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Da Molfetta a Dell’Aquila la storia prosegue: nel taekwondo l’oro olimpico non cambia

20 agosto 2021 | 10:00
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Da Molfetta a Dell’Aquila la storia prosegue: nel taekwondo l’oro olimpico non cambia

Due generazioni che si legano tra loro e che portano l’Italia sul primo gradino del podio ai Giochi

Sono passati nove anni ma il risultato non è cambiato. Segno di un movimento italiano che è cresciuto e che ha evidentemente adottato ottime strategie per tornarci su quel primo gradino del podio alle Olimpiadi.

Lo faceva con Carlo Molfetta il taekwondo. A Londra 2012, uno sport quasi sconosciuto allora saliva tra i più grandi dell’Olimpo grazie all’atleta allora del Centro Sportivo Carabinieri che conquistò il primo oro della storia azzurra ai Giochi. Si affiancava allora il taekwondo, l’arte marziale che vede come arma sportiva l’uso esclusivo delle gambe sul quadrato, al judo e alla lotta.

Dal 2012 al 2021, si scambiano anche i numeri delle rispettive date, mescolando destini e vite, ma i successi restano gli stessi. E lo fanno grazie a Vito Dell’Aquila. E’ quest’ultimo a prendere l’eredità proprio di ciò che tanti anni fa seminò Molfetta nella calda estate in Inghilterra. L’azzurro a Tokyo ha fatto ritornare il taekwondo in cima all’Olimpo. E’ stato il primo oro italiano a Tokyo vinto dall’Italia Team e oggi è il secondo primo posto della storia ai Giochi, dopo quello del suo beniamino Molfetta che trionfò nei + 80kg, oggi team manager della Nazionale azzurra e membro del Consiglio Nazionale del Coni.

Si è congratulato quest’ultimo proprio con il giovane atleta e ancora dei Carabinieri: “E’ più forte di me”. Lo diceva Molfetta nelle ore seguenti alla storica vittoria a Tokyo, alla stampa stupita, come felice era Vito a margine di una vittoria arrivata dopo una intensa e impegnativa giornata di gare. Durano giorni interi le gare degli sport da combattimento. Dai preliminari alle finali, spesso è così. Dell’Aquila è stato un predestinato alla vittoria finale alle sue prime Olimpiadi della vita: un bronzo mondiale vinto nel 2017, un oro poi agli Europei l’anno seguente e ancora poi un altro oro nel 2019. Un’ ascesa del più grande atleta di taekwondo degli anni ‘20 del 2000 della categoria dei 58 kg. Quell’oro messo al collo lo scorso 24 luglio è stato il traguardo e il coronamento di tanti anni di allenamenti e di sacrifici fatti.

E’ sempre così per tutti gli atleti che un giorno si scoprono campioni olimpici. E’ ciò che insegna lo sport. Da Molfetta a Dell’Aquila, il risultato non cambia. L’oro olimpico è sempre a brillare in bacheca.

(foto@Fita Federazione Italiana Taekwondo Facebook)

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