vera alternativa a quelli che sono i partiti propriamente detti.

Quello di “Fare Latina” è un percorso partito da lontano, più di 3 anni fa, ed è un progetto formato da anime variegate, che hanno in comune il bene di Latina, a cui si propone di dare un impulso di futuro, una visione che la faccia uscire dall’immobilismo che, secondo la Muzio, ha caratterizzato la città negli ultimi anni.

Muzio: “Il terzo polo può esistere e oggi muove i suoi primi passi”

“Quella che presentiamo oggi – ha sottolineato la Muzio – è una rivoluzione, che oggi muove i suoi primi passi. Siamo la dimostrazione che il terzo polo può esistere e che insieme possiamo costruire la casa di tutti quelli che vogliono mettersi in gioco, metterci la faccia e che hanno la volontà di “fare”.”

Insieme. Perché questo polo non è costituito solo da “Fare Latina”, ma incassa l’appoggio anche di “Movimento Sport”, “Giovani Latina”, “Fare Latina Borghi” e “Fare Latina Cultura” (presenti alla conferenza anche l’ex assessore provinciale Fabio Bianchi che ha deciso di rimettersi in gioco, sostenendo il progetto di Fare Latina e tornando a fare politica dopo una lunga assenza; Shada Vitali, coordinatrice del Tavolo della Cultura e delle Arti, e Domenico Pappacena, presidente del Movimento Sport e Giovani).

Una squadra costruita sul programma, sulla politica e non sui partiti. Una squadra che, come sottolinea la Muzio, “ha valutato quello che è lo scenario politico locale. Arrivando a una conclusione: quello che stiamo vivendo e vedendo è sconfortante.”

L’analisi altrui, ma anche la propria. Cercare di capire come ottimizzare al meglio le personalità che fanno parte del progetto, senza creare personalismi, rimanendo “uomini e donne liberi e indipendenti che hanno creato il movimento e che ora sono pronti a confrontarsi con la cittadinanza, rimanendo figli del pragmatismo.”

I temi

Scendere in campo. Essere il terzo polo, l’alternativa al presente per costruire il futuro. Bene. Ma quali sono i temi, qual è la bussola, la direzione da cui partire? Per “Fare Latina” sono 3 i punti cardine: “Il primo punto riguarda l’organizzazione della macchina amministrativa, su cui bisogna lavorare per sciogliere l’eccessiva burocratizzazione che l’attanaglia e che rende sempre più difficile fare impresa al giorno d’oggi. Per questo, proporremo di istituire una delega ad hoc per la semplificazione amministrativa, che verrà affidata a una persona esperta.

Come riteniamo che sia necessario che le Consulte, non certo istituite a caso, entrino in Comune, stimolando costantemente il confronto tra amministrazione e cittadini, accorciando le distanze che li separano.” Una riorganizzazione che permetta, quindi, ai latinensi di essere fieri della propria città, “perché a Latina non manca nulla, deve solo imparare a valorizzare ciò che ha già.” Quindi, verde pubblico, sistemazione di strade e marciapiedi, turismo, senza, però “che l’ordinario diventi straordinario”.

Poi, un punto su cui lottare, per la Muzio, sarà il bilancio: “Non possiamo sempre e solo fare dei ciclostilati. Dobbiamo capire quali sono le priorità. Vogliamo la cultura, lo sport? Allora a questi capitoli vanno messi soldi, sennò rimaniamo fermi alle parole. Mai come in questo momento, dobbiamo capire come spendere al meglio i soldi e le opportunità che il Recovery fund ci offrirà.”

Infine, lo sviluppo, la visione di città che, per la Muzio, parte dal litorale. “Bisogna iniziare a piccoli passi e con investimenti per lo sviluppo della Marina. L’ultima grande cosa fatta per lo sviluppo del litorale, e di questo ne diamo atto, è la ciclabile dei tempi dell’amministrazione Zaccheo, ma siamo fermi lì.

Bisogna prendere esempio dalle realtà vicine, come Gaeta, e capire come partire, come muoversi, fare anche progetti a medio-lungo termine. Perché il nostro lungomare grida vendetta, considerato lo stato di abbandono in cui versa e considerate le potenzialità che potrebbe regalarci anche in termini di destagionalizzazione.”

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