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Paralimpiadi: tra emergenza Covid e crisi afgana si riaccendono i riflettori su Tokyo

La fiamma olimpica torna a brillare in Giappone: in totale sono 4400 gli atleti in gara in rappresentanza di 160 Paesi (assenti gli afgani). Per l'Italia l'obiettivo è prolungare il sogno azzurro

Tokyo – Crisi afgana ed emergenza coronavirus: è questo lo sfondo sul quale si riaccendono i riflettori su Tokyo, dove hanno inizio i Giochi Paralimpici. Un’edizione entrata nella storia ancor prima di iniziare poiché, come i Giochi olimpici, ha già vissuto lo slittamento di un anno a causa della pandemia (non era mai successo nella storia moderna), che continua a tenere sotto pressione gli organizzatori dopo l’ondata record di infezioni degli ultimi giorni.

La decisione di far svolgere le gare senza pubblico è stata estesa anche per le Paralimpiadi ma per il Ceo di Tokyo 2020, Toshiro Muto, non basta: “E’ necessario adottare ulteriori misure”, ha detto. E tra queste si profila l’obbligo per atleti e addetti ai lavori (anche media) di testarsi quotidianamente, anziché ogni quattro giorni e per tutta la durata di permanenza in Giappone. Limitando al minimo gli spostamenti, e comunque entro il circuito paralimpico.

Ad oggi gli organizzatori hanno segnalato 552 casi legati ai Giochi dal 1 luglio, ma quelli legati ai partecipanti alle Paralimpiadi sono già 138 su 25mila casi giornalieri a livello nazionale. Quattro, per ora, gli atleti e 10 gli operatori dei media sono risultati positivi.

Nella Capitale nipponica si recherà una delegazione complessiva di 4.400 atleti, in rappresentanza di circa 160 Paesi. E nonostante Tokyo sia in stato d’emergenza fino al 12 settembre, il governatore della Capitale Yuriko Koike sta spingendo per consentire almeno ai bambini delle scuole a poter presenziare negli impianti alle Paraimpiadi. Una scelta, questa, voluta delle istituzioni nipponiche di sensibilizzare i più giovani al tema delle disabilità, come sostenuto dalla portavoce del Comitato organizzatore di Tokyo Masa Takaya.

Il presidente del Comitato internazionale paralimpico, Andrew Parsons, si è detto favorevole purché si rispettino i più alti standard di sicurezza. “Proteggeremo i Giochi che si apriranno domani fino alla fine e li guideremo al successo”, ha detto Seiko Hashimoto in conferenza stampa alla vigilia della cerimonia di apertura, aggiungendo che il comitato rafforzerà le misure contro il virus rispetto a quelle delle Olimpiadi, viste le condizioni di salute di base di molti atleti. Parsons, dal canto suo, ha espresso fiducia che le norme saranno seguite da atleti e funzionari e ha sottolineato che i Giochi si potranno svolgere senza mettere a rischio la loro salute o quella del pubblico. “Non saremmo qui se non credessimo di poter offrire un evento sicuro”. L’affetto dei tifosi però non mancherà: secondo le statistiche, infatti, quelle che prendono il via oggi saranno le Paralimpiadi più seguite di sempre, con circa 4 miliardi di spettatori televisivi previsti.

Afghanistan: alle Paralimpiadi solo la bandiera

I recenti eventi che hanno portato l’Afghanistan a vivere una pagina drammatica della sua storia fanno sì che che gli atleti del Paese conquistato dai talebani non potranno recarsi in Giappone per gareggiare. Ma l’Afghanistan sarà comunque presente: nella cerimonia d’apertura sfilerà, assieme agli altri vessilli, anche la bandiera afgana.

Sarà portata da un rappresentante dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. Si tratta di un “segno di solidarietà” nei confronti degli atleti del Paese dell’Asia centrale, come annunciato dal presidente Parsons.

Star e medaglie

Tra le grandi star internazionali, spicca il tedesco Markus Rehm, che nel salto in lungo categoria T64 mira a battere il suo stesso record mondiale di 8,62 metri stabilito agli Europei in Polonia nel giugno scorso. Nel tiro con l’arco, grande attesa per nuove imprese dello statunitense Matt Stutzman, che usa gambe e piedi per scoccare le sue frecce ed è tra i favoriti per andare a medaglia anche a Tokyo. Altri nomi noti includono l’americana Tatyana McFadden, alle sue quinte Paralimpiadi nell’atletica.

