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Prima derubava persone fragili e indifese, poi le picchiava: rapinatore seriale arrestato ad Acilia

I carabinieri hanno arrestato un giovane di 23 anni: per lui si sono aperte le porte del carcere

Ostia – Al termine di un’articolata attività investigativa, i Carabinieri della Stazione di Acilia hanno arrestato, su disposizione del Gip del Tribunale di Roma, un 23enne di origine brasiliana.

Il provvedimento è stato emesso conseguentemente alle indagini dei Carabinieri che hanno consentito di ricondurre al malvivente una serie di furti con strappo e rapine perpetrate nelle ultime settimane in varie località del litorale romano.

I reati, tutti caratterizzati da una preoccupante determinazione dell’uomo talvolta sfociata in feroci aggressioni anche a mano armata, hanno consentito di evidenziare l’indole delinquenziale ed antisociale del 23enne che, benché già ristretto agli arresti domiciliari nella propria abitazione di Acilia, non si è minimamente preoccupato di violare immotivatamente la citata misura.

Il “modus operandi” del malvivente è stato sempre lo stesso: agire in zone isolate o in arco notturno, affrontando le proprie vittime, scelte fra i soggetti apparentemente più fragili ed indifesi, a volto coperto, approfittando della presenza di un fiancheggiatore o minacciandole con un coltello, senza esimersi – dopo essersi impossessato di quanto ritenuto di valore – dal colpirle immotivatamente con calci e pugni o addirittura di ferirle con l’arma da lui impugnata.

Il Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, accertata la pericolosità sociale del giovane e alla luce dell’inefficacia delle misure già adottate nei suoi confronti, chiaramente insufficienti a frenarne i comportamenti delinquenziali, ne ha disposto l’immediata carcerazione con apposita ordinanza. I Carabinieri lo hanno quindi raggiunto nella sua abitazione e lo hanno arrestato, traducendolo poi presso la casa circondariale di Vasto.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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