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Giovani euromediterranei per fare pace tra gli umani e la natura

8 luglio 2021 | 11:15
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Giovani euromediterranei per fare pace tra gli umani e la natura

A Fiumicino la formazione del progetto Erasmus + “MeYou”

Come costruire la pace tra gli esseri umani e verso la natura”. Questo è lo scopo centrale del progetto Erasmus+ KA2 Mediterranean Youth versus Climate Crisis (MeYou), di cui è capofila il Movimento Nonviolento e che vede la partecipazione di associazioni da tutta l’area euromediterranea: Birdlife Malta, Innetica (Spagna), Elix (Grecia), Interfusion Service (Cipro), WIPSEE (Francia), Kongresi Rinor Kombëtar (Albania).

“Questo progetto, come molte delle attività delle nostre organizzazioni, – spiega Daniele Taurino del Movimento Nonviolento e coordinatore del progetto MeYou – è stato rallentato e riprogrammato a causa della pandemia. Dopo il primo incontro transnazionale ad Atene del settembre scorso e le attività virtuali messe in campo in accordo all’evoluzione della situazione pandemica, dal 22 al 26 giugno si sono tenuti a Fiumicino cinque giorni di formazione sulla connessione teorico-pratica tra ecologia e nonviolenza per il contrasto alla crisi climatica con l’obiettivo di trasferire alle ai giovani attivisti l’importanza di essere mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri ed esploratori di frontiera per usare le parole di Alexander Langer, figura ispiratrice del progetto.

È stata anche l’occasione per costruire insieme il valore aggiunto dei programmi Erasmus+: la gioia dell’incontro e della relazione, la possibilità concreta, almeno per qualche giorno, di vivere l’arte della convivenza. Un passaggio davvero fondamentale per la piena riuscita degli obiettivi del progetto, ma anche per consolidare le partnership e avviarne di nuove nel futuro nostro e delle organizzazioni coinvolte.

Spero che godremo insieme di un’esperienza di apprendimento completo che ci ha potenziato con le conoscenze, le competenze e gli atteggiamenti necessari per combattere la crisi climatica con la prospettiva e le tecniche nonviolente“.

L’attività formativa è stata divisa in tre moduli, tra loro intrecciati:

1. Pace a partire da noi con l’approfondimento dei propri stili e modalità nella gestione dei conflitti;
2. Pace con la natura con l’esplorazione della nostra relazione con l’ambiente, con le sfide della sostenibilità e della transizione ecologica:
3. Pace con gli altri con un’attenzione particolare all’advocacy, alle tecniche della nonviolenza e all’organizzazione di campagne nonviolente a tema ecologico.

La formazione, tenuta in lingua inglese, si è svolta in modalità interattiva, con momenti laboratoriali, ludici ed esperienziali. L’approccio inclusivo ha permesso ai giovani partecipanti di conoscersi e scambiarsi informazioni su se stessi e sul proprio Paese di provenienza: lo scopo di MeYou era anche quello di incontrarsi per condividere le proprie esperienze.

“Il primo e il secondo giorno – racconta Taurino – ha visto la conduzione del counselor relazione Manuele Messineo: con lui i partecipanti hanno potuto esprimere cosa significa per loro la pace nel quotidiano, per poi riflettere e condividere insieme le varie esperienze personali. Il tutto con il fine di incoraggiare l’autoriflessione e lo sviluppo dell’auto-indagine critica, della consapevolezza, dell’empatia e della compassione.

La seconda giornata si è conclusa con la visita dei partecipanti all’Oasi della Lipu di Ostia, con il vicepresidente Alessandro Polinori come guida d’eccezione: una bellissima occasione per mettersi direttamente a contatto con la natura ed apprendere sul campo le competenze per preservare e tutelare la biodiversità. In aggiunta, si è svolto anche un momento di raccolta e lettura al Parco Letterario Pier Paolo Pasolini, sorto all’interno dell’Oasi, nel luogo dell’Idroscalo dove ne fu ritrovato il corpo morto.

Il terzo giorno i volontari di Birdlife Malta hanno aperto il secondo modulo “Pace con la natura”, raccontando le attività e le esperienze che fanno sul campo, in termini di sostenibilità ecologica, rispetto degli altri esseri viventi e degli ecosistemi.

Il quarto giorno ho dedicato la mattina ad approfondire con i partecipanti varie definizioni della nonviolenza a partire dal motto “Ascoltare e Parlare” dei COS capitiniani, esplorando le due direttrici della nonviolenza che, non collaborando con il male, si oppone alla violenza e del programma costruttivo, del mondo possibile che vogliamo costruire, della trasformazione della realtà ingiusta nella quale viviamo. Nel pomeriggio è stata ospite della formazione Luisa del Turco del Centro Studi Difesa Civile che ha arricchito la discussione con l’approccio internazionale e di genere al peacebuilding”.

“Durante l’ultimo giorno – prosegue Taurino – abbiamo sperimentato assieme alcune tecniche della nonviolenza, dai sit-in al rapporto con le forze dell’ordine e il trascinamento, dalla catena umana al servizio d’ordine nonviolento durante le manifestazioni.
La seconda parte dell’ultima giornata ha avuto come ospite Mao Valpiana, il presidente del Movimento Nonviolento, che ha condiviso con i giovani la vita politica di Alexander Langer e delle sue attività nonviolente. Ancora una volta la figura di Alex ha destato un grande interesse nei giovani per la sua capacità di stare dentro i conflitti, di portare la nonviolenza nei contesti istituzionali, di connettere chiaramente le tematiche ecologiche e quelle della nonviolenza e della convivenza tra i popoli. Emozionante è stato il momento conclusivo della formazione: tra gli applausi dei presenti ogni partecipante ha ricevuto il proprio attestato di partecipazione.

