Roma, riempie di botte l’anziana madre e la minaccia con la mannaia: arrestato

24 agosto 2021 | 11:14
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Roma, riempie di botte l’anziana madre e la minaccia con la mannaia: arrestato

L’arrestato, un 39enne che aveva procurato alla 74enne vari traumi è accusato anche di aver allestito fuori al balcone una piantagione di marijuana

Roma – “Donna malmenata”. Questa è stata la segnalazione giunta ieri sera alle pattuglie della Sezione Volanti, diretta da Massimo Improta, durante il servizio di controllo del territorio. L’immediato l’intervento dei poliziotti ha scongiurato conseguenze ben più gravi. Quando sono arrivati in via Monte Soprano, infatti, ad attenderli, nell’androne del palazzo, un uomo, in evidente stato di agitazione, con in mano una mannaia da macellaio. Dopo una breve esitazione, alla richiesta dei poliziotti, ha lasciato però cadere a terra l’arma, riferendo loro di non aver fatto nulla. Riportato alla calma, il 39enne italiano, con precedenti di polizia, è stato messo in sicurezza.

Ascoltata la vittima, madre dell’uomo, che nel frattempo si era rifugiata a casa di un vicino, i poliziotti hanno appreso dell’ennesima aggressione subita dalla donna, con percosse e minacce di morte da parte del figlio, armato di mannaia. Ha continuato il suo racconto riferendo che, solo per paura, non era mai riuscita a denunciarlo, né si era mai recata al pronto soccorso per essere medicata.

Accompagnata in ospedale da personale del 118, richiesto immediatamente sul posto, la donna 74enne, è stata refertata con 6 giorni di prognosi per “trauma peri orbitale, trauma contusivo della spalla e del braccio e una contusione dell’emitorace”.

Durante la permanenza in casa agli agenti non è sfuggito il forte odore di stupefacente proveniente dal balconedove, infatti, sono state rinvenute 5 piante di marijuana.

Oltre alla mannaia, sono state sequestrate sia le piante che alcune lampade UV idonee alla coltivazione dello stupefacente.

Accompagnato negli uffici di polizia il 39enne è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e per produzione e traffico di stupefacenti.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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