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Vaticano, processo per gli abusi sui chierichetti del Papa: il 6 ottobre la sentenza

Il Presidente del Tribunale vaticano: “Ogni contributo è stato prezioso, il Tribunale a questo punto è in grado di decidere”

Città del Vaticano – Il 6 ottobre 2021 la sentenza del processo che si sta celebrando in Vaticano sul caso dei presunti abusi sui chierichetti del Papa nel Preseminario. Ad annunciarlo è stato il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone al termine dell’udienza odierna: “Ogni contributo è stato prezioso, il Tribunale a questo punto è in grado di decidere”.

Nelle aule del tribunale di Oltretevere sono state ascoltate le arringhe dell’avvocato Rita Claudia Baffioni, difensore Martinelli, e dell’avvocato Emanuela Bellardini, difensore dell’Opera Don Folci. Presenti i due sacerdoti imputati, Martinelli e Radice. Assente, invece, la presunta vittima. Tra i banchi anche don Angelo Magistrelli, responsabile Opera Don Folci e attuale rettore del Preseminario.

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Le richieste degli avvocati

Baffioni ha chiesto alla Corte il proscioglimento di Martinelli per improcedibilità. L’avvocato ha evidenziato un vizio procedurale: “Questo processo non si doveva celebrare”, perché si è svolto sulla base del Rescriptum del Papa del 29 luglio 2019 per cui si può procedere solo sull’ipotesi di reato di abusi di maggiorenni su minori. “Non sono emerse prove negli anni in cui la presunta vittima era minore di atti di violenza e di libido”, ha detto Baffioni, secondo cui sarebbe venuto meno il presupposto principale del Rescriptum del Papa: la tutela del minore.

Prendendo in considerazione solo il periodo della maggiore età della presunta vittima, in quel caso sono scaduti i termini di un anno per presentare la querela di parte. Perciò l’avvocato ha chiesto che Martinelli venga prosciolto. In subordine ha chiesto l’assoluzione con formula piena perché “il fatto non sussiste”; in secondo subordine, una condanna con il minimo della pena. Ha chiesto altresì di respingere tutte le domande risarcitorie della parte civile.

Bellardini ha chiesto l’assoluzione con formula piena per entrambi gli imputati per non aver commesso il fatto e di respingere integralmente tutte le domande risarcitorie della parte civile “di qualunque tipo”.

“Non c’è il fatto di reato e quindi non c’è la responsabilità civile”, ha esordito l’avvocato Bellardini, spiegando che l’assenza di reato si riscontra sia nelle indagini della Polizia italiana che nella istruttoria processuale. In particolare, Bellardini si è soffermata sulla differenza di età tra Martinelli e la presunta vittima: 7 mesi e 9 giorni. “Non è chiaro quando sono iniziati gli abusi, l’unica circostanza certa è che il ragazzo ha iniziato il Preseminario nel 2006-07 quando aveva 13 anni e Martinelli da pochi giorni 14 anni. Non siamo quindi davanti a un abuso – se abuso c’è stato – tra un adulto, un sacerdote, un seminarista e un minore”.

Per l’avvocato è contraddittoria la collocazione spazio-temporale delle dichiarazioni della presunta vittima. Anzitutto la presunta vittima, anche nella lettera al vescovo di Como Diego Coletti, aveva parlato di plagio psicologico nel primo anno e di violenza fisica dal secondo in poi. Poi, ha parlato di pratiche avvenute nella stanza comune, intorno alle 23.30, due-tre volte a settimana per 9 mesi per 6 anni. Per la legale è “un po’ strano” che il giovane subisse queste violenze per tutto questo tempo senza urlare, picchiare, respingere ma solo facendo rumore sbattendo cassetti. La presunta vittima aveva giustificato la sua reazione dicendo che non voleva urlare per non svegliare i compagni che poi lo avrebbero visto nel letto con Martinelli e quindi additato come omosessuale. “Appare molto poco credibile che aveva questo timore perché facendo rumore comunque gli altri si sarebbero potuti svegliare”.

Bellardini ha messo in discussione la dichiarazione della presunta vittima che gli atti di sodomia avvenissero nella stanza cosiddetta “farmacia”, dal momento che quella stanza non è mai stata inutilizzata: dal 2008 al 2011 è stata occupata da un assistente del Preseminario e poi da un altro allievo dal 2011 in poi. L’avvocato ha poi ricordato le dichiarazioni del giovane nella sua denuncia sul fatto che alle presunte avances di Martinelli in canonica lui fosse andato via: “Se poteva disattendere e scappare, vuol dire che non c’era tutta questa autorità da parte di Martinelli”. Secondo la legale, Martinelli non aveva questo grande ruolo di responsabilità descritto da molti e mai nessuno è stato allontanato per colpa sua.

