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Carceri, Fns Cisl Lazio: “Sovraffollamento di 305 detenuti”

5 agosto 2021 | 15:30
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Carceri, Fns Cisl Lazio: “Sovraffollamento di 305 detenuti”

“Mancano anche 500 unità rispetto alla pianta organica prevista”

Regione Lazio – “Attualmente il sovraffollamento che risulta essere di 305 detenuti considerato che 5.544 risultano essere i detenuti reclusi nei 14 Istituti del Lazio, dato pubblicato su sito ministero giustizia del 31 luglio 2021, rispetto ad una capienza regolamentare di detenuti prevista di n. 5.239 . Preoccupa il sovraffollamento negli istituti di: Viterbo (+94) ; CC Regina Coeli (+271)”. Lo dichiara in una nota, Massimo Costantino, segretario generale Fns Cisl Lazio.

“Per quanto concerne, invece, – spiega il Segretario – il personale di Polizia Penitenziaria , dobbiamo evidenziare un incremento nella regione di 121 uomini e 15 donne, collegato al termine del 178° corso allievi agenti, . Gli istituti che hanno visto il maggiore incremento sono : CC Frsoinone n.20 unità, NC CC Rebibbia 24 unità, CC Regina Coeli n. 17 unità, NC Civitavecchia e CC Velletri rispettivamente 9 unità, CC Cassino- CR rebibia e NC Viterbo rispettivamente n. 06 unità. Mancano, comunque, sempre 500 unità rispetto alla pianta organica prevista.

Per la Fns Cisl Lazio l’apertura della neo struttura della REMS di Rieti è apprezzabile ma i numeri di tali strutture restano sempre insufficienti rispetto alle richieste che pervengono dagli istituti . Ci sono molte persone in lista di attesa, in attesa di essere ricoverate, pertanto, occorre una maggiore implemetazione rispetto alle 6 strutture attive nella regione.

Da tempo come Fns Cisl, la Federazione Nazionale della Sicurezza Cisl, denunciamo le criticità che gravano sul nostro sistema penitenziario, – temi che devono essere affrontati con un confronto proficuo con il sindacato, attivando misure strutturali, non tampone, per restituire certezze a tutto il personale. Così come è urgente determinare protocolli d’intesa con le Regioni al fine di regolare la non trascurabile e pericolosa gestione, da parte dei colleghi penitenziari, di detenuti affetti da gravi turbe e nevrosi psichiche”.
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