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Ardea, chiusa una casa di riposo abusiva: anziani tra rifiuti e insetti

7 settembre 2021 | 10:44
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Ardea, chiusa una casa di riposo abusiva: anziani tra rifiuti e insetti
Ardea, chiusa una casa di riposo abusiva: anziani tra rifiuti e insetti
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Ardea, chiusa una casa di riposo abusiva: anziani tra rifiuti e insetti
Ardea, chiusa una casa di riposo abusiva: anziani tra rifiuti e insetti
Ardea, chiusa una casa di riposo abusiva: anziani tra rifiuti e insetti

All’interno della struttura di Ardea c’erano 2 ospiti anziani in condizioni igienico sanitarie scadenti, tra rifiuti bruciati, muffa e insetti

Ardea – E’ stata chiusa una casa per anziani in via delle Mente ad Ardea. La struttura era gestita senza autorizzazioni da una signora di Ardea e al suo interno c’erano 2 ospiti anziani in condizioni igienico sanitarie scadenti, tra rifiuti bruciati, muffa e insetti. 

La richiesta di ispezione è partita dai Carabinieri della Stazione di Tor San Lorenzo, il personale della Asl e Pre.S.A.L., unitamente ai funzionari dei Carabinieri di Tor San Lorenzo, il personale medico del distretto 4 di Pomezia, nonché dei Servizi Sociali del Comune di Ardea, hanno effettuato un sopralluogo nella struttura adibita a casa famiglia.

Clicca qui per leggere l’Ordinanza

Dal sopralluogo è emerso che la casa “era in condizioni esterne fatiscenti e presentava diverse barriere architettoniche”, come si legge nell’Ordinanza del Sindaco. Inoltre “non risultava probabilmente allacciata alla rete idrica e fognaria comunale; tutti gli gli ambienti si presentavano in condizioni igieniche e di sicurezza pessime, per la presenza di sporcizia, muffe, distaccamento di intonaci, impianti e strutture obsolete, nonché sprovvisti dei requisiti strutturali minimi, con altezze interne dei locali inadeguate e superfici finestrate apribili insufficienti a garantire l’idonea areazione naturale”. Oltre alla sporcizia e alla muffa, nell’area verde adiacente sono stati rinvenuti “rifiuti abbandonati sul terreno, ricettacolo di animali e insetti molesti, oltre a tracce di avvenuta combustione di immondizie”.

Durante l’ispezione erano presenti nella struttura due anziani ospiti “in condizioni igienico sanitarie scadenti prontamente allontanati tramite l’intervento dei familiari contattati nel corso del sopralluogo”. La proprietaria “ha dichiarato di occuparsi da sola degli anziani ospiti presso la struttura, ma non ha presentato alcun atto autorizzativo ai sensi della L.R. Lazio n. 41/2003, necessario ai fini della gestione di detta attività”.

Il Sindaco di Ardea, su richiesta della Asl Roma 6, con l’ordinanza numero 176 del 6 settembre 2021, ha ordinato “di provvedere con effetto immediato alla sospensione di qualsiasi attività condotta all’interno della struttura”.

La nota dell’Arma

I Carabinieri della Stazione di Marina di Tor San Lorenzo, unitamente a personale specializzato della ASL Roma 6, hanno fatto scattare un’ispezione all’interno di una casa di riposo per anziani, di proprietà di una cittadina di origini filippine, ma da tempo residente ad Ardea.

Al momento del controllo è stata riscontrata la presenza di due anziani degenti che erano ospitati in condizioni igieniche assolutamente precarie e inadeguate per la natura della struttura.

Dopo aver richiesto l’intervento a supporto dei servizi sociali del Comune di Ardea, i Carabinieri hanno rintracciato i familiari dei due anziani presenti, residenti rispettivamente a Roma e ad Ariccia, riaffidandoli agli stessi.

I militari, andando a fondo con le verifiche, hanno constatato anche l’assoluta mancanza di autorizzazioni o licenze necessarie per l’apertura della struttura, la sussistenza di precarie condizioni igieniche per la presenza di cumuli di sporcizia, rifiuti speciali e scarafaggi oltre che l’assenza totale dei requisiti infrastrutturali.

Per questi motivi, la titolare della casa di riposo abusiva è stata denunciata a piede libero per violazioni in materia sanitaria ed edilizia e la struttura è stata chiusa dal Sindaco di Ardea ai sensi dell’art 13 co.1 lett. B l.reg. 41/2003. I familiari degli anziani ospiti hanno riferito ai Carabinieri di essere venuti a conoscenza dell’esistenza della casa di riposo tramite “passaparola” e che per la degenza veniva chiesto loro un corrispettivo mensile di 400 euro.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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