Il Fatto

Ostia, detenuto ricoverato al Grassi scardina la porta e scappa: è caccia all’uomo

1 agosto 2021 | 10:22
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Ostia, detenuto ricoverato al Grassi scardina la porta e scappa: è caccia all’uomo

L’uomo, un 31enne, era stato arrestato al suo arrivo all’aeroporto di Fiumicino perché si riteneva avesse ingerito degli ovuli di droga

Ostia – E’ caccia all’uomo ad Ostia, dove un detenuto di 31 anni, originario del Sudan, è evaso intorno alle ore 4.30 di domenica 1 agosto dall’ospedale Grassi, dov’era ricoverato.

L’uomo era stato arrestato qualche giorno fa all’aeroporto di Fiumicino perché si riteneva avesse ingerito degli ovuli contenenti droga, ed era stato ricoverato presso il nosocomio lidense in attesa della loro espulsione. Subito sono scattate le ricerche della Polizia Penitenziaria e delle altre forze dell’ordine, che sono tutt’ora in corso.

A raccontare quanto accaduto è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. “Non conosciamo ancora – spiega – la dinamica esatta dell’evasione; l’arrestato era in carico alla Polizia Penitenziaria da qualche giorno e al momento della fuga, per quanto abbiamo potuto apprendere, era ricoverato in una stanza ospedaliera dedicata proprio ai cosiddetti ovulatori e piantonato da due uomini; pare che sia riuscito a scardinare un’anta della porta e successivamente a forzare il blocco che la Polizia Penitenziaria ha tentato di opporre senza, naturalmente, poter utilizzare le armi da fuoco in dotazione”.

Questo, aggiunge, “potrebbe essere indicato come uno dei casi di scuola circa l’utilità della dotazione del taser anche per la Polizia Penitenziaria. Sia ben chiaro, non chiediamo e, anzi, riterremmo inutile e persino pericolosa e controproducente la disponibilità della pistola elettrica nelle carceri; al contrario, però, pensiamo che sarebbe utilissima se non indispensabile in altri servizi espletati dal Corpo di Polizia Penitenziaria e del tutto assimilabili a quelli disimpegnati dalle forze di Polizia a competenza generale, fra i quali, appunto, quello delle traduzioni e dei piantonamenti dei detenuti”. (fonte: Ansa)