La dichiarazione

Scuola, Anief: “I numeri dei dipendenti non vaccinati sono sbagliati”

27 luglio 2021 | 11:00
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Scuola, Anief: “I numeri dei dipendenti non vaccinati sono sbagliati”

Pacifico: “Facciamo attenzione a colpevolizzare una categoria che da quando è arrivato il Covid ha tenuto comunque fede alla sua mission”

Scuola – “L’ultima ipotesi al vaglio del Governo sull’obbligo vaccinale per il personale scolastico sarebbe quella di istituirlo solo per le Regioni con una bassa percentuale di lavoratori vaccinati. Solo che i dati pubblicati sinora dal Governo, che complessivamente arrivano ad oltre 220mila docenti e Ata non vaccinati, pari al 15% del personale scolastico, risultano tutt’altro che verosimili. Al 25 luglio, dicono le fonti governative, la popolazione scolastica era di 1.464.309, mentre il 2 luglio si fermava a 1.460.309. Di questi, i non vaccinati sono 222.132, mentre il 2 luglio erano 216.221. I non immunizzati sarebbero quindi aumentati di 6mila casi. Mentre la platea di dipendenti scolastici è cresciuta di 4mila. Come è possibile?”. Così, in una nota, stampa, il sindacato Anief.

Marcello Pacifico, presidente Anief, dice che “Si stanno portando avanti delle accuse ai dipendenti della scuola perché non avrebbero aderito in massa alla vaccinazione contro il Covid. Tutto parte dal dato nazionale 220mila docenti e Ata ancora non vaccinati. Ma se andiamo a verificare quel numero, adesso ci si accorge che sono sovradimensionati, perché diversi di quei lavoratori non sono di ruolo, ma temporanei, e quindi oggi non sono più sotto contratto. Si sta, quindi, gridando ai quattro venti che sono dipendenti della scuola non vaccinati, ma a nessuno è venuto in mente che si tratta dei tanti supplenti assunti e poi licenziati. Anief lo ha già fatto presente ed ora che l’errore sta diventando pubblico non può che rimarcarlo: facciamo attenzione a criminalizzare una categoria che da quando è arrivato il Covid ha tenuto comunque fede alla sua mission, portando avanti la didattica a distanza a proprie spese e ben oltre il proprio orario di servizio. Poi, lo scorso anno, ha alternato dad e didattica in presenza, organizzando lezioni da ogni dove. Adesso se la prendono con docenti e Ata perché non hanno fatto il vaccino, ma poi si scopre che in alcune regioni ha aderito già il 100% e in altre chi non lo ha fatto non è probabilmente più sotto contratto. Basta, la misura è colma”.

Sui numeri dei vaccinati tra il personale della scuola “c’è qualcosa che non quadra, è evidente”, scrive la rivista specializzata Orizzonte Scuola. Cosa è potuto succedere? “C’è un’ipotesi al vaglio: quelli che molti docenti e Ata abbiano evitato la somministrazione di AstraZeneca (siero destinato alle categorie prioritarie) per aspettare di sottoporsi al vaccino tramite Pfizer. In altre parole avrebbero evitato di effettuare le due dosi prioritariamente, ma hanno aspettato giugno, quando la campagna vaccinale si è aperta per tutti. Probabilmente, dunque, alcuni (soprattutto in Sicilia dove il caso AstraZeneca ha creato non poche perplessità) hanno deciso di prenotarsi successivamente evitando la corsa preferenziale a loro dedicato. Adesso, dunque, sta alle Regioni racimolare tutte le informazioni utili ed evitare il caos in vista della riapertura delle scuole”.

Anche il commissario per l’emergenza Covid19, il generale Francesco Paolo Figliuolo, ha compreso che sui numeri dei vaccinati ci sono delle contraddizioni e ha chiesto alle Regioni entro il 20 agosto un rapporto numerico dettagliato su quanti ancora non sono stati vaccinati nell’intero comparto. Ma per i governatori recuperare i dati di quanti si sono vaccinati, associando per ognuno allo stato professionale, non sarà facile. Ancora di più perché vi sono delle realtà territoriali fortemente differenziate. Il 43% dei non vaccinati si troverebbe in Sicilia, il 37% a Bolzano, il 34% in Liguria, il 33% in Sardegna, il 31% in Calabria. I lavoratori della scuola più virtuosi presterebbero invece servizio in Friuli e Campania dove la percentuale di non vaccinati è pari a zero, ma anche nel Lazio (0,12%) e in Abruzzo (1,12%).

Il sindacato Anief torna a chiedere di fare chiarezza su tutto questo: “bisogna controllare con accuratezza quei dati nazionali e regionali, perché non risulta affatto che nella scuola ad oggi siano in servizio quasi un milione e mezzo di lavoratori. Sarebbe bene incrociare i numeri della scorsa primavera con quelli di fine luglio 20210. Quindi, andare a rivedere i numeri dei non vaccinati in base agli organici reali ad oggi e poi quelli di settembre, quando verranno assunti oltre 200mila precari, di cui la grande maggioranza non più in servizio nei mesi di luglio e agosto 2021. Ecco dove sta l’incongruenza. “Si pensi piuttosto – dice Marcello Pacifico, leader dell’Anief – a creare le condizioni per mantenere le distanze minime ed evitare assembramenti in classe, questo è il vero problema che se a settembre non verrà risolto ci porterà dritti verso la dad”.