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Nettuno, trasportavano clienti dal fiume a Torre Astura: multati 2 “traghettatori” abusivi

10 settembre 2021 | 13:00
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Nettuno, trasportavano clienti dal fiume a Torre Astura: multati 2 “traghettatori” abusivi

Altre 2 persone sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria di Velletri per violazioni alla normativa urbanistica e paesaggistica

Nettuno – Un’organizzazione che garantiva un servizio di linea via fiume con destinazione Torre Astura, nonostante la mancanza di qualsivoglia autorizzazione amministrativa, è stata scoperta a Nettuno dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma con la collaborazione della Guardia Costiera di Anzio e della Polizia Locale di Nettuno.

Le Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno, dopo aver ricevuto numerose segnalazioni, hanno sorpreso due soggetti che assicuravano, a fronte del pagamento di un biglietto, il trasporto di persone dall’entroterra al mare.

I promotori della redditizia “attività commerciale”, completamente sconosciuta al Fisco e svolta con le caratteristiche di una vera e propria impresa, avevano predisposto, su un suolo demaniale tutelato da un vincolo paesaggistico, una stazione di partenza con un pontile per l’attracco e un cartello pubblicitario che reclamizzava il servizio.

A coloro che erano intenzionati a raggiungere il litorale bastava lasciare l’autovettura nel parcheggio adiacente e imbarcarsi, pagando un corrispettivo.

Oltre ad aver subito il sequestro dei natanti di proprietà, i due “tassisti” abusivi sono stati sanzionati in via amministrativa e altre due persone sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria di Velletri per violazioni alla normativa urbanistica e paesaggistica.

Sono ora in corso accertamenti per ricostruire il giro d’affari della “impresa” ai fini dell’imposte sui redditi, dell’IVA e dell’IRAP. L’operazione si inquadra nel più ampio dispositivo messo in campo dalla Guardia di Finanza della Capitale a contrasto dell’economia sommersa che, oltre a sottrarre ingenti risorse finanziarie allo Stato, altera le regole del mercato e danneggia i cittadini e gli operatori onesti.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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