Il filo rosso, come accennato, è stato quello della langeriana arte della convivenza: è infatti un punto centrale della nonviolenza che ispira il nostro cammino sulle orme di Gandhi, MLK e di Aldo Capitini. Questa espressione ci è sembrata in grado di descrivere bene lo spazio per una nuova Europa, che scelga finalmente di essere a pieno titolo potenza di pace, rifiutando ogni complicità, morale ed economica, con chi continua a preparare guerre e a costruire gli strumenti – armi, ma non solo – che le rendono possibili”.

“In questa prospettiva – spiega Daniele Taurino – la formazione, che vedrà poi ulteriori sviluppi nei vari contesti locali delle organizzazioni europee, ha avuto l’obiettivo di favorire tra i giovani l’acquisizione di competenze indispensabili per una cultura della pace e della nonviolenza, esplorare strumenti culturali e linguistici per la gestione, la mediazione e la trasformazione nonviolenta dei conflitti. Soprattutto nel contesto contemporaneo, queste esperienze e competenze devono essere coltivate per rispondere al crescente bisogno di partecipazione della società civile e dei giovani alla progettazione del proprio presente e futuro minacciato dalla crisi climatica. Sono ormai numerose le esperienze di rigenerazione territoriale partecipata in atto in molte regioni e località del mondo; esse sono il fulcro di un possibile futuro conviviale e desiderabile per l’Europa e l’umanità intera. È, quindi, necessario valorizzare queste esperienze, identificare le buone pratiche così come le sfide e promuovere la loro diffusione.

Nel contesto dell’azione per proteggere la biodiversità, la natura, l’ambiente e il clima, la nonviolenza ci invita anche a sperimentare le modalità di fare pace con la natura. Vivere coscienziosamente e in pace con la natura deve significare che, a livello locale, regionale o globale, dobbiamo stabilire relazioni umano-natura in modo che né la salute del nostro pianeta né l’ambiente naturale e i mezzi di sussistenza degli esseri umani e degli altri animai subiscano danni permanenti a causa degli stili di vita umani e degli interventi negli ecosistemi. In breve: la sostenibilità e la vitalità futura dovrebbero guidare le azioni che intraprendiamo come società, mentre le decisioni politiche ed economiche dovrebbero dare priorità alla capacità recupero del nostro pianeta.
È chiaro che l’umanità nel suo complesso da secoli sta facendo la guerra alla natura. Anche la pandemia mondiale di Covid-19 non è un disastro naturale, ma può essere ricondotta agli interventi umani negli habitat di flora e fauna che hanno indebolito la resilienza di questi ecosistemi.

Eppure qualcosa si sta lentamente muovendo anche a livello istituzionale-politico: l’Agenda 2030 fornisce obiettivi e orientamenti per lo sviluppo sostenibile su scala globale e per fare pace tra gli esseri umani e con la natura: indicano la strada verso stili di vita e modelli economici orientati al futuro e socialmente equi che mantengano la capacità ecologica della Terra, vivendo in pace con la natura per mantenere i cinque beni comuni globali di biodiversità, clima, acqua, terra e oceani. In breve, l’Agenda 2030 stabilisce il “cosa” ma per noi questo non può essere separato dal “come”. La nonviolenza ci insegna che mezzi e fini vanno sempre tenuti insieme in modo coerente e che l’unica possibilità di trasformazione parte sempre dal basso, senza escludere nessuno, con l’energia di chi è innamorato e non aspetta che lo siano tutti gli altri per iniziare ad agire. Quindi, se ‘fare la pace con la natura è il compito determinante del XXI secolo’ non possiamo pensare che sia possibile farlo senza intaccare le strutture violente che ci condizionano dall’interno, nelle relazioni con gli altri, nelle dinamiche di potere sempre crescenti, nel nostro rapporto, appunto, con la casa comune Terra. Siamo persuasi che formazioni internazionali come quella appena trascorsa possano generare e far fiorire molte iniziative locali e internazionali alimentate dalla forza della nonviolenza. Senza l’illusione che tutto si possa risolvere in un istante, ma con la convinzione che possiamo sempre dare il nostro contributo. Meglio, se insieme”.

“Nello spirito del MN – conclude Taurino – di unire tensione e familiarità, la formazione del progetto MeYou non è stata soltanto un momento didattico di apprendimento, ma anche di socializzazione: tante sono le amicizie nate alla fine di questa settimana e tante le relazioni che si sono venute a creare grazie a questa preziosa occasione di condivisione. Fondamentali a questo scopo sono state le cene di gruppo nei vari locali di Fiumicino e dintorni e le visite alla scoperta di Roma, una novità per chi non l’ha mai visitata e una piacevole riscoperta per chi già la conosce”. Una grande soddisfazione, quindi, per il Movimento Nonviolento e per tutti i ragazzi che hanno reso possibile la realizzazione di MeYou.
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