La dichiarazione

Scuola, record di posti vacanti: oltre 260mila, il 25% di tutto il personale

8 luglio 2021 | 09:00
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Scuola, record di posti vacanti: oltre 260mila, il 25% di tutto il personale

Pacifico (Anief): “Non approvare le nostre proposte, significherebbe mettere la scuola in ginocchio”

Scuola – Il calcolo dei posti da coprire a oggi nella scuola – per l’esattezza 263.640 – è stato realizzato dall’Ufficio Studi dell’Anief. Si tratta di una carenza cronica di lavoratori di ruolo che non ha eguali in alcun comparto pubblico e nemmeno nel privato. Il numero deriva dalle comunicazioni fornite in questi giorni dal ministero dell’Istruzione sugli organici, in attesa dei trasferimenti del personale di ruolo. La categoria che risulta di gran lunga priva di dipendenti titolari è quella dei docenti: quasi 113mila sono quelli vacanti a tutti gli effetti, a cui si aggiungono circa 80mila cattedre di sostegno cosiddette “in deroga”, ovvero libere ma collocate per legge a supplenza fino al 30 giugno dell’anno successivo. Poi vi sono almeno altre 30.000 cattedre in organico di fatto, da considerare in realtà in maggioranza utili anch’esse per le assunzioni. Consistente è pure la quantità di posti disponibili tra i docenti di religione cattolica, per i quali si attende il concorso da ormai quasi 20 anni: circa 7mila risultano vacanti, a cui se ne aggiungono almeno altri 3mila, sempre liberi, collocati in organico di fatto per via di un discutibile accordo Cei-Ministero.

Quasi mille sono i dirigenti scolastici mancanti all’appello, con alcune centinaia ancora in attesa dopo avere vinto gli ultimi concorsi. Ancora peggio è il quadro dei Direttori dei servizi generali e amministrativi: ne servirebbero ben 2.340 a fronte di poco più di 8mila istituti scolastici autonomi, con la categoria che conferma un posto libero ogni 3-4 scuole pur avendo a disposizione diverse centinaia amministrativi facenti funzione invece lasciati al palo. Infine, va segnalata la carenza anche tra gli educatori, equiparati ai docenti della primaria: ne mancano 350 su 2.296 previsti in organico, con una mancanza di lavoratori di ruolo anche in questo caso non indifferente, considerato che supera il 15%.

Secondo Anief, i numeri sono eloquenti: “La quantità di precariato in Italia ha raggiunto l’apice, con effetti devastanti sulla didattica e sul servizio pubblico fornito dalle nostre scuole. Per rispondere ad una emergenza di carattere professionale e sociale, il giovane sindacato ha presentato una serie di emendamenti al decreto Sostegni-bis che porterebbero da subito alla stabilizzazione dei tanti precari che da anni coprono così tanti “buchi” lavorativi. Marcello Pacifico, leader dell’Anief, ritiene che “non approvare le nostre proposte, che sono anche quelle di numerosi gruppi politici anche della maggioranza, significherebbe mettere la scuola in ginocchio. Tra l’altro in un periodo reso ancora più complicato dall’emergenza pandemica: mantenendo le regole degli ultimi anni che non permettono nemmeno la copertura del turn over, nelle prossime settimane si assumeranno solo qualche decina di migliaia di precari, vanificando le autorizzazioni del Mef, e lasciando che l’inizio dell’anno scolastico si trasformi nell’ennesima caccia al supplente. Tra i docenti, come tra tutto il resto del personale scolastico”.

Il Parlamento ha tra le mani le sorti della scuola italiana. Ne è convinto Marcello Pacifico presidente nazionale Anief, nei giorni scorsi eletto anche come presidente per i prossimi 4 anni dell’Accademia della Cesi, la Confederazione europea rappresentativa di oltre cinque milioni di lavoratori europei (leggi qui). “Siamo all’assurdo perché abbiamo la possibilità di assorbire in ruolo il personale che ciclicamente, ogni anno, viene utilizzato come supplente: lo stesso personale, con titoli, che lo Stato ha selezionato, formato e specializzato, ma che per motivi ideologici e blocchi normativi continuiamo a tenere nel limbo. Eppure la Direttiva Ue 1999/70/CE parla chiaro: il personale degli Stati membri non può essere assunto e licenziato di continuo, dopo 36 mesi va assorbito nei ruolo. Una posizione ribadita qualche mese fa dal Comitato europeo per i diritti sociali, che ha accolto il nostro ricorso 146/2017 proprio sull’abuso di precariato e per attuare l’assorbimento automatico nei ruoli dopo aver raggiunto una certa soglia di supplenze”.

“In Italia – continua Pacifico – viviamo una situazione che non ha eguali in nessun Paese dell’Unione europea. A maggio la situazione sembrava che si fosse sbloccata, con il Patto per la Scuola che assieme agli altri sindacati rappresentativi abbiamo sottoscritto a Palazzo Chigi con l’assenso del ministro Patrizio Bianchi. Poi, però, subito dopo il Decreto Legge 73/2021 ha sovvertito tutto, prevedendo solo una piccola parte di docenti da Gps e senza attuare alcun reclutamento urgente per le altre categorie. Rimane, è vero, una speranza: quella che dalla discussione del DL Sostegni-bis entrata nel vivo in questi giorni scaturisca un assenso rispetto agli emendamenti presentati, con apertura delle assunzioni anche da seconda fascia Gps, con TFA-PAS straordinario, immissione in ruolo del dirigenti scolastici vincitori, anche con riserva, dei concorsi già svolti, con l’assorbimento dei facenti funzioni Dsga, con l’avvio rapido di corsi abilitanti, una sessione riservata per i precari storici di religione cattolica ed educatori, e di concorsi veloci per tutte le classi di concorso. E con la procedura automatica in ruolo per tutte le professionalità Ata che hanno svolto 24 mesi, che contano orami quasi 30mila posti liberi”.
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