Flumen Festival

Agricoltura sociale, finanza etica e Afghanistan: si chiudono i dibattiti culturali del Flumen Festival

7 settembre 2021 | 15:39
Share0
Agricoltura sociale, finanza etica e Afghanistan: si chiudono i dibattiti culturali del Flumen Festival
Agricoltura sociale, finanza etica e Afghanistan: si chiudono i dibattiti culturali del Flumen Festival
Agricoltura sociale, finanza etica e Afghanistan: si chiudono i dibattiti culturali del Flumen Festival
Agricoltura sociale, finanza etica e Afghanistan: si chiudono i dibattiti culturali del Flumen Festival
Agricoltura sociale, finanza etica e Afghanistan: si chiudono i dibattiti culturali del Flumen Festival

L’ultima serata della III Edizione del Flumen Festival dell’Ecologia, della Nonviolenza e delle Migrazioni ci ha regalato momenti culturali di altissimo livello

Fiumicino – Anche l’ultima serata della III Edizione del Flumen Festival dell’Ecologia, della Nonviolenza e delle Migrazioni ci ha regalato momenti culturali di altissimo livello: domenica 5 settembre 2021 si è parlato di agricoltura sostenibile, dei cambiamenti anche finanziari che possiamo fare per un mondo migliore e della tragica attualità dell’Afghanistan.

Di agricoltura sociale ce ne ha parlato Filippo Allegra di NaturaSì, che ha sostenuto il Festival: “Com’è nata l’agricoltura convenzionale? Basti pensare che prima non si usava la chimica per produrre cibo ed ora sì. In particolare dopo la II Guerra Mondiale, le grandi aziende sono state convertite alla produzione di fertilizzanti. Le conseguenze si stanno vedendo in maniera molto forte in questi ultimi anni. È vero che oggi sono presenti tante aziende biologiche, ma molte di esse usano ancora i vecchi metodi. Ricordiamoci che non possiamo prendere senza dare”.

“NaturaSì non è nata come negozio – ha sottolineato Filippo Allegra – ma come parte logistica, perché formata dal 51% da un’associazione no profit. È da sempre legata al benessere della terra, ma anche al benessere delle persone. Ora anche parte economica, ma mantiene i suoi valori etici e morali”.

E ha continuato: “Oltre alla collaborazione con il Flumen Festival, con Daniele Taurino e tutto il gruppo vogliamo mettere in atto un progetto educativo nelle scuole di Fiumicino: inizieremo un percorso didattico partendo dall’orto, dalla terra arrivando a toccare i temi della biodiversità problema dell’acqua. Sappiamo quanto i ragazzi preferiscano fare scuola attiva all’aperto. Se fin da piccoli riusciamo a capire di essere parte del tutto, possiamo rispettare le regole del tutto. Noi su questa terra siamo una nullità rispetto alle piante agli insetti, ma abbiamo un impatto devastante sulla natura, di cui dobbiamo imparare a rispettare le regole”.

Di economia sostenibile e nonviolenta, invece, abbiamo parlato con Mara Cossu (MiTE), Martina Pignatti Morano (Presidente comitato etico Banca Etica) e Elisa Sermarini (Rete dei Numeri Pari):

“Sono felice che Banca Etica abbia deciso di sostenere anche con un contributo economico il Flumen Festival – ha spiegato Martina Pignatti Morano -. Ricordiamoci che la finanza di per sé una brutta cosa, ma dovrebbe aiutare le persone ad ottenere soldi per fare attività solidali e sostenibili. Quando parliamo di finanza verde, intendiamo finanziamenti mirati a minimizzare l’impatto economico di un’azienda. E’ a questo che serve un comitato etico: finanziare varie iniziative senza perdere in trasparenza ed efficacia”.

Importante per mandare avanti progetti come il Flumen è, quindi, una finanza sostenibile: “Dobbiamo rendere più complesso il tema della finanza verde, perché da una parte aumentano le richieste delle imprese dall’altro si restringono le possibilità – ha sottolineato Mara Cossu del MiTE -. La transizione ecologica secondo me in molte imprese è realtà, ma deve essere radicalizzata. Le componenti fondamentale di una finanza sostenibile sono l’impresa, la progettualità dei ragazzi e la accademia come potenziamento dei progetti dei giovani”.

“Oggi vediamo fabbriche riconvertite da materiali riciclati che producono vernici ed alimenti – ha aggiunto Elisa Sermarini -, che fanno parte della Rete dei Numeri Pari. Serve una politica più attenta, più preparata. Va cambiato il metodo, per fare in modo di aumentare gli investimenti verdi”.

A chiudere i dibattiti, il toccante intervento di Emanuele Giordana, giornalista e presidente di Afgana, salito sul palco del Flumen insieme ad un medico afghano: “Quello che sta vivendo l’Afghanistan è una vera e propria emergenza umanitaria. 30 milioni di persone ancora stanno soffrendo. Dobbiamo garantire la protezione dei diritti umani di ogni singola persona. La mia speranza sta nel fatto che molti afgani sanno che noi italiani andammo lì in segno di pace, e spero che questa cosa spero ci venga riconosciuta: abbiamo tentato di stare lì durante i 20 anni di guerra con metodi nonviolenti”.

Infine, l’appello di Aref, medico afghano fuggito: “Dobbiamo aiutare questa popolazione, ci sono ancora troppe violenze e sofferenze. Non dimentichiamo che quello che è stato è anche colpa nostra. Abbiamo il dovere di aiutare le vittime e sostenere il popolo afghano”.
Il Faro online – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Fiumicino
Clicca qui per iscriverti al canale Telegram, solo notizie di Fiumicino