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Ius soli sportivo. Malagò: “E’ ora di concretizzare”, Salvini: “Non serve cambiare la legge”

Il Presidente del Coni: "Non riconoscere lo ius sportivo è qualcosa di aberrante". Il leader della Lega: "Godiamoci le medaglie"

Tokyo – Gli atleti Azzurri entrano nella storia con le recenti vittorie olimpiche di Jacobs (leggi qui) e Tamberi (leggi qui) e torna, puntuale, la polemica sullo ius soli sportivo. A parlarne per primo è stato il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, che proprio da Casa Italia a Tokyo afferma: “Sono anni che c’è una formidabile polemica intorno al tema dello Ius soli. Noi abbiamo sempre sostenuto, come mondo dello sport, che è un tema politico e non vogliamo fare politica ma occuparci di sport. Non riconoscere lo ius sportivo è qualcosa di aberrante, folle. Oggi più che mai questo discorso va concretizzato. A 18 anni e un minuto chi ha quei requisiti deve avere la cittadinanza italiana, non che a 18 anni inizia una via crucis”.

“La risposta migliore l’ha data Mario Draghi che un quarto d’ora dopo le gare, e mi ha fatto un piacere enorme, mi ha chiamato commosso, orgoglioso, entusiasta, mi ha fatto i complimenti. Poi gli ho passato gli atleti e li ha invitati entrambi a Palazzo Chigi con Stefano Mei e il ct La Torre. Questa è la risposta migliore”, aggiunge Malagò.

“Godiamoci le medaglie, non c’è bisogno di cambiare alcuna legge”, la replica del leader della Lega Matteo Salvini, ospite di SkyTg24, tornando sul tema dello ius soli sportivo rilanciato dal presidente del Coni, Giovanni Malagò. (fonte Adnkronos)