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Latina, minacce “mafiose” al banco del pesce: “Chiudi tutto o chiamo i miei amici”

9 settembre 2021 | 09:45
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Latina, minacce “mafiose” al banco del pesce: “Chiudi tutto o chiamo i miei amici”

La Polizia di Stato sta dando esecuzione a 3 ordinanze di custodia cautelare

Latina – A seguito di indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e condotte dalle Squadre Mobili di Latina e Roma e dal Servizio Centrale Operativo, è in corso un’operazione della Polizia di Stato tesa all’esecuzione di 3 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti ritenuti a vario titolo responsabili dei delitti di tentata estorsione ed atti di illecita concorrenza, reati aggravati dal metodo mafioso.

Gli sviluppi investigativi hanno consentito di svelare un contesto di elevato spessore criminale finalizzato ad imporre, attraverso reiterate minacce, un regime di monopolio nella commercializzazione al dettaglio di prodotti ittici nei mercati di Latina e Cisterna di Latina.

Le indagini

Le indagini hanno evidenziato le modalità con cui un imprenditore ha cercato di acquisire una posizione di supremazia economica nei confronti degli altri concorrenti commerciali, tentando attraverso il vanto della “protezione mafiosa” di costringerli sia a scelte economicamente svantaggiose sia a chiudere l’attività ed abbandonare il banco del pesce, il tutto per avvantaggiare la propria attività.

L’uomo, nella sua attività di vendita al dettaglio di prodotti ittici, con la collaborazione di un suo dipendente – finito oggi agli arresti domiciliari – dal 2019 ad oggi ha sistematicamente intimidito un esercente di vendita al dettaglio di pesce, nel tentativo di fargli lasciare i mercati di Latina e Cisterna di Latina, obbligandolo tra l’altro a vendere i propri prodotti sottocosto.

Un ulteriore impulso all’attività investigativa è stato offerto dalle dichiarazioni auto ed etero accusatorie di due collaboratori di giustizia che hanno fornito validi elementi in grado di far emergere, sempre all’interno dei citati mercati di Latina e Cisterna di Latina, episodi di tentata estorsione ed illecita concorrenza avvenuti tra il 2016 e il 2018, commessi con violenza e minaccia aggravati dal metodo mafioso.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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