Inoltre, ha aggiunto Bellardini, “è difficile credere che uno rinunci alla propria integrità fisica per servire una messa, anche se del Papa, o per il timore di essere mandato via”. Tra l’altro, ha aggiunto, in riferimento al fatto che la presunta vittima provenisse da un piccolo paesino con una realtà difficile: “Non stiamo parlando di un paese dei primi anni dell’800, ma di un paese del nord Italia. E parliamo dei primi dieci anni del 2000, con ragazzi che usavano il cellulare, giravano video, non così fragili e incapaci che, pur di servire messa, accettavano di subire abusi tre volte a settimana per sei anni. Oggettivamente si fa fatica a crederlo”.

Quanto ai testimoni oculari, Bellardini ha ricordato – come già ieri l’avvocato della difesa della presunta vittima – che nessuno ha mai visto né sentito nulla sulle violenze, neanche i compagni di stanza: “Manca la prova delle condotte ascritte a Martinelli, manca la prova che il fatto sia davvero avvenuto”.

Ricordando le parole di alcuni testi, l’avvocato ha detto inoltre che è sbagliato descrivere la presunta vittima come una personalità remissiva, ma anzi, a detta di molti, era un “attacca brighe” e discuteva molto spesso e in maniera accesa con lo stesso Martinelli, soprattutto quando nel 2012 condivideva con lui la stanza. Molti descrivono il ragazzo come un tipo che prendeva in giro gli altri, che non si faceva mettere i piedi in testa e in competizione con Martinelli.

L’avvocato ha parlato poi di Kamil Jarzembowski, l’ex allievo polacco finora unico testimone oculare dei presunti abusi, che l’8 aprile 2021 ha presentato una richiesta risarcitoria all’Opera Don Folci “per quello che ha subito nel Preseminario”. Kamil è “il deus ex machina” di tutta questa vicenda, ha detto Bellardini. Nelle varie lettere inviate anche ad autorità vaticane diceva che la presunta vittima e Martinelli volevano “saziare la loro libido”, usando il plurale: “Una frase copia e incolla in tutte le lettere”. La versione cambia in quest’aula, ha sottolineato l’avvocato, e Kamil descrive la presunta vittima come non consenziente. Sempre Kamil diceva che Martinelli annunciava il suo arrivo nella stanza tramite sms e che in due occasioni lui stesso gli ha detto: “Cosa ci fai qua?”, intimorendolo e costringendolo ad andar via. Per Bellardini, è proprio questa la dimostrazione che manca l’aggressione e la costrizione carnale.

“Kamil ha scritto una sceneggiatura tesa a descrivere un clima negativo, ma perché nel 2014, dopo essere stato espulso, chiede di tornare? Ha assistito a drammi, ma vuole rimanere”.

La legale si è soffermata poi sulle presunte “coperture” dell’Opera Don Folci e dei vertici del Preseminario. “Che don Enrico sia stato attento è un dato oggettivo”. È falso che i sacerdoti del Preseminario non si confrontassero col rettore e che il clima fosse così conflittuale, come descritto in lettere anonime e testimonianze; anzi ha ricordato diverse occasioni in cui c’è stato un confronto tra Radice e il vice don Ambrogio Marinoni e l’assistente spirituale don Marco Granoli. Inoltre, vescovi e cardinali avevano un rapporto diretto e libero con gli stessi ragazzi. Lo stesso Coletti, appena appresa della lettera anonima inviata al Papa nel 2013, si è “scapicollato a Roma” per parlare con il cardinale Angelo Comastri.

Un’altra contraddizione che, secondo Bellardini, emerge è quella che Radice non avrebbe agito dopo la richiesta d’aiuto della presunta vittima. che ha ammesso di non essere mai stato esplicito col rettore, di aver parlato solo di “fastidio” e “disagio” ma non di abusi o sofferenze. Radice però, a detta della presunta vittima, gli avrebbe risposto in maniera aggressiva minacciandolo di cacciarlo dal Preseminario. “Ma davanti a delle frasi tanto evanescenti che non facevano pensare a condotte del genere, perché Radice avrebbe dovuto minacciare il ragazzo? Sono affermazioni (quelle della presunta vittima) non credibili”. Per l’avvocato, “è evidente che c’è stata una grossa costruzione e che queste persone hanno sfruttato delle modalità di confrontarsi”.

Bellardini ha respinto quindi ogni richiesta di risarcimento per i danni presentata dalla parte civile, dal momento che non esiste in concreto “un danno biologico – la presunta vittima non ha mai presentato una ricevuta di una terapia farmacologica: ‘È l’unico danno che si può certificare con una fattura, non si può credere sulla parola di aver fatto terapia e di aver speso una certa cifra’”, e “un danno morale, in quanto la valutazione clinica della presunta vittima, condotta da un psicoterapeuta e non da uno psichiatra, dice che il ragazzo ha disturbi della sfera sessuale per atti imposti di potere esercitato da adulto abusante: ‘Ricordiamo i 7 mesi e i 9 giorni di differenza di età… Quale adulto? Se si subiscono abusi ripetuti, prima o poi il disagio lo manifesto, non mi dà solo fastidio. Ad esempio, a scuola; invece le pagelle dimostrano che la presunta vittima andava bene. Come anche le foto sui social che lo ritraggono felice con Kamil a Dubai'” (la presunta vittima lavora per una compagnia aerea e risiede negli Emirati Arabi, ndr.).

