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Covid-19: in Italia l’indice Rt schizza a 1.26, la variante Delta è dominante

Ma nessuna Regione e provincia autonoma supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica. Il report dell'Iss

Roma – In Italia la variante Delta ora è prevalente nel Paese con l’indice Rt che schizza in salita a 1.26. Accelera anche l’aumento dell’incidenza, ma i contagi sono ancora sotto controllo. 19 le Regioni a rischio moderato e 2 a basso rischio, nessuna Regione si trova sopra la soglia critica sia nelle terapie intensive che nei ricoveri ordinari. Aumentano inoltre i casi non associati a catene di trasmissione. E’ quanto emerge dai dati del monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità sull’andamento epidemiologico Covid-19, relativo al periodo 12-18 luglio.

Indice Rt in salita

Schizza l’indice Rt a livello nazionale, passando a 1,26, in aumento rispetto alla settimana precedente e superando la soglia di 1. L’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è riferito al periodo 30 giugno-13 luglio e – si legge nel Report – si osserva in maniera analoga un aumento dell’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt 1.16 al 13/7/2021 rispetto allo 0.97 della settimana precedente).

“La elevata proporzione di soggetti giovani e asintomatici evidenziata dai dati epidemiologici pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità – evidenzia il Report – va considerata nella lettura di queste stime di trasmissibilità”.

Aumenta l’incidenza

Forte aumento dell’incidenza dei casi Covid-19 in Italia che questa settimana arriva a 41 casi per 100 mila abitanti (secondo i dati aggiornati a ieri del ministero della Salute) contro i 19 casi della settimana precedente.

Il dato del Monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, riferito al periodo 12-18 luglio riporta un’incidenza di 31 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 14 della settimana precedente, ma l’Istituto parla ugualmente di una “accelerazione dell’aumento dell’incidenza”, precisando che “è ancora sotto il valore di 50 per 100.000 abitanti ogni 7 giorni in tutto il territorio”. E aggiungendo che “prosegue la campagna vaccinale e l’incidenza è attualmente ad un livello che potrebbe consentire il contenimento dei nuovi casi”.

Regioni a rischio moderato

Sono 19 le Regioni e Province autonome classificate a rischio moderato e due (Basilicata e Valle D’Aosta) sono a rischio basso.

Variante Delta

La circolazione della variante Delta è in aumento in Italia ed è ormai prevalente. Questa variante sta portando ad un aumento dei casi in altri paesi con alta copertura vaccinale, pertanto è opportuno realizzare un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi.

“È necessario raggiungere una elevata copertura vaccinale ed il completamento dei cicli di vaccinazione per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenute da varianti emergenti con maggior trasmissibilità”. E’ la raccomandazione contenuta nella bozza del monitoraggio settimanale. “Sulla base dei dati e delle previsioni Ecdc, della presenza di focolai causati dalla variante virale Delta in Italia e delle attuali coperture vaccinali – si legge ancora – è opportuno mantenere elevata l’attenzione, così come applicare e rispettare le misure necessarie per evitare un aumento della circolazione virale”.

Terapie intensive e ricoveri

Nessuna Regione e provincia autonoma supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è stabile al 2%, con un lieve aumento nel numero di persone ricoverate che passa da 157 (dato del 13 luglio) a 165 (20 luglio). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale rimane al 2%. Il numero di persone ricoverate in queste aree è in lieve aumento passando da 1.128 (13 luglio) a 1.194 (20 luglio).

Si osserva un forte aumento nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (4.997 vs 2.408 la settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti scende ulteriormente (30% vs 31% la scorsa settimana). In diminuzione anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (44% vs 46%). Infine, il 26% è stato diagnosticato attraverso attività di screening, secondo quanto emerge dal monitoraggio settimanale. (fonte Adnkronos)