Udienza Generale |
Papa & Vaticano
/

Francesco: “Sul Vangelo non si scende a compromessi, la fede non è una merce”

4 agosto 2021 | 11:45
Share0
Francesco: “Sul Vangelo non si scende a compromessi, la fede non è una merce”
Francesco: “Sul Vangelo non si scende a compromessi, la fede non è una merce”
Francesco: “Sul Vangelo non si scende a compromessi, la fede non è una merce”
Francesco: “Sul Vangelo non si scende a compromessi, la fede non è una merce”
Francesco: “Sul Vangelo non si scende a compromessi, la fede non è una merce”
Francesco: “Sul Vangelo non si scende a compromessi, la fede non è una merce”

A un mese dall’operazione Papa Francesco torna tra i fedeli: la voce è ancora debole ma dispensa sorrisi e benedizioni

Città del Vaticano – “O tu ricevi il Vangelo come è, come è stato annunciato, o ricevi un’altra cosa. Ma non si può negoziare, con il Vangelo. Non si può scendere a compromessi: la fede in Gesù non è merce da contrattare: è salvezza, è incontro, è redenzione. Non si vende a buon mercato”.

A dirlo è Papa Francesco, che un mese dall’intervento chirurgico (leggi qui), e dopo la pausa estiva di luglio, torna tra i fedeli per l’Udienza generale del mercoledì. La voce è ancora debole ma il Pontefice dispensa sorrisi e benedizioni ai tanti credenti che si sono radunati nell’Aula Paolo VI. Bergoglio, che arriva con la mascherina che copre naso e bocca, continua il ciclo di catechesi dedicato alla lettera ai Galati di San Paolo apostolo, incentrando la riflessione odierna sul tema: “Il Vangelo è uno solo”.

“Quando si tratta del Vangelo e della missione di evangelizzare, Paolo si entusiasma, esce fuori di sé”, racconta il Santo Padre, che sottolinea come l’Apostolo delle Genti “non pensa ai ‘quattro vangeli’, come è spontaneo per noi. Infatti, mentre sta inviando questa Lettera, nessuno dei quattro vangeli è ancora stato scritto. Per lui il Vangelo è ciò che lui predica, questo che si chiama il kerygma, cioè l’annuncio. E quale annuncio? Della morte e risurrezione di Gesù come fonte di salvezza”.

“Un Vangelo che si esprime con quattro verbi: ‘Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto, è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e apparve a Cefa’ (1 Cor 15,3-5). Questo è l’annuncio di Paolo – spiega il Papa -, l’annuncio che ci dà vita a tutti. Questo Vangelo è il compimento delle promesse ed è la salvezza offerta a tutti gli uomini. Chi lo accoglie viene riconciliato con Dio, è accolto come un vero figlio e ottiene in eredità la vita eterna”.

E su questo punto “l’Apostolo non lascia spazio alla trattativa: non si può negoziare. Con la verità del Vangelo non si può negoziare. O tu ricevi il Vangelo come è, come è stato annunciato, o ricevi un’altra cosa. Ma non si può negoziare, con il Vangelo. Non si può scendere a compromessi: la fede in Gesù non è merce da contrattare: è salvezza, è incontro, è redenzione. Non si vende a buon mercato”.

Paolo, spiega Francesco, “è ben cosciente che la sua missione è di natura divina – è stata rivelata da Cristo stesso, a lui! – e quindi è mosso da totale entusiasmo per la novità del Vangelo, che è una novità radicale, non è una novità passeggera: non ci sono vangeli ‘alla moda’, il Vangelo è sempre nuovo, è la novità. La sua ansia pastorale lo porta a essere severo, perché vede il grande rischio incombente sui giovani cristiani”.

“Tante volte abbiamo visto nella storia, e anche lo vediamo oggi – conclude il Papa -, qualche movimento che predica il Vangelo con una modalità propria, alle volte con carismi veri, propri; ma poi esagera e riduce tutto il Vangelo al ‘movimento’. E questo non è il Vangelo di Cristo: questo è il Vangelo del fondatore, della fondatrice e questo sì, potrà aiutare all’inizio, ma alla fine non fa frutti perché non ha radici profonde. Per questo, la parola chiara e decisa di Paolo fu salutare per i Galati ed è salutare anche per noi. Il Vangelo è il dono di Cristo a noi, è Lui stesso a rivelarlo. È questo che ci dà vita”.

Prima della benedizione finale, il pensiero di Papa Bergoglio va al Libano, sconvolto, un anno fa, “dalla terribile esplosione avvenuta nel porto di Beirut, capitale del Libano, che ha provocato morte e distruzione, il mio pensiero va a quel caro Paese, soprattutto alle vittime, alle loro famiglie, ai tanti feriti e a quanti hanno perso la casa e il lavoro, e tanti hanno perso l’illusione di vivere”.

“Oggi faccio appello anche alla Comunità internazionale, chiedendo di aiutare il Libano a compiere un cammino di ‘risurrezione’, con gesti concreti, non soltanto con parole, ma con gesti concreti. Auspico che in tal senso sia proficua la Conferenza in via di svolgimento, promossa dalla Francia e dalle Nazioni Unite”, aggiunge il Pontefice.

“Cari Libanesi, il mio desiderio di venire a visitarvi è grande, e non mi stanco di pregare per voi, perché il Libano ritorni a essere un messaggio di fratellanza, un messaggio di pace per tutto il Medio Oriente”, l’auspicio del Papa.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
Clicca qui per iscriverti al canale Telegram, solo notizie sul Papa e Vaticano