L'intervista

Raffaele Paganini alla scuola “La Danza” di Ostia: “Mi dedico ai giovani per aiutarli a ricominciare”

13 luglio 2021 | 20:11
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Il celebre ballerino sarà presente una volta al mese ai corsi accademici, per dare supporto agli insegnanti e ai giovani danzatori

Ostia – “La danza, non avendo verbo, è uguale in tutto il mondo: è leggibile attraverso gli occhi e l’anima“. Così Raffaele Paganini,  descrive cosa rappresenta per lui la forma d’arte a cui ha dedicato la sua vita. Con alle spalle una carriera nazionale e mondiale come ballerino, danzatore etolie ed attore di teatro, Paganini è uno dei maggiori esponenti della danza italiana ed è presente qui oggi, 13 luglio 2021, alla scuola “La Danza – Progetto Formazione Danzatori” di Ostia, proprio per trasmettere questa passione ai giovani e per supportarli nel loro percorso, soprattutto nel drastico periodo che tutto il mondo dello spettacolo dal vivo sta attraversando.

Per portare avanti questo obiettivo, il celebre danzatore sarà presente una volta al mese presso la scuola ad insegnare o supportare gli insegnanti durante i corsi accademici. Paganini ha raccontato a ilfaroonline.it cosa si può e si deve fare per ripartire, per restituire vita allo spettacolo dal vivo in Italia, dando consigli a tutti i giovani che amano la danza ed invitandoli a non mollare mai.

“E’ un onore oltre che un piacere avere Raffaele Paganini nella nostra scuola – ha commentato Federica Testa, presidente e direttore artistico della scuola La Danza Progetto Formazione Danzatori -. Noi saremo ancora più carichi nel nostro lavoro, con ancora più voglia di fare e di apprendere da lui. Mi piacerebbe che questo messaggio arrivasse anche ai ragazzi, perché noi siamo qui per loro. Buttiamoci questo brutto periodo alle spalle e cerchiamo di ripartire carichi a settembre. Noi siamo pronti e da adesso lo saremo ancora di più con il maestro accanto”.

L’intervista a Raffaele Paganini

Il mondo dello spettacolo è stato uno dei settori più colpiti dalla pandemia, cosa si sente di dire ai giovani che hanno la passione per la danza e a quelli che hanno rinunciato ad inseguire i propri sogni?

Quelli che hanno abbandonato, lo hanno fatto per il momento di crisi? Questo non lo posso accettare. Bisogna ripartire, bisogna ricominciare i giovani devono avere forza e coraggio, perché se non ci siamo abbattuti noi, perché dovrebbero farlo loro? Hanno una vita davanti per studiare e poi lavorare. Vorrei parlare ad uno ad uno a questi ragazzi: non vi buttate giù, dovete continuare, perché questa sarà la prima prova di forza che voi affronterete con voi stessi. Se posso fare qualcosa io ci sono, c’è la nostra scuola, siamo pronti ad accogliervi e vi aspettiamo a braccia aperte.
Per quelli, invece, che stanno appena iniziando il percorso della danza auguro un buon inizio. Dobbiamo recuperare questo anno perso, ma nulla ci abbatterà. Dobbiamo essere forti. Noi insegnanti, con le nostre strutture, siamo pronti ad accogliere tutti per ricominciare. 

In una società in cui i giovani sembrano aver perso i valori, quanto la danza con la sua disciplina e il suo rigore può preparare i giovani a vivere nella società?

Per me la danza è uno degli sport più completi, ma a differenza degli altri sport sfocia nell’arte e diventa uno sport artistico. Credo che questo sia il momento più giusto per una ripartenza. Andiamo avanti senza mai fermarci. Senza la speranza non c’è futuro, io sono uno che ha sempre sperato e sto ancora sperando che succeda qualcosa. Probabilmente succederà o è già successo e non me ne sono accorto. Però, sono convinto che la danza sia uno di quegli sport che riunisce la gente, riunisce i ragazzi e riesca a dare la speranza di ripartire. Non dimentichiamo che tutto parte dal movimento fisico, che genera adrenalina e mette in moto il cervello. Buono sport e buona danza a tutti.

La danza, con la cultura che veicola, con la sua musica e la sua capacità di immergersi in determinati periodi storici, rappresenta un’elevazione sia dal punto di vista fisico che culturale, quanto può incidere la danza sulla crescita culturale del Paese?

Io sono uno di quelli che ha lavorato tantissimo all’estero, ma che è sempre tornato in Italia. L’arte e la cultura nel nostro Paese sono sempre stati un po’ trattati da “ruota di scorta” e questo, ed è addirittura difficile per me dirlo, mi fece pensare di non rientrare più. Invece, sono tornato, ma non è stato il modo in cui è concepita l’arte qui in Italia che mi ha fatto rientrare. Quello, purtroppo, mi avrebbe fatto restare fuori. Qui faccio una piccola critica: svegliamoci, diamoci una mossa, perché l’arte è importante nel nostro Paese. Probabilmente la viviamo così perché ne abbiamo troppa e ne siamo un po’ abituati. Allora cerchiamo di mantenerla, perché le persone che vengono da fuori vengono a vedere le nostre opere, i nostri balletti.  Non è un caso che all’estero ci siano il 50% dei danzatori italiani: questo è motivo d’orgoglio, ma noi dovremmo essere capaci di farli rientrare e per riaccorglierli dobbiamo fornirgli le strutture. 20 anni fa c’erano 14 enti lirici in Italia.. Adesso ne sono rimasti aperti solo 3… come dice Marzullo “Facciamoci una domanda e diamoci una risposta”…

Lei è uno dei più grandi esponenti della danza italiana, ma famoso in tutto il mondo. Come sta vivendo il suo presente e quali sono i suoi progetti futuri?

In questo momento mi sto dedicando ai giovani, li sto supportando, cerco di criticare le istituzioni per fare in modo che i giovani abbiano un futuro. Perché se andiamo avanti così, poi avremo da che pentircene. Quindi, cerchiamo di fare qualcosa prima, perché tutto è possibile basta volerlo. Sarebbe bello riportare in auge lo spettacolo dal vivo. Quello che io auspico è che lo spettacolo in Italia riprenda vita, ma per fare questo ci vogliono dei finanziamenti per aiutare i teatri che sono veramente a terra. Il teatro dovrebbe essere reso accessibile a tutti: il teatro va aiutato.
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