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“Devono morire tutti”, terrorista francese arrestato a Terracina

10 luglio 2021 | 11:48
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“Devono morire tutti”, terrorista francese arrestato a Terracina

E’ stato individuato grazie a una complessa attività investigativa condotta dalla Digos della Questura di Latina

Terracina – E’ stato rintracciato dalla Polizia a Terracina un 40enne che il 29 maggio era evaso da un centro psichiatrico di Bassen in Francia, ricercato in ambito Schengen e indagato per apologia del terrorismo, minacce aggravate, per reati contro la persona e in materia di stupefacenti. Ma è noto anche per aver esaltato l’operato di Mohamed Merah, autore degli attentati di Tolosa e Montauban del 2012 nel quale rimasero uccise numerose persone ed era indicato dalle Autorità francesi quale soggetto pericoloso.

Alla sua individuazione si è giunti all’esito di una complessa attività investigativa condotta dalla Digos della Questura di Latina e da personale specializzato del Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione/Ucigos, iniziata nel maggio scorso dopo che ne erano state riscontrate tracce di passaggio presso le stazioni ferroviarie di Genova, Roma e Napoli.

Il 7 luglio scorso la Sala Operativa Internazionale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (Scip), attiva H24 nei collegamenti con strutture di polizia estere, ha segnalato in tempo reale che lo straniero aveva inviato una serie di mail all’Ispettorato Generale di Polizia Nazionale transalpino contenenti minacce all’indirizzo dei “francesi e delle loro istituzioni” sostenendo altresì di voler “porre fine alla propria vita uccidendo la gente”.

Immediati approfondimenti di carattere tecnico hanno consentito di circoscrivere l’area da cui l’uomo aveva inviato le e-mail di minaccia, permettendo al team investigativo della Digos di Latina e della Dcpp/Ucigos di giungere in poche ore all’individuazione del suo nascondiglio e di bloccarlo rendendolo inoffensivo. Il soggetto è stato quindi condotto in sicurezza presso il Centro di Cooperazione di Polizia Internazionale di Modane (FR) e consegnato alle Autorità transalpine in esito a una procedura di riammissione immediatamente attivata tra la Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere e la polizia francese.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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