L'ALTRA FACCIA DELLE MEDAGLIA OLIMPICA |
Canottaggio
/
Sport
/

Canottaggio, la rinuncia alla finale olimpica per Covid: la storia di Bruno Rosetti

10 agosto 2021 | 13:09
Share0
Canottaggio, la rinuncia alla finale olimpica per Covid: la storia di Bruno Rosetti

Atleta del 4 senza che poi ha vinto il bronzo, adesso può rientrare in Italia: “Finalmente è finita, non ci posso fare niente purtroppo”.

Tokyo – Nei giorni dei trionfi sportivi degli atleti azzurri, Bruno può tornare a casa dal Giappone, probabilmente la sua vittoria più grande. Tra le mille storie di conquiste di medaglie, spicca la sua senza conquiste sportive. Il canottiere del 4 senza azzurro non potrà raccontare di una finale disputata, di una Olimpiade indimenticabile e di una premiazione sul podio arrivata, come doveva probabilmente essere nella normalità, perché se il Covid ha stravolto le vite degli italiani e modificato comportamenti e abitudini, ha riscritto anche la storia olimpica del 2021 di questo grande campione italiano.

Arrivato a Tokyo 2020 per disputare i Giochi con la squadra del 4 senza maschile del canottaggio dei successi, Rosetti ha dovuto ripianificare tutto proprio nella mattina della finale conquistata alcuni giorni prima, quando tutto procedeva liscio. Lo racconta a Il Corriere della Sera l’azzurro, che attende di tornare in Italia. Sono passati 13 giorni di quarantena, trascorsi in isolamento, mentre i suoi compagni dell’Italia Team festeggiavano e mentre gli amici e compagni di squadra del 4 senza (con dedica speciale a lui), mettevano la medaglia di bronzo al collo (leggi qui). Una positività improvvisa, una doccia fredda quella mattina degli ultimi giorni di luglio al Villaggio Olimpico. Un tampone e poi la notizia dopo tre ore: Rosetti positivo al Covid, niente finale: “Mi hanno chiamato che stavo facendo colazione – racconta l’azzurro – mi hanno fatto subito il tampone e dopo tre ore ho avuto il risultato”. Come aveva dichiarato anche il presidente della Federcanottaggio Giuseppe Abbagnale immediatamente nelle ore successive (leggi qui), Bruno non si spiega come sia accaduto: “L’unica cosa che posso immaginare è nel bus fra villaggio e campo di gara e viceversa”.

Non si può immaginare cosa ci sia nel cuore di un campione che per 5 anni (un anno in più a causa dello slittamento) si è allenato e che per 5 anni ha sognato di esserci alle Olimpiadi. Qualificato ufficialmente con il 4 senza e atleta fermo della barca azzurra. Lo ha sostituito Marco Di Costanzo all’ultimo momento, con particolare dispiacere per l’amico e felice poi di aver contribuito al successo azzurro del bronzo. Bruno era in camera in isolamento mentre i suoi compagni tagliavano per terzi il traguardo e è dovuto restare in isolamento per due settimane: “All’inizio è stata dura – dice Bruno – poi mi sono messo il cuore in pace. I ragazzi dell’equipaggio mi sono sempre stati vicini”. Non è stato l’unico Bruno a vivere questa disavventura. Anche Sam Kendricks, campione americano del salto con l’asta, ha dovuto rinunciare alle gare: “Abbiamo chiacchierato un po’ – ha detto Rosetti e ha proseguito a raccontare la sua vita di atleta senza finale olimpica – mi ha colpito la storia di un’allenatrice della Nazionale greca di nuoto sincronizzato. Non faceva altro che piangere”. E lui come ha affrontato il  tunnel del Covid? “Sono sempre stato bene, il massimo della mia temperatura è stato 36,8”. Che sa di beffa, probabilmente. “Potevamo scendere a prendere il cibo in determinati orari, ogni giorno arrivava qualcuno”.

La medaglia di bronzo poi è arrivata ugualmente però. Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha chiesto al Cio se Bruno potesse avere questo alloro della rivalsa e se potesse averlo, perché autore della qualifica e perché campione azzurro della barca del 4 senza. Così è stato e Rosetti ha avuto il suo alloro (leggi qui), non come lui avrebbe voluto però: “Sono grato al presidente Malagò, non la sento mia la medaglia, perché non ho fatto la gara”.

E’ tempo di tornare a casa anche per lui adesso. La vittoria più bella per il campione azzurro è probabilmente quella di aver superato questo incubo, senza aver potuto vivere la sua Olimpiade sognata. Se la legge del karma ha una giustizia come tutti pensano, allora probabilmente Rosetti vivrà presto una grande gioia sportiva come i suoi tifosi si augurano: “E’ finita finalmente, non come speravo, non ci posso fare niente però”. Potrà tornare in barca però, probabilmente. E a Parigi 2024 ci sarà? Lui risponde: “Sono ancora tre anni da trascorrere, non per i sacrifici, ma non so se ho ancora la stessa voglia”. Commenta dopo aver dato l’ok per rientrare in Italia, dove andrà al mare in serenità.

Ha seguito i Giochi in televisione. Le gare di atletica, sport che adora, e la conquista dell’oro delle azzurre del doppio pesi leggeri, lo hanno particolarmente entusiasmato. Avrebbe voluto esserci lui però sul podio. Ma ora salirà sul podio della vita, guarito e pronto a vivere il futuro. In bocca al lupo Campione.

(foto@canottaggio.org)

Il Faro online – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Sport
Clicca qui per iscriverti al canale Telegram, solo notizie di Sport