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Una marciatrice in cima alle Olimpiadi, Palmisano: “L’oro dell’impossibile”

6 agosto 2021 | 15:28
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Una marciatrice in cima alle Olimpiadi, Palmisano: “L’oro dell’impossibile”

Sacrifici, allenamenti e un sogno da sempre inseguito. Nella 20 km di marcia l’azzurra ha scritto la storia

Tokyo – Una gara tenuta sin dall’inizio quella della 20 km. Antonella Palmisano l’ha piazzata lì la medaglia d’oro olimpica. Una calda mattina a Sapporo e in Italia a tifare per lei tutto il movimento dell’atletica leggera. Felice della prestazioni storiche degli azzurri. Ecco arrivare allora il terzo oro a Tokyo 2020 per la Nazionale italiana. un record già questo. E nel giorno del suo compleanno il regalo personale è ancora più bello.

Un dono per la sua carriera fatta di sacrifici e passione. Lungo le strade del X Municipio di Roma Antonella si allena, atleta delle Fiamme Gialle. La conosce  bene la Pineta di Castel Fusano, come la conoscono le strade battute dell’entroterra lidense come le piste assolate, anche d’inverno, del Centro  Sportivo della Guardia di Finanza. La Palmisano è una splendida ragazza semplice che ama profondamente la sua disciplina sportiva e per cui sempre ha dato il cuore. Suo l’unico bronzo per la spedizione italiana ai Mondiali di Londra, suo l’oro della marcia del 2021, nell’anno in cui le Fiamme Gialle festeggiano il Centenario di fondazione della squadra di atletica leggera. E’ campionessa olimpica l’azzurra. Felice e incredula sul traguardo. 20 km di perfezione, senza alcune penalità dai giudici, frutto di tante gare e di molteplici allenamenti. Dedizione, professionalità e gioia di marciare.

E’ andata avanti nei 20 giri all’Odori Park di Sapporo, si è preparata e ha indossato il suo consueto fiore tra i capelli, dono immancabile della mamma: “Non mi rendo ancora conto, sono entusiasta di quello che ho fatto – le prime parole dell’azzurra, a margine della vittoria come riportato sul sito ufficiale della Federazione Italiana Atletica Leggera – è ancora più bello, nel giorno del mio compleanno. Volevo che tutti i sacrifici di questi anni potessero essere ripagati del tutto”.

Nel 1996 la classe femminile  di una grande marcia della tradizione a cinque cerchi aveva premiato Perrone con l’argento e poi Elisa Rigaudo nel 2008. L’oro attendeva Antonella a Tokyo: : “Negli ultimi 5 km ho sentito tanta energia dentro, ho portato con me tutte le persone care che mi davano forza, avevo la pelle d’oca. Si è realizzato il sogno della mia carriera di atleta. Negli ultimi mesi, ho pianto tanto. Era quasi impensabile che potessi fare l’impresa quest’oggi, ho avuto problemi fisici all’anca, sono stata ferma a lungo e temevo di dover rinunciare. L’oro di Massimo Stano mi ha fatto venire i brividi, mi ha dato una carica in più, come già successo con le vittorie di Tamberi e Jacobs e con il trionfo agli Europei di calcio. È un periodo magico per l’Italia. Adesso non vedo l’ora di sentire l’inno. E di abbracciare i miei familiari e mio marito: sicuramente sarà svenuto a casa insieme al mio cane…”.

È un oro da condividere con la famiglia e con il meraviglioso gruppo di Castelporziano a due passi da Ostia, ormai il centro di gravità della marcia mondiale: “Il nostro è stato un lavoro di squadra, che si è concluso nel migliore dei modi. Porto tante persone nel cuore: in primis il mio allenatore Patrizio Parcesepe e il mio fisioterapista Cristian Bruno. Ci sono stati intoppi, è vero, ma ci abbiamo creduto sempre. Sono contenta perché credo che a casa siano veramente fieri e orgogliosi di me. Mi sono fatta un regalo per il mio compleanno e ho voluto farne uno ai miei genitori, alla mia famiglia, a mio marito e ai suoi familiari. Dietro questo risultato c’è un pool di emozioni, di persone che ti stanno accanto: un team che ha funzionato al massimo e sono grata a tutti loro. Ho reso possibile l’impossibile”.

(foto@Colombo/Fidal)

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