Roma, sequestri milionari per bancarotta fraudolenta con imprese di pulizie di hotel di lusso

15 settembre 2021 | 10:24
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Roma, sequestri milionari per bancarotta fraudolenta con imprese di pulizie di hotel di lusso

Ai domiciliari imprenditore riconosciuto dalla Finanza come dominus, mentre per un commercialista è stata emessa misura interdittiva del divieto di esercitare la professione

Roma – Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno dato esecuzione all’ordinanza con la quale il Giudice per le indagini preliminari del locale Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica capitolina, ha disposto gli arresti domiciliari per un imprenditore 52enne e la misura interdittiva del divieto di esercitare la professione nei confronti di un commercialista, entrambi indagati, a vario titolo, per le ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta, false comunicazioni sociali, dichiarazione fiscale infedele e indebita compensazione.

L’Autorità Giudiziaria ha inoltre disposto il sequestro preventivo di somme, beni mobili ed immobili per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, importo corrispondente al profitto dei delitti contestati.

Il provvedimento trae origine dalle indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria a seguito della dichiarazione di fallimento di una cooperativa operante nel settore delle pulizie di edifici e hotel di lusso in tutta Italia, che era al vertice del gruppo di imprese gestito dal 52enne e in cui erano inquadrati circa 800 lavoratori.

Il dominus, con l’ausilio del commercialista, aveva costituito e diretto una decina società, tutte intestate a compiacenti “prestanome” e a cui veniva formalmente sub-appaltata l’esecuzione delle commesse assunte dalla cooperativa capogruppo, che erano utilizzate, in realtà, come meri “contenitori” di forza lavoro, su cui far gravare gli oneri tributari e previdenziali.

Attraverso l’indicazione di elementi passivi fittizi nelle dichiarazioni fiscali, dette società, attive solo per brevi periodi, maturavano rilevanti crediti IVA inesistenti, che venivano poi impiegati per compensare indebitamente gli ingenti debiti nei confronti dell’Erario e degli Enti previdenziali.

Tale illecito meccanismo ha consentito al gruppo societario di accaparrarsi le commesse a prezzi insostenibili per le altre aziende, determinando una forte distorsione della libera concorrenza.

L’operazione odierna testimonia l’efficacia dell’azione svolta dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza di Roma per tutelare le imprese dal grave danno arrecato al sistema economico da soggetti che operano sul mercato in modo spregiudicato.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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