Francesco: “Dio si cerca non in sogni di potenza ma nell’umanità dei fratelli”

22 agosto 2021 | 12:44
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Francesco: “Dio si cerca non in sogni di potenza ma nell’umanità dei fratelli”

Il Pontefice: “Non meravigliamoci se Gesù Cristo ci mette in crisi. Anzi, preoccupiamoci se non ci mette in crisi, perché forse abbiamo annacquato il suo messaggio!”

Città del Vaticano – “Non bisogna inseguire Dio in sogni e immagini di grandezza e di potenza, ma bisogna riconoscerlo nell’umanità di Gesù e, di conseguenza, in quella dei fratelli e delle sorelle che incontriamo sulla strada della vita. Dio si è fatto carne e sangue e ci chiede di cercarlo, perciò, non fuori dalla vita e dalla storia, ma nella relazione con Cristo e con i fratelli”.

Nonostante la voce e affaticata e diversi colpi di tosse, Papa Francesco non rinuncia al tradizionale appuntamento domenicale dell’Angelus con i pellegrini giunti in piazza San Pietro. A centinaia, anche oggi, hanno sfidato le alte temperature del periodo e il rovente sole di Roma per pregare con il Pontefice.

Il Santo Padre commenta il Vangelo della Liturgia odierna (Gv 6,60-69), che racconta della reazione della folla e dei
discepoli al discorso di Gesù dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Cristo, infatti, spiega il Papa, “ha invitato a interpretare quel segno e a credere in Lui, che è il vero pane disceso dal cielo, il pane della vita; e ha rivelato che il pane che Lui darà è la sua carne e il suo sangue”.

Parole dure e incomprensibili per le orecchie di quella gente “tanto che, da quel momento, molti suoi discepoli tornano indietro, cioè smettono di seguire il Maestro (vv. 60.66)”. E proprio su questo “tirarsi indietro” che si sofferma la riflessione di Francesco: “Da cosa nasce questa incredulità? Qual è il motivo di questo rifiuto? Le parole di Gesù suscitano un grande scandalo: Egli sta dicendo che Dio ha scelto di manifestare sé stesso e di attuare la salvezza nella debolezza della carne umana”.

Dunque, “l’incarnazione di Dio è ciò che suscita scandalo e che rappresenta per quella gente, ma spesso anche per noi – sottolinea il Pontefice – un ostacolo. Infatti, Gesù afferma che il vero pane della salvezza, che trasmette la vita eterna, è la sua stessa carne; che per entrare in comunione con Dio, prima di osservare delle leggi o soddisfare dei precetti religiosi, occorre vivere una relazione reale e concreta con Lui”.

In altre parole, questo significa “che non bisogna inseguire Dio in sogni e immagini di grandezza e di potenza, ma bisogna riconoscerlo nell’umanità di Gesù e, di conseguenza, in quella dei fratelli e delle sorelle che incontriamo sulla strada della vita”.

Anche oggi, fa notare, “la rivelazione di Dio nell’umanità di Gesù può suscitare scandalo e non è facile da accettare”. Una “scandalosità”, come la definisce il Papa, che “è ben rappresentata dal sacramento dell’Eucaristia: che senso può avere, agli occhi del mondo, inginocchiarsi davanti a un pezzo di pane? Perché mai nutrirsi assiduamente di questo pane?”. Quel gesto “è segno del suo sacrificio, cioè del dono della sua vita, della sua carne e del suo sangue, e che
chi vuole seguirlo deve assimilare Lui, la sua umanità donata per Dio e per gli altri, allora no, questo Gesù non va più bene”.

Poi bacchetta i fedeli: “Cari fratelli, non meravigliamoci se Gesù Cristo ci mette in crisi. Anzi, preoccupiamoci se non ci mette in crisi, perché forse abbiamo annacquato il suo messaggio! E chiediamo la grazia di lasciarci provocare e convertire dalle sue ‘parole di vita eterna’”. E, dopo la benedizione, l’immancabile saluto: “Non dimenticatevi di pregare per me. Buona domenica, buon pranzo e arrivederci”.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
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