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Estorsione a Palermo, 16 arresti ma senza denunce. Tirrito: “Lo Stato non protegge chi si mette in prima linea”

20 luglio 2021 | 13:34
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Estorsione a Palermo, 16 arresti ma senza denunce. Tirrito: “Lo Stato non protegge chi si mette in prima linea”

“Se non si denuncia, se non si ‘chiama’ aiuto, è perché dall’altra parte pensi non ci sia nessuno in grado di aiutarti”

“Il blitz anti-mafia a Palermo, con 16 persone fermate da polizia e carabinieri per associazione mafiosa ed estorsione aggravata del metodo mafioso, è una notizia con due risvolti, uno positivo l’altro estremamente negativo”. A parlare è Maricetta Tirrito, portavoce del Co.g.i., il Comitato collaboratori di Giustizia.

L’operazione chiude due anni di indagini sul mandamento mafioso di Brancaccio Ciaculli, che hanno svelato gli organigrammi delle famiglie mafiose di Roccella e di Brancaccio, individuato gli elementi di vertice dei clan e ricostruito 50 episodi estorsivi.

“Da siciliana sono fatalista, e il fatto che gli arresti siano scattati la notte dopo il 19 luglio, sembra un omaggio a Borsellino; questo restituisce speranza alla Palermo onesta, testimoniando la bontà dell’attività investigativa.

Ma il fatto che il pizzo fosse imposto a tappeto persino durante il lockdown, e che nessuno abbia mai denunciato tale situazione, è l’aspetto più inquietante della vicenda. Se non si denuncia, se non si ‘chiama’ aiuto, è perché dall’altra parte pensi non ci sia nessuno in grado di aiutarti. E’ inquietante vedere che di tanti imprenditori vessati dalla mafia non ce ne sia stato uno che si sia messo con fiducia nelle braccia dello Stato. E’ evidente che c’è qualcosa da rivedere nel sistema Italia”.

“La mafia ha ricominciato ad alzare il tiro – sottolinea Domenico D’Agati, imprenditore impegnato in prima linea nelle denunce contro il sistema mafioso -, è presente nei territori, ha un’influenza sugli imprenditori che hanno paura. E la paura deriva dall’aver constatato che altri imprenditori che avevano scelto la strada della denuncia sono stati vittime non solo dalla mafia ma dall’assenza dello Stato. Non mi sento di condannare chi non denuncia, ma – anche se è duro dirlo – è evidente che hanno paura della mafia e al contempo paura dello Stato; nel primo caso delle ritorsioni, nel secondo dell’assoluta indifferenza. Il post denuncia non esiste. Vedo con dolore una città che non vuole più lottare, perché ha perso la fiducia nelle istituzioni, perché dalle istituzioni è stata abbandonata”.

L’isolamento – conclude Tirrito – è stata da sempre l’arma più efficace che la mafia ha usato nei confronti dei propri nemici. E’ proprio su questo fronte che lo Stato dovrebbe muoversi, per impedire che vengano lasciati soli coloro che si mettono in prima linea. L’abbandono porta alla morte, a volte in senso fisico, altre economico, alter ancora nel sociale. E’ questo il primo passo lottare: evitare l’isolamento. Altrimenti è ipocrita lamentarsi delle mancate denunce”.
(Il Faro online)