La difesa di don Martinelli

“Questo processo non andava celebrato”, ha detto l’avvocato di Martinelli, che è partita per la sua arringa dalla “narrazione” realizzata da servizi televisivi e da un libro che “vendeva” perché riguardava il Vaticano. “Sembravano proprio abusi, non presunti abusi, da parte di un adulto, un sacerdote, su bambini o giovani. Ma invece si tratta di coetanei. La narrazione cambia in seguito. Cosa succede a questa storia? Viene meno la prova principale: non più un adulto e un bambino, e non più un sacerdote visto che Martinelli inizia il suo percorso solo nel 2014, due anni dopo i fatti contestati, quando entra nel Seminario Francese”.

Per Baffioni, “non sono stati portati elementi a sostegno dell’accusa”: “La narrazione traballava dall’inizio. Per cinque anni, 2006-2011, quando la presunta vittima diventa maggiorenne, nessuno ha visto né sentito”. Sbagliato, poi, secondo l’avvocato, descrivere L.G. come uno “sprovveduto”, venuto dalle montagne e catapultato in uno scenario macroscopico come il Vaticano: “La pubblica accusa ha detto di commuoversi, ma l’accusa deve provare non commuoversi”. Peraltro si parla di un paesino in Lombardia abituato al turismo, a contatto col mondo. Una realtà “analoga” a quella da cui proviene Martinelli.

Martinelli e la presunta vittima sono “personalità speculari”, ha detto Baffioni, “sono entrati entrambi a 13 anni circa nel Preseminario, affidati alle cure paterne di Radice, vengono da contesti sani, anche perché è sbagliato dire (nel caso della presunta vittima) che venga da una famiglia disfunzionale solo perché i genitori sono divorziati”.

Martinelli, ha aggiunto il difensore, “non è un orco. Viene da una famiglia di padre, madre, sorelle, nonni, casa, Chiesa, scuola. È sempre venuto in Tribunale, una volta si è fatto accompagnare di notte dal padre per ripartire subito dopo. Ha subito forti ripercussioni, se c’è uno che sta male è lui”. E “non è vero che la Chiesa non è intervenuta, la Chiesa deve agire con prudenza per non mettere in pericolo la buona fama”. Dopo la prima lettera anonima nel 2013, “Martinelli è stato mandato in famiglia d’estate ed è stato perennemente controllato”. Mentre “chi lamenta la sofferenza psicologica”, cioè la presunta vittima, “ora lavora in una compagnia aerea e le foto sui social dimostrano la verità dei fatti, non sofferenza ma certa attenzione per la propria fisicità”.

Baffioni ha rilevato inoltre che la prima valutazione clinica della presunta vittima risale al 20 novembre 2017, tre giorni dopo la messa in onda dei servizi televisivi (17 novembre 2017). Mentre risale al 14 marzo 2018 la prima denuncia. “Per cinque anni non c’è stato nulla, né su abusi né su avances. Non c’è stata violenza fisica o minacce di beni fondamentali, né particolari promesse o un’attitudine ad un potere prevaricatorio. Tra l’altro, la presunta vittima non sembra che abbia avuto una vocazione o una chiamata del Signore che giustificasse tanta obbedienza a Martinelli. L’unico bene grande di cui ha parlato non era neanche la liturgia o la salvezza della sua anima, ma la vergogna di tornare in comunità. Diceva tra l’altro di conoscere cardinali e vescovi, se ci fossero stati problemi avrebbe parlato con loro. La presunta vittima è diversa da come è stato raccontato, non è un’anima bella, ma un giovane assai preoccupato dalla vita futura”. Anche la sua partecipazione alle liturgie del Papa è stata “strumentalizzata”.

“Ci chiede più di 500mila euro di risarcimento in questa sede e probabilmente anche nell’altra sede”, ha detto Baffioni. “La pubblica accusa – ha aggiunto – doveva provare l’omosessualità di Martinelli, gli atti sessuali, il costringimento della vittima, il dolo, il danno. Non ha provato nulla, nessuna evidenza scientifica è emersa sull’orientamento omosessuale di Martinelli, anche quando è entrato nel Seminario francese. Dalla perizia, nessuna patologia. Le accuse, anche quelle dichiarate dai testi, sono lacunose e contraddittorie”. E non si hanno prove certe di riduzioni o di gente cacciata via per colpa di Martinelli, si parla solo di “dispetti e ripicche” (scarpe sporcate, stole buttate a terra) che sono “ragazzate”.

Baffioni ha affermato inoltre che c’è una “mancanza di credibilità” da parte della presunta vittima e Kamil: “Sembravano recitare un copione scritto, utilizzando espressioni tipiche della letteratura psicanalitica, mai specifici sempre generali. Hanno seguito lo stesso schema anche nella confessione”. Inoltre, tutto quello che hanno detto i testimoni “lo hanno sentito da Kamil e sempre da Kamil”.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
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