Dopo le 58 medaglie record dei Giochi olimpici, il Giappone padrone di casa mira a migliorare sensibilmente le 17 medaglie delle Paralimpiadi di Rio 2016. Tra le speranze nazionali, c’è il tennista Shingo Kunieda, campione mondiale in carica di singolo maschile in carrozzina. In tutto, sono 22 le discipline in gara, con atleti che partecipano in diverse categorie e classi a seconda della natura della loro disabilità, con esordio assoluto ai Giochi per il badminton e il taekwondo.

Un’Italia in rosa pronta a prolungare il sogno azzurro

La squadra più numerosa e femminile di sempre con l’obiettivo di prolungare ancora il sogno azzurro dopo gli Europei di calcio e le imprese della squadra olimpica. Fal 25 agosto, scendono in campo i primi dei 115 azzurri presenti in 15 competizioni della spedizione delle Paralimpiadi. Che per l’Italia saranno ancora più in rosa, visto che per la prima volta il numero delle donne presenti ha superato quello degli uomini 63 atlete contro 52 atleti, +14,7% rispetto a Rio 2016 con una presenza femminile, pari al 54,7%.

A capitanare la spedizione, è la campionessa Bebe Vio, medaglia d’oro nel fioretto individuale e bronzo nel fioretto a squadre, già in pedana alla Makuhari Messe il 25 agosto all’indomani della cerimonia d’apertura in cui farà da portabandiera assieme al nuotatore Federico Morlacchi, anch’egli subito in vasca (così come gli azzurri del tennistavolo) il primo giorno nelle qualificazioni 400 stile libero S9 maschile.

Alla conferenza stampa organizzata dal Comitato paralimpico internazionale, assieme ad altre star mondiali era presente anche Bebe Vio, che ha confidato tutta la sua “emozione” per un ritorno alle gare che le mancava da due anni a causa della pandemia di Covid-19: “Sono molto felice di essere qui, mi mancavano troppo le emozioni della competizione”, ha ammesso la campionessa azzurra, dicendosi “un po’ spaventata ma felicissima di tornare a gareggiare. Non potrei pensare di cambiare sport e fare qualcosa di diverso dalla scherma – ha quindi ammesso la portabandiera azzurra – questo gruppo è la mia famiglia, ci alleniamo sempre insieme e se riesci a vivere così intensamente con il tuo gruppo, allora i tuoi sogni coincidono con quelli dei tuoi compagni di squadra”.

Con la speranza di ripetere le imprese di Rio con quell’esultanza piena di eccitazione che è diventata in breve virale in tutto il mondo: “È stata una specie di esplosione di emozioni: gioia, pianto, riconosco che sembravo un po’ matta”, ha scherzato la campionessa azzurra. “Lo desideravo da quando, a cinque anni, ho iniziato a tirare di scherma: volevo arrivare sin qui e ce l’ho fatta”, ha quindi concluso Bebe Vio ricordando l’ascesa che l’ha portata a vincere due medaglie paralimpiche già all’età di 19 anni.

Alla cerimonia d’inaugurazione l’azzurra capitanerà, assieme a Morlacchi, una squadra che ha l’obiettivo ambizioso di migliorare le 39 medaglie complessive conquistate a Rio 2016 (10 ori, 14 argenti, 15 bronzi) e il 9° posto nel medagliere. Per gli azzurri e le azzurre del taekwondo e del sitting volley si tratta dell’esordio a una Paralimpiade. Mentre il judo italiano torna a una Paralimpiade dopo 13 anni: l’ultima partecipazione risale, infatti, a Pechino 2008. La disciplina con più atleti in gara è il nuoto (29), che rappresenta anche il gruppo con l’età media più bassa: 25,6 anni. L’atleta più giovane dell’intera spedizione azzurra è Matteo Parenzan, del tennistavolo, 18 anni compiuti il 23 giugno scorso, mentre quella con più esperienza è Francesca Porcellato, stella del paraciclismo con un passato nell’atletica leggera e nello sci nordico, alla sua undicesima Paralimpiade.

(Il Faro online)